La vicenda del cardinale peruviano Juan Luis Cipriani nascosta dal 2018.
- Il porporato stesso rivela la vicenda e subito, da parte sua e del
Vaticano, sono cominciate le manovre per non arrivare mai alla verità. Un
metodo vaticano o una maledizione?
- Nessun processo, nessuna garanzia, nessuna sentenza, ma Cipriani firmò
il “precetto penale scritto”.
- Chi mente? Bergoglio o Cipriani?
Ora, alla fine di gennaio 2025, dopo
sette anni dal suo inizio (occulto), scoppia lo scandalo del cardinale
peruviano Juan Luis Cipriani Thorne, noto membro dell’Opus Dei, famoso anche
per le sue posizioni conservatrici, per il suo autoritarismo aggressivo, per le
sue aperte simpatie verso gruppi dell’ultradestra e per essere stato un ferreo
sostenitore del discusso e oscuro Presidente Alberto Fujimori (1990-2000)
nonché sponsor della condanna a morte del terrorista-maoista di “Sendero
Luminoso”, Abimael Guzmán.
Il card. Cipriano si
corregge. Tutto è cominciato con un articolo de “El País” (Spagna), il 25
gennaio scorso, al quale il porporato ha subito risposto, domenica 26,
respingendo le accuse di abuso sessuale nel 1983 su un ragazzo che allora aveva
16/17 anni. Cipriani aveva allora 40 anni circa. A questa lettera, Cipriani,
qualche giorno dopo ha aggiunto alcune correzioni, tra cui, ed è
importantissima, riconoscere di aver firmato il documento papale (precetto
penale) che elencava le sanzioni imposte.
Come nel caso Rupnik e altri, anche
ora con Cipriani si rinnova la solita scoperta: tutto era nascosto e quindi
tutte le parti coinvolte adesso fanno il proprio gioco, difendono i propri
interessi e si avvalgono delle collaudate manipolazioni già viste. Seguendo
esperienze passate e vissute in questi anni del pontificato di Francesco,
l’unica cosa vera è che non si conoscerà mai la verità.
Chi mente? Papa
Francesco o il cardinale Cipriani?
Cronologia essenziale
- 1983. Presunto abuso sessuale su un ragazzo di 16/17
anni in Perú da parte dell'allora padre Juan Luis Cipriani, Direttore
Spirituale nel Seminario di Lima (1981-1983).
- 2018 (estate). Trentacinque anni dopo, Papa
Francesco, riceve una lettera di una presunta vittima di abusi
(attualmente di58/59 anni circa). Il
tramite per la consegna della lettera è il cileno Juan Carlos Cruz,
giornalista, oggi membro della Pontifica Commissione per la Tutela dei Minori.
Quando adolescente, Cruz è stato vittima dell'abusatore seriale del Cile,
Fernando Karadima.
- 2018 (agosto). Vaticano informa Cipriani della
denuncia di abuso che lo coinvolge, ma non consegna all'accusato nessun
documento o non dà altri dettagli. Tutto secretato.
- 2019 (19 dicembre). Il Nunzio in Perù,
mons. Nicola Girasoli, comunica verbalmente a Cipriani un elenco di sanzioni
impostegli dall'allora Congregazione per la Dottrina della Fede. Fra questi
limiti c’era il silenzio assoluto che il porporato ha mantenuto fino a sabato
25 gennaio scorso. Con questo gesto amplificato con una lettera pubblica a “El
País”, il cardinale Cipriani, elettore in due Conclavi (2005/Ratzinger e
2013/Bergoglio) ha aperto una sorta di regolamento di conti con Francesco, al
quale, ovviamente , il Papa non si è sottratto.
- 2020 (4 febbraio). Il Papa riceve il card. Cipriani
che racconta: in quelle circostanze Francesco mi autorizzò a riprendere le mie
attività pastorali “cosa che ho fatto da subito”. Nessuno in Vaticano parlò di
questa condotta che, in teoria, era una violazione degli accordi e un gesto di
gravissima disubbidienza al Pontefice. Quindi il card. Cipriana è da oltre 5
anni che opera pastoralmente, addirittura all’interno della Mura vaticane in un
Dicastero del quale è membro.
