Grazie ad Investigatore Biblica per queste analisi sulle nuove traduzioni bibliche.
Luigi C.
25-2-25
Il versetto di Matteo 20,16 costituisce la conclusione della parabola degli operai della vigna e viene tradotto nelle versioni CEI 1974 e 2008 come: “Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi“. Tuttavia, nella tradizione testuale del Nuovo Testamento, esistono manoscritti che riportano una frase aggiuntiva, ben nota grazie alla Vulgata di San Girolamo: “Sic erunt novissimi primi, et primi novissimi. Multi enim sunt vocati, pauci vero electi” (“Così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi. Molti infatti sono i chiamati, pochi invece gli eletti”). Questa aggiunta, presente in alcuni manoscritti greci antichi come il Codex Bezae e la Vulgata, è stata esclusa nelle versioni CEI del 1974 e del 2008. Tale scelta solleva questioni sia a livello testuale che teologico, che meritano un’attenta riflessione.
L’omissione della seconda parte del versetto nelle traduzioni moderne si basa su una valutazione critica dei manoscritti antichi. Alcuni dei più autorevoli, come il Codex Vaticanus (B) e il Codex Sinaiticus (א), non riportano la frase “Molti sono i chiamati, pochi invece gli eletti” in Matteo 20,16. Tuttavia, essa è attestata in altri manoscritti, come il Codex Bezae (D) e in numerose versioni latine antiche, tra cui la Vulgata. La frase compare anche in Matteo 22,14, dove è universalmente accettata nei testi critici. Ciò ha portato alcuni studiosi a ritenere che sia stata inserita successivamente in Matteo 20,16 per armonizzarlo con Matteo 22,14, mentre altri sostengono che la sua omissione sia stata il risultato di una perdita accidentale o di una semplificazione del testo. Tuttavia, la presenza della stessa frase in Matteo 22,14 non è casuale, ma conferma la verità del concetto espresso: nella Bibbia, una ripetizione non è mai un semplice doppione, ma ha un significato fondamentale che non deve essere sottovalutato.
L’esclusione della frase “Molti sono i chiamati, pochi invece gli eletti” ha importanti ripercussioni teologiche. La parabola degli operai nella vigna (Matteo 20,1-16) mette in evidenza la gratuità della grazia di Dio. Tuttavia, l’aggiunta della frase sugli eletti introduce una prospettiva escatologica e di discernimento tra chiamata ed elezione, presente in tutta la teologia neotestamentaria (cfr. Romani 8,29-30). L’omissione di questa frase nella CEI 74 e 2008 rischia di indebolire il contrasto tra chiamata ed elezione. Il concetto di “elezione” è fondamentale nella teologia biblica. La Bibbia insegna che molti ricevono la chiamata alla salvezza, ma pochi rispondono con fede e perseveranza (cfr. Matteo 7,13-14; Romani 9,27). Escludendo la frase in Matteo 20,16, si potrebbe attenuare la responsabilità individuale nella risposta alla chiamata divina. Poiché la frase “Molti sono i chiamati, pochi gli eletti” è mantenuta in Matteo 22,14, la sua omissione in 20,16 crea una discrepanza tra due passi simili. Se la frase fosse presente in entrambi, rafforzerebbe il tema della distinzione tra chiamata ed elezione. L’omissione potrebbe essere motivata da un intento redazionale di evitare ripetizioni o enfatizzare solo la giustizia retributiva della parabola degli operai nella vigna. Ma mi lascia comunque perplesso.
Nelle introduzioni delle Bibbie CEI 1974 e 2008 si dice che esse si basano principalmente sul testo critico del Nuovo Testamento, che segue i manoscritti considerati più antichi e affidabili. Tuttavia, la scelta di omettere “Molti sono i chiamati, pochi invece gli eletti” può essere criticata per diversi motivi: la presenza della frase in altre tradizioni manoscritte, come la Vulgata e il Codex Bezae; la perdita di un’importante lezione teologica, che evidenzia la distinzione tra chiamata ed elezione, un aspetto fondamentale della soteriologia cristiana; la possibile omissione accidentale nei manoscritti più antichi, che non si può escludere sia stata il risultato di un errore di copiatura o di una semplificazione intenzionale.
L’omissione della frase “Molti sono i chiamati, pochi invece gli eletti” in Matteo 20,16 nelle due Bibbie CEI rappresenta dunque una scelta discutibile . Sebbene la critica testuale moderna privilegi i manoscritti che non la riportano, la sua presenza nella Vulgata e in altri testimoni antichi suggerisce che fosse parte della tradizione neotestamentaria. Pertanto, la decisione di omettere questa parte del versetto dovrebbe essere riconsiderata alla luce della tradizione manoscritta e delle implicazioni teologiche. La questione resta comunque aperta per ulteriori approfondimenti e riflessioni nel campo dell’esegesi biblica e della teologia sistematica.