Cinque giorni fa, il 30 gennaio, nel 150° anniversario della morte di questo grande abate e liturgista e servo di Dio, il S. Padre ha inviato una lettera ai monaci dell'abbazia di St. Pierre di Solesmes (da lui stesso fondata).
Ovviamente condividiamo i meriti riconosciutigli e il tributo resogli (qui i nostri post su questo grande studioso e commentatore teologico della Sacra Liturgia), ma non possiamo notare quanto stridano le parole da parte di un Papa che (più di tutti, ad ora) ha annientato, ignorato, e a volte sfregiato la sacra liturgia (e con essa il canto gregoriano, i paramenti sacri, gli arredi, il canto, il ruolo dei canonici, l'importanza del latino, ecc.) e tutto quello che il sacro rito significa.
Altra nota stonata sembra essere l'ntenzione di piegare le parole di dom Guéranger (e del suo Studio profondo della Sacra Liturgia e del canto gregoriano - che all'epoca, nel XIX secolo, era ovviamente quella che oggi chiamiamo "tradizionale") quasi a uso e consumo del Papa e delle sue insulse decisioni in ambito liturgico. Il monaco liturgista infatti era, sì, fedele al Successore di Pietro ma ai tempi in cui il Successore di Pietro era fedele egli stesso alla Liturgia della Chiesa e non la considerava una cosa propria da cambiare/modificare/storpiare a piacimento (oggi presiedo, oggi non; oggi indosso il piviale perchè non concelebro ma poi allungo la mano al momento della consacrazione; oggi non voglio la cotta e metto la stola sopra l'abito piano; oggi non voglio più i sette candelieri sull'altare; oggi non voglio più la croce; oggi cambio l'altare; oggi non voglio più che mi si baci l'anello; oggi non faccio più cantare in gregoriano; oggi non mi piace il Padre Nostro e lo faccio ritradurre in barba a secoli di esegesi; oggi voglio essere woke ed inclusivo e cambio il Confesso; oggi non so che cavolata dire e cambio il Gloria; oggi faccio quello che pare a me, perchè io so' io... ; ... e altre amenità varie...).
Povero abate, si sarà rivoltato nella tomba…
Povero abate, si sarà rivoltato nella tomba…
Roberto
Francesco: dom Guéranger, faro di rinnovamento della fede e maestro di preghiera
di E. Giribaldi, Vatican News, 30.01.2025
Il Papa scrive all'abbazia di Saint-Pierre di Solesmes nel 150.mo anniversario della morte del fondatore e primo abate, ricordando il suo ruolo fondamentale nella riscoperta della liturgia come "lingua della Chiesa" e nella restaurazione dell'ordine benedettino in Francia: una "testimonianza viva" della vita monastica
Fedele alla Santa Sede, testimone del valore della liturgia come "lingua della Chiesa" e faro di rinnovamento della fede, capace di accompagnare i fedeli "nelle ore di pace come nei giorni di avversità. Sono questi i due carismi che Papa Francesco evidenzia nel ricordo di dom Prosper Guéranger, servo di Dio e primo abate dell'abbazia di Saint-Pierre di Solesmes, nel 150.mo anniversario della sua morte, avvenuta il 30 gennaio 1875. In una lettera indirizzata all'attuale abate della casa madre della Congregazione di Francia dell'Ordine di San Benedetto, dom Geoffrey Kemlin, Francesco esprime il suo incoraggiamento e la sua vicinanza a quanti hanno dedicato la vita a seguire "le orme di questo servitore della Chiesa", o a far conoscere la sua opera.
Rendere accessibile "la bellezza della liturgia"
"Benedic anima mea Domino", il passo del Salmo 102 che accompagnò dom Guéranger negli ultimi istanti della sua vita. Il sigillo di un'esistenza che i predecessori di Francesco hanno celebrato per il suo ruolo nella restaurazione della vita monastica benedettina in Francia - soppressa dopo la Rivoluzione del 1789 - e la diffusione della devozione al Sacro Cuore di Gesù e alla Vergine Maria, impegnandosi a favore della definizione del dogma dell'Immacolata Concezione. A questi aspetti, il Papa aggiunge "la fedeltà alla Santa Sede e al Successore di Pietro, in particolare nell’ambito della liturgia, e la paternità spirituale". Da sacerdote diocesano e poi come monaco benedettino, dom Guéranger era solito utilizzare il Messale Romano per i suoi uffici, ispirando il ritorno delle diocesi francesi "all'unità della liturgia". Questa dedizione si concretizzò nella stesura dei volumi de L’anno liturgico, con l'intento di rendere accessibili a sacerdoti e laici "la bellezza e le ricchezze della liturgia che è fonte prima della spiritualità cristiana", come ricordava lo stesso Francesco nella sua lettera apostolica Desiderio desideravi.
Padre spirituale di sacerdoti e laici
Nei suoi scritti, l'abate affermava con forza come "la preghiera della Chiesa" sia "la più gradita all’orecchio e al cuore di Dio e, quindi, la più potente. Beato dunque", scriveva l'abate "colui che prega con la Chiesa". Un'affermazione che il Papa auspica possa ispirare la comunità ecclesiale odierna, affinché elevi "una sola e identica preghiera capace di esprimere la sua unità". Quando l'11 luglio 1833 si recò con tre compagni nel vecchio priorato di Solesmes, dom Guéranger lo trasformò non solo in un centro nevralgico per la rinascita dell'ordine benedettino, scomparso dai tempi della Rivoluzione, ma anche in un punto di riferimento per i fedeli: padri e madri di famiglia, bambini e chiunque cercasse un consiglio spirituale. Una paternità che si traduceva in un rinnovato "gusto della preghiera" e in un amore più profondo per la Chiesa.
Esempio della "fecondità della vita monastica"
Papa Francesco conclude la sua lettera auspicando che l'opera del servo di Dio, per il quale l'8 novembre 2023 la Conferenza Episcopale Francese ha espresso parere favorevole alla causa di beatificazione, continui a produrre "frutti di santità" nel popolo fedele, rimanendo "una testimonianza viva della fecondità della vita monastica, nel cuore della Chiesa".
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