- 2025 (25 gennaio). Articolo su “El País” che
denuncia la vicenda del cardinale accusato di presunti delitti di pedofilia e
rivela numerosi particolari sul modo singolare dato alla vicenda sia da parte
vaticana sia da parte del porporato stesso.
- 2025 (26 gennaio). Dichiarazione di p. Ángel
Gómez-Hortigüela, vicario dell'Opus Dei in Perù per fare una morbida e confusa
autocritica e ribadire vicinanza e solidarietà alle vittime della pedofilia.
Ormai questo passaggio, ripetuto come una litania, ogni giorno si svuota di
significato poiché senza verità cristallina e completa^^ la giustizia non ci
sarà oppure sarà debole e poco credibile.
- 2025 (26 gennaio). La Sala stampa della Santa Sede
conferma la vicenda ma non aggiunge niente altro.
- 2025 (28 gennaio). Lettera del cardinale Castillo,
arcivescovo di Lima.
- 2025 (29 gennaio). Il cardinale precisa pubblicamente
che lui firmò lo scritto cosiddetto “precetto penale”.
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Anche se in passato non
si conosceva nulla sulla vicenda, tranne che la vecchia antipatia reciproca tra
Cipriani e Bergoglio, a molti attenti osservatori aveva sempre richiamato
l’attenzione una curiosità inoffensiva. Nella biografia ufficiale del card. Cipriani
sul sito della Santa Sede
non c'era (e neanche oggi 1° febbraio) la data della rinuncia del porporato,
formalmente avvenuta "per raggiunti limiti di età", il 25 gennaio
2019. L’arcivescovo di Lima aveva compiuto 75 anni alla fine di dicembre 2018.
Cosa è accaduto
e cosa sta accadendo?
(1) Progressisti versus Conservatori. La questione
potrebbe avere una lettura semplice e immediata come si è visto nei commenti di
numerosi giornalisti, e cioè, Papa Francesco dà all’Opus Dei il colpo finale
dopo aver cancellato la Prelatura personale tempo addietro.
Francesco, gesuita
latinoamericano, progressista contro il cardinale Cipriani, Opus dei,
conservatore. Questa è la visione di molti analisti della materia, ma mentre
hanno ragione nel ritenere l’Opus un’organizzazione piuttosto conservatrice
molto vicina ai settori sociali ricchi e benestanti spagnoli nonché ad ambienti
e poteri franchisti, non hanno ragione nel dire che in America Latina i gesuiti
sono i progressisti. Nella regione che va dal Rio Grande alla Patagonia, i
gesuiti sono e sono stati gli educatori delle classi medio-alte e delle classi
governanti. Gesuiti presenti massicciamente tra popoli poveri è una grossolana
mistificazione. Ovviamente non si deve negare che esistano singoli gesuiti, o
piccole comunità, che come scelta personale hanno lavorato e lavorano tra i
poveri in diversi Paesi.
L’enfasi che Papa
Bergoglio ha sempre posto sul conservatorismo dell’Opus, cosa amplificata da
laici, ecclesiastici e anche giornalisti a lui vicino, non è altro che un modo
di apparire un gesuita progressista. Padre Bergoglio è stato sempre dai gesuiti
stessi considerato un conservatore in perenne conflitto con i vertici.
(2) Una falsità dolorosa. Papa Bergoglio, da
giovane, è stato sempre un anti-Opus dei e l’elenco dei gesti contrari
all’Opera sono numerosi e conosciuti e non solo in Argentina. Conosciamo la
testimonianza personale di un fedele amico del card. Bergoglio al quale il
figlio adolescente, anni fa, si rivolse con questa domanda: “Chi sono questi
cattolici che si chiamano Opus?” La risposta del porporato arcivescovo di
Buenos Aires fu chiara: “Perché? A te sembra che questi siano cristiani.”
