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lunedì 18 novembre 2024

Orrori architettonici… e dove trovarli #215 a Sesto San Giovanni (MI)

Chiesa parrocchiale della Resurrezione di Gesù dell’arch. Cino Zucchi (anno 2010; arredi sacri anno 2023).

Dopo aver guardato con raccapriccio i risultati degli investimenti economici anche dell’Arcidiocesi di Milano, ribadiamo la domanda: se lo meritano l’otto per mille?

Lorenzo

Descrizione del progetto: Il profilo concavo della facciata, il campanile che ripara la casa retrostante, la cancellata che la collega al centro parrocchiale esistente e la pavimentazione del sagrato formano uno spazio collettivo tra la dimensione vitale della strada e quella più intima dello spazio sacro, richiamando la presenza attiva degli edifici liturgici nei tessuti edilizi italiani.
Il contesto (una periferia industriale di Milano) e l’edificio esistente da sostituire (un capannone riconvertito a chiesa-osteria costruito da un gruppo di preti operai negli anni Sessanta) hanno generato un progetto formalmente contenuto, che affronta il difficile tema della casa di culto contemporanea senza indulgere in esibizionismi strutturali o nella ricerca di libertà figurative.
Le specifiche richieste dal bando di concorso e le limitazioni imposte dall’edificio e dagli spazi aperti esistenti hanno portato alla configurazione di una soluzione spaziale necessariamente compatta, che doveva rispettare la forma del sito.
Il volume della chiesa e dei locali adiacenti è scavato in modo da creare un’area di accoglienza coperta per la comunità verso la strada a sud e a ovest verso le siepi che costeggiano il campo da calcio. Il campo sportivo esistente sul retro mantiene la sua forma e dimensione.
Il fronte su via Pisa rispecchia perfettamente la lunga tradizione delle facciate «a vela», dalla facciata seicentesca della chiesa di Juan Caramuel a Vigevano (autore del celebre «Arquitectura civil recta y obliqua») alla chiesa di Gio Ponti in via Paolo Giovio a Milano. Il nuovo fronte riprende il filo della gronda del vicino oratorio; l’angolo concavo tra i due lati crea una zona riparata sopra l’ingresso e dà forma al nuovo spazio del sagrato.
Intorno al volume principale dell’aula-chiesa, un corpo più basso coperto da un tetto a falde ospita gli spazi destinati alla vita sociale del complesso parrocchiale: gli uffici dei sacerdoti, le sale riunioni, la sacrestia e l’atrio per una grande sala eventi sotterranea in corrispondenza dell’aula liturgica.
Se l’impianto generale degli spazi è del tutto tradizionale, un’accurata determinazione delle aree di pertinenza, le proporzioni degli ambienti, il sistema di illuminazione, il disegno semplice dello spazio liturgico e degli arredi esprimono la ricerca di uno spazio accogliente per una comunità cristiana contemporanea, dove contemplazione e attività nel mondo, vita quotidiana e senso del sacro non sono momenti separati, ma aspetti di un sentire unitario.
La disposizione dei nuovi ambienti che formano il complesso parrocchiale mira a massimizzare il loro rapporto con gli spazi aperti, aprendoli ai momenti di aggregazione che costituiscono un elemento chiave della sua vita.
Nelle loro molteplici varianti, queste due forme spaziali sono spesso combinate in molti esempi storici, dalla Cappella Pazzi di Brunelleschi, a S. Andrea sulla via Flaminia del Vignola – dove una cupola circolare o ellittica è impostata su un semplice volume rettangolare – fino a diversi esempi tardo-barocchi di Guarini. L’architettura dell’interno risuona anche con due matrici figurative opposte: le chiese francescane e domenicane, sale non decorate con strutture di copertura a vista, e le cupole avvolgenti delle chiese affrescate della Controriforma. Tra il sagrato e l’aula interna c’è uno spazio trasversale più basso, che funge da vestibolo e ospita il fonte battesimale, la cui collocazione di fronte all’altare richiama la posizione che occupava anticamente.
Le facciate esterne sono rivestite da una serie di lastre verticali di uguali dimensioni ma di materiali diversi: pietra di Trani bianca, pietra Serena grigia, lastre di zinco ossidato, vetro serigrafato. Il loro ritmo, la loro posizione e la loro quantità cambiano a seconda dell’orientamento del sole, della qualità degli spazi interni e del rapporto con l’ambiente urbano, generando un motivo decorativo bidimensionale che agisce come una texture più fine rispetto alla dichiarazione volumetrica più audace.

Descrizione tratta e tradotta dalla pagina zucchiarchitetti.com.

Fotografie degli esterni:










Fotografie degli interni:














5 commenti:

  1. Esterno : Toh, l'effetto optical mi mancava.
    Interno : E' comune ad altri edifici aperti al culto (non ce la faccio a chiamarle Chiese) col solito pietrone delle macellerie che funge da altare e il tetto con punti luce dei lucernari.Qui in peggio c'e' quel pezzetto di matita temperata che funge forse da Tabernacolo? Dio mi perdoni!

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  2. Questo è un vero capolavoro certamente sui generis ma un capolavoro

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  3. È stupefacente come questi edifici siano privi di proiezione spirituale.
    Nonostante tutti i loro grandi spazi bianchi e vuoti sono veramente limitati.

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  4. Questo edificio manifesta il Primato di Dio?

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  5. O non manifesta piuttosto la poverta' liturgica?

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