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Papa Francesco accusa di «squilibrio mentale» i giovani sacerdoti cattolici che amano la Santa Messa tradizionale

Vi proponiamo – in nostra traduzione – l’articolo del vaticanista Michael Haynes, pubblicato il 14 gennaio sul sito LifeSiteNews , in cui si...

mercoledì 15 gennaio 2025

Papa Francesco accusa di «squilibrio mentale» i giovani sacerdoti cattolici che amano la Santa Messa tradizionale

Vi proponiamo – in nostra traduzione – l’articolo del vaticanista Michael Haynes, pubblicato il 14 gennaio sul sito LifeSiteNews, in cui si commentano alcuni brani di Spera, la terza autobiografia di papa Francesco, un nuovo ampio libro di memorie pubblicato martedì, nel quale il Pontefice ha rinnovato le sue più volte ripetute critiche ai giovani cattolici devoti alla Santa Messa tradizionale, accusandoli di praticare l’«arretratezza» e la «mondanità settaria».
Con queste ennesime accuse di «squilibri mentali, deviazioni emotive, difficoltà comportamentali» rivolte ai giovani che, sempre più numerosi, apprezzano i riti tradizionali, papa Francesco – ancora una volta – non perde occasione di offendere e calunniare, facendo leva su un ridicolo pregiudizio, anzi su un’idea macchiettistica di quei giovani che non corrispondono alla sua personalistica visione di neo-chiesa.
Queste uscite con cui un torvo ottantottenne mostra disprezzo ed offende i giovani cattolici rendono chiara l’atmosfera da «fine impero», rappresentano uno stridulo e sgraziato canto del cigno di chi, sentendo prossima la fine, non vuole accettare la sconfitta di quella ideologia sulla quale ha fondato la sua esistenza.
La nostra risposta, ora, è un compassionevole silenzio e la continua preghiera affinché questa sua arida disperazione possa finalmente essere placata dalla grazia divina.

P.S.: di questa autobiografia ci eravamo già occupati tre settimane fa (QUI), quando il quotidiano Corriere della sera pubblicò una anticipazione in cui papa Francesco racconta, con dovizia di particolare, di un presunto fallito duplice attentato ai suoi danni durante il viaggio apostolico in Iraq del 5-8 marzo 2021, poi ufficialmente smentito da Najm al-Jubouri, al tempo Governatore e capo del comitato di sicurezza della provincia di Ninive.

L.V.


Papa Francesco ha lanciato nuove critiche ai devoti della Santa Messa tradizionale, accusandoli di praticare «arretratezza» e «mondanità settaria».

Da un punto di vista sociologico, è interessante considerare il fenomeno del tradizionalismo, questo «arretramento» che ritorna regolarmente ogni secolo, questo riferimento a una presunta età perfetta che ogni volta è un'altra età

ha commentato papa Francesco.

Le righe fanno parte del suo recente e ampio libro di memorie Spera, pubblicato martedì, in cui papa Francesco ha rinnovato le sue critiche, spesso ripetute, ai giovani cattolici devoti alla Santa Messa tradizionale, definendoli «rigidi».

Ora è stato stabilito che la possibilità di celebrare la Santa Messa tradizionale, seguendo il Messale Romano precedente al Concilio Vaticano II, deve essere espressamente autorizzata dal Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, che la permetterà solo in casi particolari

ha detto papa Francesco, alludendo alla sua lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis custodes sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970 del 2021.

Il motivo per cui sono state introdotte restrizioni così ampie sulla liturgia antica è «perché è malsano che la liturgia diventi ideologia», ha detto papa Francesco.

Commentando poi il fenomeno in rapida crescita dei giovani cattolici che si avvicinano alla Santa Messa tradizionale – come nel caso del Pèlerinage de Pentecôte (da Parigi a Chartres) – papa Francesco ha aggiunto:

È curioso vedere questo fascino per ciò che non si capisce, per ciò che appare un po’ nascosto, e che a volte sembra interessare anche le giovani generazioni.

L’ottantottenne ha accusato i devoti della Santa Messa tradizionale di preoccuparsi solo delle apparenze esterne piuttosto che del contenuto della liturgia o della pratica della devozione:

Questa rigidità è spesso accompagnata da una sartoria elegante e costosa, da pizzi e merletti, da passamanerie e rocchetti. Non un gusto per la tradizione ma l’ostentazione clericale, che poi non è altro che una versione ecclesiastica dell’individualismo. Non un ritorno al sacro ma all’opposto, alla mondanità settaria.

Sembrando non accontentarsi di una condanna così ampia di molti giovani membri della Chiesa, papa Francesco ha ampliato il tema, suggerendo che la devozione alla Santa Messa tradizionale rivela la possibilità di uno «squilibrio mentale»:

Questi modi di vestire a volte nascondono uno squilibrio mentale, una deviazione emotiva, una difficoltà comportamentale, un problema personale che può essere sfruttato.