L’Opus, dal giorno
dell’elezione di Francesco, capiva dove si stava andando e nulla di quanto è
accaduto in seguito ha sorpreso la gerarchia e i membri dell’Opera tranne una
falsità del Pontefice: che nelle riforme che aveva allestito per modificare gli
Statuti, avevano preso parte due canonisti/teologi dell’Opus dei in modo di
poter far passare l’idea che si trattava di “riforme” concordate con l’Opera e
i suoi massimi vertici.
Per il resto la
strategia dell’Opus è stata, ed è tuttora, un noto imperativo della resilienza:
Piegati giunco in attesa che la piena
passi!
(3) Le “verità” del Papa e del cardinale.
Come già detto, è altamente improbabile che si riesca a conoscere la verità nel
caso Cipriani. Non si sa ed è quasi certo che non si saprà mai se le accuse
contro Cipriani sono vere o false. Dalle decisioni prese nel 2019 da Papa
Francesco si evince che il Pontefice considera il cardinale peruviano colpevole
di delitti gravi. Nessuno sa, però, su quali fondamenti probatori si basino le
sanzioni volute dal Papa. Insomma, ancora una volta sulla strada del
pontificato di Francesco si inciampa su un mistero, su un qualcosa di
sfuggevole e impenetrabile, su una new entry nell’armadio degli scheletri
bergogliani. Si potrebbe raccontare la verità? Sì, ma non sono tempi di verità.
(4) La manipolazione del Papa. Ancora una volta Papa
Francesco, come in altri casi e situazioni, torna a manipolare i fatti per
trarre un profitto mediatico. La stampa si è accodata subito per enfatizzare
una sorta di colpo micidiale all’Opus dei. E’ possibile? L’avversione di Papa Francesco
verso l’Opus, da sempre, era ed è notissima e perciò un’aggressione pensata e
pianificata è plausibile.
In tutta questa storia,
sulla quale si sa poco o nulla, restano senza risposte decine di domande, ma
quattro ci sembrano centrali:
a) Perché il cardinale Cipriani quando venne
informato che a suo carico c’era una grave denuncia di abusi sessuali su un
minorenne nel 1983 non si autodenunciò alla giustizia peruviana? Sarebbe stato
un gesto coraggioso ed esemplare.
b) Come mai non sono stati consegnati al cardinale i
documenti necessari per la difesa e perché le sanzioni, pesanti, non sono state
comunicate con un testo scritto?
c) Come si spiega che nella vita della Chiesa, delle
sue più alte gerarchie, fatti così gravi per tutti - accusati e accusatori -
siano trattati con le modalità che si evincono dal racconto del cardinale
Cipriani e dalle dichiarazioni della Sala stampa della Santa Sede?
d) Chi, e perché, dai cassetti segretissimi dove
erano nascoste le carte sul caso (si dice “custodite” da sette anni) ad un
certo momento ha fatto scivolare questi documenti alla redazione della testata
spagnola “El País”?
L’Opus Dei in Perú. Dichiarazione sul card. Cipriani
Il 26 gennaio scorso, a
ridosso della lettera pubblica del cardinale Cipriani indirizzata a “El País”,
è stata diffusa online una dichiarazione dell’attuale Vicario dell'Opus Dei in
Perú, p. Ángel Gómez-Hortigüela, ai membri e amici dell’Opera fondata da s.
Josemaría Escrivá de Balaguer (1905 - 1975).
Il Vicario dice che
“negli anni in cui Cipriani è stato sacerdote incardinato nell'Opus Dei (fino
al 1988, anno in cui Cipriani fu consacrato vescovo) ha svolto un'ampia e
generosa attività pastorale con migliaia di fedeli, giovani e adulti nel nostro
paese”.
L’oscuro tardivo mea culpa dell’Opus.
