Post in evidenza

La carità dell’anatema

Vi proponiamo – in nostra traduzione – l’articolo di dom Pius Mary Noonan O.S.B., pubblicato il 7 febbraio sul sito Oriens Journal , in cui ...

domenica 26 gennaio 2025

Luis Badilla. Francesco, tra autobiografie e Fabio Fazio


Grazie a Luis Badilla per questa doppia analisi sulla cosiddetta biografia del Papa "Spera" -QUI MiL - (che non sta avendo il successo sperato) e la sua ennesima intervista, questa volta dal "cortigiano" Fazio, per pubblicizzare il suo libro.
Sempre più....meno Chiesa, più Papa.
"Il libro del Papa, in alcuni ambienti, non ha avuto l’accoglienza pronosticata nonostante la campagna pubblicitaria dell’editore. Ora i librai si dichiarano delusi come sono delusi anche i molti biografi di Francesco, autori di decine e decine di altri volumi. Questa volta, alcuni precedenti artifici non hanno funzionato, soprattutto perché “non c’era nulla di nuovo, tutte cose vecchie, conosciute e ripetute [...]Allestire attorno al tavolo del Pontefice a Santa Marta un bar di periferia per trarre profitto giornalistico è meschino e insensato. Fare del Santo Padre Francesco un brand progressista è balordo. Purtroppo tutto ciò accade dal giorno dopo la sua elezione a Vescovo di Roma”.
Luigi C.

Chi ha deciso di far pubblicare l’autobiografia che Francesco aveva scritto come documento post mortem?

Certamente non il Papa.

Come è risaputo, qualche giorno fa, il 14 gennaio scorso, in decine di Paesi è uscita un’Autobiografia di Papa Bergoglio, l’ennesima anche se questa viene presentata come un documento unico ed eccezionale. Un’Autobiografia che si intitola “Spera”, scritta con Carlo Musso per l’editore italiano “Mondadori”.

          Quattro giorni dopo il lancio, intervistato dal canale italiano 9, il giornalista Fabio Fazio ha fatto al Pontefice questa domanda: “Ho letto che, in un primo tempo, lei aveva pensato di farla uscire postuma: che cosa le ha fatto cambiare idea, Santo Padre?”

Ecco la risposta del Papa, un po’ confusa e imprecisa, ma sostanzialmente chiara nel suo contenuto di fondo. "Negli ultimi tempi, nell’ultimo anno, sono uscite due autobiografie: una fatta da Carlo Musso, questa; e l’altra fatta da Fabio Marchese Ragona. L’altra prende alcuni momenti della mia vita: la persecuzione agli ebrei, le Torri gemelle, l’andare sulla luna… Ecco, come io ho vissuto queste cose. È autobiografica. Quella di Carlo Musso è classica, nel senso che prende dall’inizio alla fine i racconti della vita, anche alcuni più piccoli, ma che danno il senso di come sono io. Il lavoro di Carlo Musso è stato molto, molto delicato… E poi dovevano farla postuma… Non so, hanno pensato che era meglio farla cosi e io li lascio fare… Ma ambedue sono importanti!"

Forse Papa Francesco, con questa risposta, si sbilancia troppo al punto di non essere credibile, ancora una volta, quando spiega il perché questa autobiografia pensata e scritta per essere pubblicata “postuma”, è stata diffusa subito nel mercato librario occidentale. Il Papa rinvia le responsabilità ad altri. Dice testualmente che quest’autobiografia “dovevano farla postuma”. In altre parole, il Papa sta dicendo: io l’ho pensata e l’ho scritta e poi l’ho consegnata perché venisse pubblicata dopo la mia morte. Bergoglio usa un tempo verbale preciso: “dovevano”. Ma chi sono coloro che “dovevano” e che però hanno cambiato idea?

Poi il Papa aggrava la questione dicendo: loro “hanno pensato che era meglio farla così e io li lascio fare”.

Ma chi sono queste persone così potenti che decidono al posto del Papa?

La chiosa di Francesco è ancora più sorprendente: “Io li lascio fare”.

Trascrizione ufficiale della terza intervista del Papa al conduttore Fabio Fazio (Programma "Che tempo che fa" - Canale 9, 19 gennaio 2025). Testo completo.

Pubblichiamo il testo integrale dell’intervista che Papa Francesco ha rilasciata, il 19 gennaio 2025, al giornalista Fabio Fazio per il programma televisivo “Che tempo che fa”, in onda sul canale Nove. (Video integrale)

Fabio Fazio

Grazie per questa conversazione con noi. Prima di tutto volevo chiederle come sta il suo braccio?