Ha citato quattro occasioni in Italia e in Paraguay in cui «il Papato è dovuto intervenire su questo problema», cioè una Diocesi che accettava seminaristi che erano già stati «mandati via da altri seminari».

Quando questo accade c'è generalmente qualcosa di sbagliato, qualcosa che porta le persone a nascondere la propria personalità in ambienti chiusi o settari.

Commentando le osservazioni di papa Francesco, lo scrittore e liturgista Peter Kwasniewski ha risposto dicendo che «papa Francesco è irrimediabilmente fuori contatto con il crescente desiderio di riverenza, sacralità e bellezza».

Non si tratta di fare le vetrine. Si tratta di un incontro spirituale significativo con il Signore della gloria in un mondo impazzito per l’utilitarismo e il materialismo. Il razionalismo degli anni Settanta è in piena evidenza quando ammette di non riuscire a capire perché qualcuno dovrebbe volere una forma di culto che non può essere pienamente o immediatamente compresa

ha detto Peter Kwasniewski.

Ci si chiede se crede che Dio sia incomprensibile; ci si chiede se c’è spazio per il mistero nella visione del mondo di papa Francesco

ha concluso.

Il dott. Joseph Shaw ha commentato che

Papa Francesco si basa su stereotipi piuttosto antiquati per comprendere il fenomeno tradizionalista: credo che la sua nozione di «rigidità» derivi dall’idea di una «personalità autoritaria» popolare negli anni Settanta, ma sviluppata negli anni Quaranta.
Alla base c’è la riluttanza ad accettare che la storia è andata avanti: oggi l’interesse per la tradizione non è un aggrapparsi a ciò che è familiare e sicuro, ma la ribellione definitiva contro l’establishment

ha detto il dott. Joseph Shaw, che è presidente della Latin Mass Society of England and Wales e presidente di Una Voce International.

Allo stesso modo, le persone che oggi spendono le somme maggiori per i paramenti non sono i tradizionalisti, ma coloro che hanno accesso alle risorse della Chiesa istituzionale, come si è visto di recente nella riapertura della Cathédrale Notre-Dame a Parigi.

ha aggiunto.

Scritto in collaborazione con il giornalista italiano Carlo Musso nel corso di diversi anni, il libro – pubblicato martedì – era originariamente previsto solo per essere pubblicato dopo la sua morte, ma papa Francesco ha preso la decisione di pubblicarlo durante questo Anno giubilare della speranza.

Tuttavia, è improbabile che i suoi commenti suscitino particolare gioia o speranza nel numero sempre crescente – e in gran parte giovane – di Cattolici che si dedicano alla Santa Messa tradizionale per la sua sostanza.

Parlando con questo corrispondente durante l'annuale Pellegrinaggio Summorum Pontificum a Roma, una giovane pellegrina francese ha detto che l’evento specifico della Santa Messa tradizionale serve ai Cattolici per «esprimere la loro fedeltà a Gesù Cristo».

Citando l’ampia rappresentanza nazionale del pellegrinaggio, ha detto che «mostra l’unità di tutti i Cristiani, indipendentemente dai loro Paesi di origine» e dalle loro tendenze politiche. «Alla fine», ha affermato la giovane donna, «siamo tutti uniti in Gesù Cristo Nostro Signore».

Commenti simili sono stati fatti da diversi pellegrini intervistati dal sito LifeSiteNews.

Ma questi attacchi papali ai cattolici della Santa Messa tradizionale non sono affatto nuovi. Papa Francesco ha regolarmente diffamato i giovani sacerdoti e seminaristi come «rigidi» in numerose occasioni.

In una di queste occasioni papa Francesco ha suggerito che i chierici che scelgono di indossare abiti clericali più tradizionali, come la tonaca e il cappello clericale, possiedono un «clericalismo rigido», dietro il quale si nascondono «seri problemi».

Data questa retorica, il suo 2021 e le successive restrizioni alla Santa Messa tradizionale sono meno sorprendenti. In effetti, si vociferava che ulteriori restrizioni sarebbero state emanate durante l’estate scorsa e, secondo quanto riferito, papa Francesco avrebbe avuto il documento sulla sua scrivania pronto per essere firmato.

In seguito a un’ondata di sostegno pubblico da parte di gruppi e individui, il testo vociferato non è mai emerso.

Ciononostante, numerose restrizioni sono già in vigore, con statistiche recenti che mostrano come il Vaticano abbia permesso solo a sessanta chiese parrocchiali in tutto il mondo di ospitare una Santa Messa tradizionale nel 2022.

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