“Indipendentemente da quanto sopra, e come vicario regionale”, aggiunge p.
Ángel Gómez-Hortigüela “chiedo perdono di tutto cuore se non sono stato in
grado di accogliere pienamente una persona che desiderava essere ascoltata. Nel
2018, di fronte alla richiesta di un incontro con il denunciante, sapevo che
non potevo interferire in un'accusa formale già avviata presso la Santa Sede,
che è la via appropriata quando si tratta di un cardinale. Non avendo
competenza giuridica sul caso, quando una persona di fiducia del denunciante mi
ha chiesto di incontrarlo, ho reagito pensando che quell'incontro potesse non
essere positivo. Oggi mi rendo conto che avrei potuto offrirgli un'accoglienza
personale, umana e spirituale, che so per certo ha ricevuto da altre persone
dell'Opus Dei.”
Sulla denuncia del 2018 e sui fatti presunti del 1983 non esiste nessuna
documentazione presso l’Opus.
“Preciso inoltre - prosegue il comunicato dell’Opus
del Perú - che non esiste alcuna traccia di un processo formale durante gli
anni in cui, come sacerdote, don Juan Luis Cipriani era incardinato nell'Opus
Dei. (…) All'epoca non si aveva la stessa consapevolezza di oggi sulle
procedure più adeguate per accompagnare gli interessati. Attualmente, con la
consapevolezza di tutti nella Chiesa, qualsiasi denuncia ha un percorso chiaro
e non potrebbe rimanere nell'ambito delle conversazioni private, con persone che
oggi sono decedute e con altre non identificabili. (…) Non voglio concludere
senza ribadire la mia solidarietà, che non sarà mai sufficiente, con tutte le
persone che hanno subito qualche situazione di abuso dentro e fuori della
Chiesa”. (Fonte. .
Originale
spagnolo
– Traduzione
italiano)
Il cardinale Cipriani è una persona innocente
(presunto colpevole) fino ad una sentenza definitiva. In altre parole, ha
diritto all’innocenza. Dopo l’accusa del Papa a Cipriani, se vera, Francesco
avrebbe dovuto aprire un processo canonico regolare, severo e giusto. Un
processo con pieni diritti per l’accusa e per la difesa. Il Pontefice avrebbe
dovuto intervenire alla fine dell’intero percorso processuale se necessario.
Questo è la legge vera e questo è la giustizia secondo la dottrina cristiana.
Se è vero tutto quanto ha denunciato il card.
Cipriani (negazione di svariati diritti tra cui uno odioso: imporre al presunto
colpevole il silenzio assoluto), ciò dimostrerebbe che siamo di fronte ad
un’altra violazione dei diritti umani da parte di Papa Bergoglio (che pure ha
sempre detto di rispettarli e difenderli).
Cipriani cambia parti importanti della sua narrazione.
Ora dice che accettò e firmò il precetto penale del Papa
A pochi giorni dallo
scoppio della vicenda, il cardinale Cipriani,
in una seconda dichiarazione (dopo la lettera a "El País"), ha
ammesso lo scorso mercoledì 29 gennaio
di aver ricevuto un testo scritto con le sanzioni imposte da Papa Francesco e
di averlo firmato il 19 dicembre 2019.
Prima aveva detto altre
cose, come per esempio, di non aver ricevuto nessuna documentazione e sul fatto
di aver firmato lo scritto del precetto penale aveva taciuto. Il porporato al
tempo stesso conferma, per ora, la sua innocenza, e rifiuta ciò che sarebbe il
suo delitto e ribadisce di aver rispettato i limiti imposti al suo ministero
sacerdotale e alla sua vita pubblica, compreso il divieto di usare le sue
insegne episcopali e cardinalizie e la residenza obbligatoria fuori dal Perú.
