Post in evidenza

Per un Natale all’insegna del Cristianesimo con dom Gérard Calvet O.S.B.!

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1142 bis pubblicata da Paix Liturgique il 26 dicembre, in cui si riporta un estratto dal...

giovedì 26 dicembre 2024

Una mangiatoia che esula da qualsiasi tipo di programmazione #300denari

In un mondo in cui regna una sempre più pervasiva pianificazione, con la rubrica 300 Denari ci siamo dedicati a più riprese al rilancio del concetto di libertà nella Verità. Il nostro è un mondo sempre più imbrigliato in una visione cartesiana, che tende ad ingegnerizzare qualsiasi cosa: anche le "scienze" sociali (che scienze non sono). E vuole controllarle: con gli esiti catastrofici che abbiamo sotto gli occhi quotidianamente, non fossero altro che il processo di impoverimento e di auto-estinzione di questa povera Europa.
E' una mania di controllo di cui non è scevra nè la Chiesa (pensiamo ai rimandi alle varie Cop nella "Laudato Sì" o alle innumerevoli preghiere dei fedeli del tipo: "preghiamo affinché i governanti individuino nuove soluzioni per la pace e il benessere...") nè il governo attuale (pensiamo al recentissimo aggiornamento del codice della strada da parte di Salvini).
Con questa riflessione sul Natale che ho annotato durante la meditazione in preparazione dell'Avvento tenuta da un amico sacerdote, voglio riallacciarmi ed insistere sulla dimensione di avventura, di rischio, di affidamento che ha caratterizzato la Natività. Un momento in cui la Provvidenza ha guidato e stravolto la storia, in barba a qualsiasi misera e insipida programmazione umana.


Gabriele


-------------------- MEDITAZIONE D'AVVENTO --------------------

La scrittrice Flannery O’Connor sosteneva che il mondo fosse una processione di animali in cammino verso Betlemme, per vedere di nuovo la Luce e sosteneva che di non aver fatto altro che rintracciare l’itinerario di alcuni di questi. In effetti i suoi racconti sono popolati di personaggi abbastanza spaventosi… a volte un po’ al limite! Che però, in qualche modo, vengono cambiati dalla Grazia, anche se spesso vi fanno resistenza.

È bello anche per noi provare a immedesimarci negli animali in cammino verso Betlemme per rinascere, per vedere di nuovo la luce, per cambiare la pelle e per svegliarci a una nuova vita: la vita dello spirito. Ricordo un’antifona antica, divenuta un famoso canto Gregoriano, che si chiama O Magnum Mysterium:
O grande mistero e mirabile sacramento,
che gli animali vedessero il Signore appena nato
giacente nella mangiatoia.
O Vergine Beata, il cui ventre
meritò di portare il Signore (Gesù) Cristo.
Alleluia.
Grande mistero, che gli animali vedessero il Signore appena nato. Prima ancora dei pastori, il Cristo l’hanno visto gli animali.

Questi giorni d’Avvento ci hanno preparato in vari modi. Tuttavia, il modo migliore di prepararsi è quello di mettersi davanti ai fatti come ce li raccontano i Vangeli. Abbiamo due racconti della nascita di Gesù: uno in Luca e uno in Matteo. Due racconti che possono essere armonizzati anche se riportano ognuno elementi e prospettive differenti: Luca è più centrato su Maria, ha la mangiatoia, i pastori, gli angeli, è più “sorprendente”, ma più tranquillo. Matteo è più centrato su Giuseppe, ha la stella cometa, i Magi, Erode, la strage degli innocenti. È più drammatico.

In ogni caso, l’incontro con i fatti del Natale ci fanno capire che il Natale non è un evento particolarmente rassicurante: presenta una dimensione avventurosa sebbene, allo stesso tempo presenti anche una forte dimensione di fiducia nella Provvidenza. E io volevo proporvi oggi questa prospettiva, o questa parola chiave per prepararci al Natale, la Provvidenza.

Quello della Provvidenza, è un tipico argomento manzoniano che rimanda alle nostre reminiscenze dei temi di quinta liceo: i letterati potrebbero ampiamente discettare sul tema della Divina Provvidenza e della “Provvida sventura” nei Promessi Sposi e alcuni di questi letterati potrebbero anche citare Verga, nel cui romanzo “I Malavoglia”, la barca della famiglia dei protagonisti si chiamava proprio “Provvidenza”. Naturalmente la Provvidenza non se l’è inventata Manzoni e neanche Verga!

