Per tramite del suo segretario diacono Ambrogio Fidato, abbiamo ricevuto la seguente informazione ex Aedibus da S.E.R. Mons. Eleuterio Favella.
La comunicazione segue all’anticipazione dell’autobiografia Spera pubblicata il 17 dicembre dal quotidiano Corriere della Sera, in cui papa Francesco, in riferimento al suo viaggio apostolico in Iraq del 5-8 marzo 2021, ha scritto: «Mi avvertirono non appena atterrammo a Baghdad, il giorno precedente. La polizia aveva avvisato la Gendarmeria vaticana di un’informativa giunta dai servizi segreti inglesi: una donna imbottita di esplosivo, una giovane kamikaze, si stava dirigendo a Mosul per farsi esplodere durante la visita papale. E anche un furgone era partito a tutta velocità con il medesimo intento. […] Quando il giorno seguente domandai alla Gendarmeria che cosa si sapeva sui due attentatori, il comandante mi rispose laconicamente: “Non ci sono più”. La polizia irachena li aveva intercettati, e fatti esplodere». (QUI; QUI il libro).
Grati a Sua Eccellenza Reverendissima per il rinnovato privilegio della sua considerazione nel volerci segnalare alcuni documenti che altrimenti passerebbero inosservati o non verrebbero evidenziati come dovrebbero ed inginocchiati al bacio dell’anello, ci professiamo imperituramente suoi servitori umilissimi et figli devoti in Cristo, e imploriamo la sua augusta benedizione.
L.V.
NOSTRE INFORMAZIONI
A seguito delle roventi polemiche sorte in margine alle auguste rivelazioni circa il duplice attentato scampato dal S. Padre, durante il viaggio apostolico in Irak nel 2021, la Prefettura della Casa Pontificia, con nota diramata stamane dalla Sala Stampa della S. Sede, ha inteso precisare recisamente che all’Ambasciatore irakeno presso la S. Sede non è mai stata donata dal S. Padre alcuna reliquia, né maggiore, né insigne, né equiparata per indulto alle precedenti, e né tampoco minore o per contatto, né «ex ossibus», né «ex capillis», della Beata Quartina del Grillo.
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