Conferma anche di aver rispettato rigorosamente il silenzio impostogli fino a
quando scrisse una lettera a "El País" che aveva rivelato, con molta
precisione, la vicenda mantenuta segreta per sei anni. Conferma anche di aver
ricevuto personalmente dal Pontefice nel febbraio 2020 la revoca delle
sanzioni. Il Vaticano invece ha precisato che le sanzioni sono ancora valide e
vigenti.
A questo punto è
evidente che in questa vicenda c’è un bell’intreccio di menzogne, manipolazioni
e mistificazioni e quindi restano in piedi le domande iniziali: chi mente?
Bergoglio o Cipriani? e perché?
Il card. Cipriani si
"dichiara colpevole"?
A queste
considerazioni, per completezza, va aggiunta una breve sintesi della lettera
dell'attuale arcivescovo di Lima, Carlos Castillo, in cui esprime pieno e
totale appoggio a Papa Francesco.
Non si capisce il
perché di questa lettera. Non si capisce il motivo se non quello di ribadire
che Cipriani "accettò e firmò" il "precetto penale". Quindi
dovremmo concludere che facendo così il porporato si è dichiarato colpevole?
“In questi mesi, scrive
il card. Castillo, dopo indagini serie e precise, ci sono persone e istituzioni
che si rifiutano di riconoscere la verità dei fatti e le decisioni prese dalla
Santa Sede. Chiediamo a tutti di rinsavire, attraverso un cammino di conversione
che comporta l’abbandono di vane giustificazioni, ostinazione e rifiuto della
verità”.
Il card. Castillo
sottolinea, infine, la sua “piena fiducia nelle procedure e negli strumenti
penali canonici che la Santa Sede ha utilizzato, utilizza e applica, che sono
in continua evoluzione e miglioramento”. Per questo, aggiunge il cardinale,
“riaffermo il mio fermo e irreversibile sostegno, collaborazione e solidarietà
con il Santo Padre, apprezzando il suo modo saggio di esercitare la giustizia
nella Chiesa e di accogliere e proteggere le vittime”. (Fonte)
Lettera del cardinali Cipriani a “El País”
Carta intestata con lo stemma del porporato e firmata con il suo sigillo
(cose per lui vietate secondo le sanzioni impostagli dal Papa).
Madrid, 25 gennaio 2025
Diario El País.
c/ Miguel Yuste, 40
28037 - Madrid.
Davanti alle accuse che oggi, 25
gennaio 2025, ha pubblicato il giornale El País sulla mia persona, voglio
chiarire che i fatti che vengono descritti sono completamenti falsi. Non ho
commesso nessun delitto e non ho abusato sessualmente di nessuno né nel 1983,
né prima, né dopo.
Si raccolgono alcune
accuse presentate alla Santa Sede nel 1983 con referenze a presunti fatti
accaduti nel 1983.
Nell'agosto 2018 sono
stato informato sull'arrivo di una denuncia che non mi è stata consegnata.
Dopo, senza essere stato ascoltato, senza sapere null'altro, e senza l'apertura
di un processo, il 18 dicembre 2019 il Nunzio Apostolico [allora mons. Nicola
Girasoli] mi comunicò verbalmente che la Congregazione per la Dottrina della
Fede [Ndr. Allora il Prefetto era il gesuita cardinale Luis Ladaria] mi aveva
imposto una serie di sanzioni limitando il mio ministero sacerdotale e
chiedendo di fissare una residenza stabile fuori dal Paese. Mi è stato chiesto
anche di rispettare il silenzio, cosa che ho fatto fino ad oggi.
Il 4 febbraio 2020 ho
avuto un’udienza con Papa Francesco e il Santo Padre mi consentì di riprendere
i miei compiti pastorali. Così lo dimostra la mia ampia attività pastorale,
portata avanti in questi anni: prediche nei ritiri spirituali, amministrazione
dei sacramenti, ecc. In questi anni, fuori da Lima, ho vissuto a Roma
dedicandomi ai miei lavori in quanto Cardinale membro del Dicastero delle Cause
dei Santi fino al compimento degli 80 anni e mi sono ritirato da ogni
occupazione nella curia romana, e poi mi sono trasferito a Madrid.
