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La pessima nomina di McElroy a Washington: una rassegna stampa

Grazie a Juan Miguel Montes per questa rassegna stampa sulla pessima nomina del terribile discusso Vescovo McElroy nell'importantissima ...

venerdì 10 gennaio 2025

Quando Charles Péguy risponde ai detrattori del Pèlerinage de Pentecôte (da Parigi a Chartres)!

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1447 pubblicata da Paix Liturgique il 9 gennaio, che riprende un articolo di Michel Janva pubblicato il 2 gennaio sul blog Le Salon Beige (QUI), in cui si trae spunto da due opere del saggista Charles Peguy (1873 - 1914) per rispondere alle voci realistiche di un possibile divieto di celebrare la Santa Messa tradizionale nella Cathédrale Notre-Dame di Chartres a chiusura del prossimo Pèlerinage de Pentecôte (da Parigi a Chartres), dopo che la Peregrinación Nuestra Señora de la Cristiandad - España (da Oviedo a Covadonga) è stata bandita dalla Basílica de Santa María la Real di Covadonga e la Peregrinación Nuestra Señora de la Cristiandad (a Luján) è stata bandita dalla Basílica de Nuestra Señora di Luján.

L.V.


Una rubrica di Rémi Fontaine

A seguito del messaggio natalizio di Jean de Tauriers ai pellegrini e ai sostenitori dell’associazione Notre-Dame de Chrétienté, con gli auguri per l’inizio dell’Anno Santo di Grazia 2025:

In un passo di Clio. Dialogue de l’histoire et de l’âme païenne (opera postuma), Charles Péguy sembra rispondere lui stesso, come di sfuggita, inavvertitamente e prematuramente, all’odierna prevenzione «romana» ed episcopale della tenue ma reale rinascita dei pellegrinaggi alla Cristianità. Riportiamo alcuni eloquenti stralci, all’attenzione di questo nuovo partito di «qualche misero devoto», come dice lui, rigidi e «indietristi» seguaci della disciplina clericale, delle minacce e dei divieti! Abbiamo sottolineato (in grassetto) ciò che sembra corrispondere in modo sorprendente all’attuale situazione di confusione nella Chiesa. È Clio, la musa della storia, che parla.

«Un bellissimo monumento al volto di Dio»

Sì, questi moderni volevano eliminare da se stessi, dalla loro società, dalla loro famiglia, da tutto il loro essere qualsiasi sostanza del Cristianesimo. Forse lo so, dice, e se c’è qualcuno che lo sa, sono io. Ma so anche, dice, che la grazia è insidiosa, che la grazia è subdola e che è inaspettata. E anche che è testarda come una donna, e tenace come una donna, e tenace come una donna. Quando la cacciate, lei si arrampica dalla finestra.

Dalla periferia!

Quando la grazia non arriva dritta, arriva storta. Quando non viene da destra, viene da sinistra. Quando non arriva dritta, arriva curva, e quando non arriva curva, arriva rotta. La storia ci dice di guardarci dalla grazia. Quando vuole avere un essere, lo ha. Quando vuole una creatura, la ottiene. Non prende le stesse strade che prendiamo noi. Prende le strade che vuole. Non prende nemmeno le stesse strade di se stessa. Non prende mai due volte la stessa strada. Può essere libera, dice la storia, ma è la fonte di ogni libertà. Quando non viene dall’alto, viene dal basso; e quando non viene dal centro, viene dalla circonferenza. […] Sì, il mondo moderno ha fatto di tutto per proscrivere il Cristianesimo, per eliminare da sé ogni sostanza, ogni atomo, ogni traccia di Cristianesimo. Ma se vedo un Cristianesimo invincibile, inaffondabile, incomprimibile, che risorge dal basso, che risorge tutt’intorno, che risorge da ogni parte, ho intenzione di ignorarlo, perché io, storpia, non avevo calcolato da dove sarebbe venuto; e magari di punirlo per il fatto che non avevo calcolato da dove sarebbe venuto. Quando l’eterna sorgente emergerà da una scialba infiltrazione, dovrò dichiarare che trovo indegno, io, che emerga da lì come acqua persa? E dovrei esserne felice, dopo tutto, ho il diritto, la libertà di esserlo. Oppure dovrei rallegrarmi, per compiacere qualche misero devoto, del fatto che Dio sta tornando dove non me lo aspettavo.

«Il peccato di non essere nelle forme sacramentali»

Sarebbe troppo facile credere, dice, per compiacere qualche misero devoto, che Dio, anche lui forse per compiacere qualche misero devoto, abbandoni un intero popolo, e che popolo, e un intero mondo, e un intero secolo di sue creature perché queste creature, perché questo mondo, perché questo popolo sono nel peccato di non essere nelle forme sacramentali (e un popolo coperto da quali patroni). Dove sta scritto che Dio abbandona l’uomo nel peccato? Al contrario, lo lavora. (Si potrebbe quasi dire che è lì che lo abbandona di meno). Questo popolo completerà un cammino che non ha iniziato. Questo secolo, questo mondo, questo popolo arriverà per la strada per la quale non è partito. E molti altri si rivestiranno di forme sacramentali.

[Di seguito, invece, il testo è tratto da Un nouveau théologien, M. Fernand Laudet: N.d.T.]

La pietà popolare «che attraversa il mondo moderno»

[…] è una grande questione sapere se le nostre fedeltà moderne, le nostre credenze moderne, cioè le fedeltà cristiane immerse nel mondo moderno, che passano intatte attraverso il mondo moderno, l’età moderna, i secoli moderni, i due e diversi secoli intellettualistici, non ricevano da essi una singolare bellezza, una bellezza non ancora ottenuta, e una singolare grandezza agli occhi di Dio. È un’eterna questione sapere se le nostre santità moderne, cioè le nostre santità cristiane immerse nel mondo moderno, in questa vastatio, in questo abisso di incredulità, di incredulità, di infedeltà del mondo moderno, isolate come fari che verrebbero assaliti invano da un mare che imperversa da quasi tre secoli, non siano le più gradevoli agli occhi di Dio. Nolite judicare, non lo giudicheremo, e non siamo noi, come troppo spesso si dimentica, a dover giudicare. Ma senza arrivare ai santi, ai nostri santi moderni, cronologicamente moderni, noi peccatori dobbiamo evitare di cadere nell’orgoglio. Forse non è orgoglio vedere. Forse non è orgoglio. Vedere tutto intorno a noi. Le nostre costanze moderne, le nostre fedeltà moderne, le nostre rivendicazioni moderne, cronologicamente moderne, isolate in questo mondo moderno, battute in un mondo intero, instancabilmente assalite, instancabilmente battute, inesorabilmente battute da onde e tempeste, sempre in piedi, soli in un mondo intero, in piedi in un mare infinitamente battuto, soli in un mare intero, intatti, integri, mai, in alcun modo scossi, mai, in alcun modo scheggiati, mai, in alcun modo ammaccati, finiscono per fare, costituire, innalzare un bellissimo monumento al volto di Dio.
Alla gloria di Dio.

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