Papa Francesco

Il braccio sta bene. Si muove meglio…

Fabio Fazio

Perfetto! Mi fa piacere. Mi fa piacere anche cominciare questa nostra conversazione in un giorno importante, perché finalmente oggi è iniziata la tregua fra Palestina e Israele a Gaza e sono state finalmente liberate le prime tre donne ostaggio. È una bellissima notizia! (…)

 (Testo completo – Vatican News) - (Video integrale – Canale 9)

 

Osservazioni su alcune curiosità dell’intervista di Fabio Fazio a Papa Francesco.

Fazio: un giornalista cortigiano. Ecco una lunga domanda in cui il presentatore Fabio Fazio evidenzia, come nelle altre due interviste precedenti, un modo di essere ossequioso e mieloso nei confronti del Papa. Vale la pena leggere tutta la domanda poiché, a prescindere dalle convinzioni religiose del presentatore, si rivela una sua sudditanza - spiacevole e seccante -  che ha un solo scopo: quello di adulare il Pontefice sapendo che è cosa gradita. In questo evento, inoltre, si voleva sfruttare l’occasione per promuovere la vendita dell’Autobiografia.

Ecco l’agiografia del Papa fatta da Fazio. Perché?

“Io vorrei dire una cosa al pubblico… Io ho avuto il piacere di leggerla e mi ha molto emozionato perché non è, Santo Padre, l’autobiografia di un Papa, ma è l’autobiografia di un uomo che è diventato Papa; di un uomo che, però, è riuscito a dare un senso profondo a tutte le azioni quotidiane, a tutto quello che gli è accaduto nella sua vita, una vita peraltro che ha avuto momenti molto difficili, della sua famiglia, la storia di emigrazione che ha conosciuto anche grandi difficoltà, un ragazzo che è andato a scuola, che ha addirittura partecipato ad una rissa; è il racconto di un ragazzo che è stato attratto dalle ragazze; che ha giocato a calcio, anche se non era fortissimo da quello che ho capito, che però andava col papà a vedere le partite del San Lorenzo e, poi, al ritorno, mangiava la pizza in una specie di rito familiare… Una autobiografia nella quale lei racconta delle barzellette. È il racconto di una famiglia che lo ha molto amato, è il racconto di un ragazzo che ha lavorato e che, ad un certo punto, ha sentito la chiamata… Ma mi ha commosso sinceramente, perché è il racconto di un Papa che conosce profondamente gli uomini e che ha camminato tutta la vita in mezzo agli uomini. E di questo la ringrazio di cuore, con tutto l’affetto che sa…”

          Dopo la lettura di questa domanda, vero e umiliante atto di cortigianeria, viene da farsi molte altre domande ma vogliamo sottolineare solo qualche interrogativo: è possibile che un giornalista si esprima con questo linguaggio mellifluo e cortigiano e poi provi a far passare l’idea che la vita del Papa è così unica e straordinaria? E’ semplicemente quella di miliardi di esseri umani che sono nati e vissuti nei “sotterranei della storia”. Fazio voleva solo accrescere il prestigio del suo programma e quindi ha sfruttato freddamente l’ospite come se fosse uno in più del suo lungo elenco di celebrità dello spettacolo mondiale.

Il Pontefice ora, e in passato, era consapevole del fatto di essere usato per ricavare frutti che nulla hanno a che vedere con la fede e con Cristo? Aveva coscienza che in questa intervista la fede cattolica interessava poco o nulla e che le linee-guida erano le solite: Papa Bergoglio, l’unico progressista autorevole nel mondo, è nostro amico e viene a trovarci a casa.

La vita di decine di milioni di emigranti europei in America Latina è finita in un modo diverso da quello della famiglia Bergoglio-Sivori, spesso in modo tragico per generazioni.  Per rispettare quell’enorme sofferenza anonima, di milioni di esseri umani, Fazio avrebbe dovuto usare un linguaggio meno da lacchè e magari fare al Pontefice una domanda sui popoli latinoamericani, forse sulla situazione argentina.  

Fazio paga il pedaggio.

Dietro a tutti i tre gli incontri nel programma “Che tempo che fa”, c’è stato sempre, nella proposta e allestimento dell’intervista, la signora Chiara Ammirante, fondatrice e guida della comunità “Nuovi Orizzonti”. Questa comunità, per le sue opere, utilizza anche rilevanti donazioni di personaggi dello spettacolo, dell’arte e della filantropia. Uno di loro è proprio Fabio Fazio e questa realtà spiega un’altra domanda di Fazio al Papa, lo scorso 19 gennaio:

Grazie Papa Francesco. Tra l’altro c’è un’altra grande sfida che riguarda l’oggi: il gravissimo disagio che cresce fra i giovani. Una volta ne abbiamo parlato qui con la fondatrice di Nuovi Orizzonti, Chiara Ammirante, e ci ha dato alcuni dati tremendi: il 50 % dei ragazzi subisce bullismo; c’è stato un aumento del 75 % dei suicidi; il 20 % soffre di salute mentale; e stanno aumentando le dipendenze. Ecco, secondo lei, ci sono risposte concrete che si possono dare a questo disagio, che soprattutto cresce fra i giovani, nella nostra società?”