Risulta grave che
vengano pubblicate informazioni parziali che sembrano provenire da
documentazione riservata della Santa Sede e che nemmeno io posseggo.
Purtroppo non è la
prima volta che un cardinale viene accusato con falsità, con narrazione di
dettagli scabrosi.
Approfitto di
quest'occasione per manifestare il mio rifiuto e la mia ripulsa totale degli
abusi sessuali su minori e persone vulnerabili e ribadisco il mio impegno con
la lotta della Chiesa allo scopo di sradicare questa lacra seguendo le
indicazioni di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, e in modo speciale, la
leadership di Papa Francesco, mettendo al centro le vittime.
Nonostante il dolore
che tutto ciò mi causa, non nutro rancore per l'accusatore, prego per lui e per
tutte le persone che hanno patito abusi da parte del clero cattolico, ma
ribadisco la mia completa innocenza.
Attenti saluti.
Juan Luis Cardinale
Cipriani
(Con la firma autografa
e il sigillo del cardinale)
El País (Spagna) – Articoli che aprirono lo scandalo:
▃ El primer cardenal del Opus Dei, arzobispo de Lima,
fue apartado por el Papa en 2019 tras acusaciones de pederastia (Íñigo Dominguez - El País - 25 enero 2025)
▃ El Vaticano confirma el castigo al cardenal Cipriani,
del Opus Dei, por acusaciones de pederastia y le recuerda que sigue “en vigor”
(Íñigo Dominguez - El País - 26 enero 2025)
▃ Cipriani fue cardenal muy joven, doctor honoris causa,
amigo del Papa. Y un depredador sexual
(Renzo Gómez Vega - El País - 28 enero 2025)
▃ Opus Dei - Comunicado de prensa - Palabras del padre
Ángel Gómez-Hortigüela, vicario del Opus Dei en el Perú (Testo)
Non può esistere una Chiesa senza legge
I discepoli di Cristo non sono sudditi
Ecco una nostra breve premessa obbligatoria. Queste considerazioni prendono
spunto dal caso recentissimo del cardinale peruviano Juan Luis Cipriani,
sanzionato in segreto dal Papa per presunti reati di pedofilia risalenti al
1983. Non sappiamo nulla in più di quanto già detto dallo stesso porporato,
dalla Santa Sede, dai Vescovi peruviani e dalla Curia dell'Opus Dei del Perú sulla
delicata questione diventata in pochi giorni, come ormai è un’abitudine e uno
stile, un affaire ingarbugliato e indecifrabile. Non abbiamo nulla da difendere
o nulla da criticare o attaccare e tantomeno sentiamo il bisogno di schierarci con
una o con l’altra “parte”. Ci preoccupa però molto la situazione perché ormai sembra
diventato normale e accettabile un modo gerarchico di presiedere la Chiesa
fuori da ogni controllo. Si dimentica troppo spesso che la Chiesa ha delle
leggi che regolano la sua vita. La Chiesa non può essere un’istituzione o una
comunità dove la gerarchia fa ciò che vuole senza rispondere davanti a nessuno.
Non è scritto che il Pontefice possa decidere qualsiasi cosa, senza dare
spiegazioni né tantomeno argomenti convincenti e trasparenti, e quindi che il
fedele santo Popolo di Dio debba fare solo l'inchino di sudditanza come un
plebeo di fronte al suo feudatario. Non esiste una Chiesa senza leggi o
governata con “leggi” personali, non codificate a norma, improvvisate per
l’occasione, non condivise e non conosciute.