Quando parliamo di Provvidenza ci riferiamo a Dio che governa tutte le cose: tutte vengono da Dio; le ha create lui. Tutte tendono a Dio. Perché Dio è il bene infinito ed eterno a cui tutte le cose si dirigono. Quindi, in fondo, lo schema dell’universo e della realtà è molto semplice: Dio ci ha creati e siamo in cammino verso di Lui.

Questo cammino è qualcosa che dipende anche da noi sebbene, per contro, è facile che possiamo venire ingannati nelle nostre percezioni: ed ecco allora che interviene la Provvidenza!

Il nome Provvidenza si riferisce a Dio in quanto governa tutte le cose ordinandole al loro fine: Dio governa le cose non intelligenti e non libere, ma governa anche le cose intelligenti e libere, nel rispetto della loro libertà.

Dio ha organizzato tutto perché nessuna delle sue creature manchi di nulla. Nella Bibbia, tantissimi testi parlano di questo:
Ps 147,9
provvede il cibo al bestiame,
ai piccoli del corvo che gridano.
Ps 104,27
Tutti da te aspettano
che tu dia loro cibo a tempo opportuno.
Ps 136,25 
Egli dà il cibo a ogni vivente,
perché il suo amore è per sempre.
Ps 145,15
Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa
e tu dai loro il cibo a tempo opportuno.
Matt 6,26 
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro?
Così come ci sono molte storie di persone che si fidano di Lui: Abramo, Mosè, Davide, Rut, Giuditta, Ester…

E così, quando Gesù deve nascere, entrano in scena non figure di spicco della società religiosa, ma gli Anawim: persone semplici che camminano con fede, fidandosi di Dio!
Maria e Giuseppe… e un asinello! C’è nell’aria fiducia nel futuro sebbene andare al censimento al nono mese di gravidanza, non sia una piacevole passeggiata! Figuriamoci addirittura il lasciare Betlemme di notte!

E questo ci ricorda che oggi siamo malati di pianificazione quando invece, nella Bibbia, c’è una dimensione virtuosa che è ordine al Fine. Nelle nostre vite siamo spesso portati a sconfinare verso la sfiducia in Dio, o comunque tendiamo verso una vita che è tutta costruita su di noi, su quello che facciamo noi.
Un mondo di sistemi previdenziali e assicurazioni sulla vita. Un mondo di pianificazione economica, climatica, di centralizzazione della prevenzione e della sanità. Screening preventivi, mappature, controlli. Certificazioni di studenti, di auto, di abitazioni, di contratti. Tutto ciò, portato oltre a una certa misura, crea un grande senso di ansia, di paura e di continuo allarme; anche in occasioni che dovrebbero essere di gioia, come di norma lo è ad esempio una gravidanza.

Il nostro futuro è nelle mani di Dio e se ogni tanto non allentiamo le redini, non lasciamo un po’ la corda, non capiremo dove va il Signore, perché controlleremo tutto noi (o così cercheremo)!
Non preoccupatevi dunque dicendo: ‘Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?’. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di sé stesso. A ciascun giorno basta la sua pena”.

Come possiamo applicare la fiducia nel Signore? In primo luogo cercando la pace con noi stessi: la pace, per il cristiano, arriva all’inizio, non alla fine!
Gli angeli hanno cantato: “pace in terra agli uomini di buona volontà”.

San Josemaría Escrivá de Balaguer scriveva in un suo punto:
"Galoppare, galoppare!... Fare, fare!... Febbre, follia di movimento... Meravigliosi edifici materiali...
Spiritualmente: legni di cassetta, miseri drappeggi, cartoni pitturati... galoppare, fare! —E tanta gente che corre: un andirivieni.
È che lavorano puntando solo al momento attuale: “sono” sempre “al presente”. —Tu..., tu devi vedere le cose con visione d'eternità, “mettendo al presente” il termine finale e il passato...
Calma. —Pace. —Vita intensa dentro di te. Senza galoppare, senza la pazzia di cambiare di posto, nel luogo che nella vita ti spetta, tu, come una poderosa dinamo spirituale, a quanti darai luce ed energia!..., senza perdere il tuo vigore e la tua luce”.

Torniamo alla fiducia, quella che permette di amare davvero. E facciamo attenzione a un possibile paradosso: quando siamo guidati dalla paura, smettiamo di amare veramente e liberamente ed è lì che tutto rischia di tramutarsi in farsa e superficialità.


-------------------------------------------- FINE --------------------------------------------




Ti piace 300 Denari? Seguici su Telegram, Instagram, Facebook o X!
Contatto e-mail e presentazione della rubrica

Nessun commento:

Posta un commento