Ecco la laconica e disarticolata risposta di Papa Francesco.

"Ce ne sono, ce ne sono. Ci sono risposte e la prima di tutte è essere vicino e accompagnare. Essere vicino e accompagnare. I giovani hanno forza, possono reagire bene. Dobbiamo essere vicini e accompagnare. Non dimenticare questo: la vicinanza e andare per mano per il cammino della vita."

Un’accoglienza fredda e critica.

Il libro del Papa, in alcuni ambienti, non ha avuto l’accoglienza pronosticata nonostante la campagna pubblicitaria dell’editore. Ora i librai si dichiarano delusi come sono delusi anche i molti biografi di Francesco, autori di decine e decine di altri volumi. Questa volta, alcuni precedenti artifici non hanno funzionato, soprattutto perché “non c’era nulla di nuovo, tutte cose vecchie, conosciute e ripetute”. Ed è proprio così. Si attendevano nuove e scoppiettanti rivelazioni. Si pensava a nuove polemiche, a inedite “bombe bergogliane”, e cioè parole o frasi en passant cariche di significati critici. Neanche quelle sono arrivate, eppure erano molto attesi chiarimenti del Papa su momenti della sua vita che si conoscono a metà, o sono enigmatici, mai spiegati, così come non sono arrivate anticipazioni per il futuro del pontificato. Alcuni biografi del Papa, così chiamati e riconosciuti da oltre 11 anni, si sono lamentati dicendo: troppi errori, imprecisioni, cose non esatte …  

Un altro libro come altri. Un format.

Per ora, ovviamente, non esistono dati statistici affidabili sulle vendite anche perché l’annuncio delle traduzioni in decine di lingue in 80 Paesi è un po’ diverso nella realtà. Al riguardo si dovrà attendere almeno tre mesi. Per ora preoccupa la costatazione della “saturazione”, vale a dire l’eccesso di libri di Francesco, sostanzialmente tutti uguali, e che sono sempre lunghe interviste sugli stessi argomenti e firmati da svariati autori e testate. L’Autobiografia era attesa proprio perché si pensava che, almeno in una parte sostanziale, il testo era dello stesso Jorge Mario Bergoglio e non dall’ennesimo intervistatore di servizio. Il marchingegno - domande e risposte registrate, trascritte e rielaborate – ancora funziona ma ormai è sterile. I libri del Papa sono diventati un format.

Più lontano si è da Roma, più svanisce l’interesse.

In questa vicenda di “Papa Francesco autore di libri” è entrato a far parte un qualcosa di negativo che però sembrava non untare il Pontefice argentino. Appariva, seppure lontano, attrattivo. La lontananza fisica, i cerchi concentrici che s’irradiano da Roma verso il resto del mondo, non colpivano il suo fascino. La sua comunicazione seduttiva sembrava inesauribile. Ormai però non è più così. E’ subentrata una sorta di stanchezza. In questo fenomeno conta, e molto, la graduale perdita di rilevanza sociale reale del Vaticano nella comunità internazionale. Naturalmente non manca il rispetto, l’attenzione e l’osservazione attentissima, ma i tempi del mondo oggi non includono la Chiesa (e le religioni) come interlocutore indispensabile.

Fazio racconta al Papa una polverosa barzelletta, come al bar.

Questo passaggio in cui il presentatore racconta al Papa una barzelletta sul Papa è stato a dir poco esilarante. Il racconto, maldestro, dell’ormai conosciutissima barzelletta del Pontefice autista di un pezzo grosso, e il disorientamento di Francesco, hanno offerto forse il momento più spassoso dell’intervista. Tutto era fuori luogo, sciocco e dannoso per l’immagine del Papa.

Cosa si è voluto trasmettere e perché?

Si tratta della vecchia frottola della stampa “Bergoglio-friendly”: Francesco è grande perché “è uno come noi” ed è “un Papa progressista”.

Se le cose stanno così, vuol dire che molti appartenenti all’entourage del Pontefice, in Vaticano, nella stampa, nel quartiere del Borgo Pio, e anche fuori di questi micromondi, non hanno ancora capito che banalizzando il Papa, arruolandolo nella propria parte politica, ignorando e minimizzando il suo magistero religioso e spirituale, rendono gradualmente irrilevante la Chiesa e la sua leadership.

Allestire attorno al tavolo del Pontefice a Santa Marta un bar di periferia per trarre profitto giornalistico è meschino e insensato. Fare del Santo Padre Francesco un brand progressista è balordo. Purtroppo tutto ciò accade dal giorno dopo la sua elezione a Vescovo di Roma.