La fede nella Persona di Cristo e
l'amore per la sua Chiesa sono una comunione che vive, lotta, e progredisce nel
rispetto delle regole e dei diritti che esistono nella Chiesa, che sono diritti
dell’uomo “in quanto diritti di Dio” (s. Giovanni Paolo II). Il gesuita Joe
Hoover, il 13 giugno 2024, sulla Rivista America,
alla fine di un doloroso commento in merito agli insulti di Francesco sui “froci”
e sulla “frociaggine” scrisse: "L'intera controversia mi conferisce anche
la grazia di ricordare che in ultima analisi non servo il Vicario di Cristo, ma
Cristo stesso." ("The whole
controversy also bestows on me the grace of remembering that ultimately I serve
not the Vicar of Christ but Christ himself" - Fonte).
Sono moltissime le vicende scabrose
che in questi anni hanno colpito l’alta gerarchia cattolica e fra loro anche
“padri fondatori” di movimenti ecclesiali torbidi (non poche volte praterie per
abusi spirituali), arcivescovi in passato intoccabili e alcuni cardinali. Il
marcio degli abusi di potere e di coscienza che presto derivano in abusi e
perversioni sessuali sono una terribile piaga nella Chiesa Cattolica, la quale
purtroppo non sembra essere contrastata con efficacia e trasparenza costante.
Molte, anzi moltissime buone parole, ma i fatti - per fare verità e giustizia
alle vittime (e non solo per motivi di opportunità) - sono pochi, pochissimi, o
arrivano con colpevole ritardo, e quasi sempre sotto pressioni mediatiche, dopo
l’ennesimo scandalo. Tra gli abusatori sentenziati si evidenzia una
“differenza” tra colpevoli eccellenti amici degli amici e colpevoli emarginati,
senza protezioni, piccoli membri del clero anonimo.
Questa contro gli abusi è una lotta
che la Chiesa Cattolica sta perdendo e con essa sta perdendo sempre più fedeli,
amici e credibilità sociale. Questa tragica realtà è una delle cause della
crescita dell’irrilevanza del suo magistero di fronte al quale l’indifferenza è
massiccia. Basta soffermarsi un istante, con onesta e senso dell’autocritica,
per dare uno sguardo ai Paesi che in passato, per secoli, hanno avuto una fortissima
maggioranza cattolica e dove oggi tutto è molto diverso per la Chiesa e per il
suo magistero, fenomeni progressivamente sempre più minoritari.
Con rammarico si deve pure costatare
che, gradualmente, sono scesi in campo anche certi “professionisti
dell’anti-pedofilia”, e cioè, coloro che ignorano o sottovalutano gli abusi di
coscienza e di potere e nella repressione della pedofilia nel clero applicano
il trucco dei 'due pesi e due misure' (“Agli amici del potere tutto, ai nemici
neanche giustizia”, come dice un motto peronismo). Questa modalità ha finito
per introdurre nella lotta contro gli abusi sessuali nella Chiesa incertezze
sconvolgenti poiché, ormai - e sempre più spesso - non è facile distinguere tra
la persecuzione e denuncia di un peccato e crimine gravissimo, dal metodo furbo
e indecente che usa gli strumenti di questa lotta per schiacciare dissidenti o
critici, screditare avversari e anche per troncare carriere nel mondo
ecclesiastico. Probabilmente condotte di questo tipo resteranno a lungo un
segreto da sarcofago come è accaduto, per ricordare solo un evento recente, la
vicenda ancora aperta dell'ex gesuita Marko Ivan Rupnik.
Quello che invece va denunciato senza
paura né reticenza è un'altra cosa, più importante: le violazioni del rispetto
delle persone, della loro dignità e dei loro diritti, sempre! L’elenco di
laici, religiose ed ecclesiastici sopposti a comportamento di ‘assoluta
arbitrarietà, con il pretesto di coprire danni d’immagini deleteri per la
Chiesa, è lunghissimo.
In questi anni si è fatto strada uno
stile, un metodo e un'idea secondo la quale il Papa, e i suoi collaboratori più
stretti, non hanno l'obbligo di rispettare la legge, i testi legislativi,
neanche il Codice di Diritto Canonico, che regolano la vita della Chiesa di
Cristo.