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lunedì 11 novembre 2024

Luis Badilla. I Concistori del pontificato di Francesco. Un ingannevole declassamento del Collegio cardinalizio

Grazie a Luis Badilla per questa utile analisi sulla (mancata) gestione dei concistori cardinalizi da parte di Francesco.
"Un ingannevole declassamento del Collegio cardinalizio: Francesco, in concreto, non ha mai incontrato il Collegio cardinalizio per discutere, ascoltare e rispondere (ai cardinali) su “temi non formali” come aveva detto di voler fare. Il paradosso è che tutte le volte in cui ha incontrato il Collegio di cardinali, per celebrazioni diverse e non per questioni della sua agenda di governo, ha parlato solo lui e le materie sono state sempre formali o di circostanza".
Luigi C.

I Concistori del pontificato. Quanto è vero che i cardinali creati da Papa Francesco siano stati i suoi veri "consultori"? Nel luglio 2013 il Santo Padre auspicò incontri con il Collegio cardinalizio “non formali”. Non ne ha fatto neanche uno.

9-10-24

Fra un mese (sabato 7 dicembre) Papa Francesco presiederà il suo X° Concistoro nel corso del quale creerà 20 nuovi cardinali di cui 19 elettori e uno non elettore. Oltre alle statistiche cardinalizie, aspetto di grande rilevanza, c'è anche una questione che raramente viene rilevata nella sua notevole importanza: la convocazione di tutti questi ecclesiastici cardinali, scelti dai Papi, per coadiuvarlo (“assisterlo”) in quanto Vescovo di Roma, Pastore universale. I cardinali, dunque, esistono anche per fare i consultori, i consiglieri, i consulenti del Pontefice.

Il Canone 349 del Codice di Diritto Canonico su queste riunioni di cardinali stabilisce: “I Cardinali di Santa Romana Chiesa costituiscono un Collegio peculiare cui spetta provvedere all'elezione del Romano Pontefice, a norma del diritto peculiare; inoltre i Cardinali assistono il Romano Pontefice sia agendo collegialmente quando sono convocati insieme per trattare le questioni di maggiore importanza, sia come singoli, cioè nei diversi uffici ricoperti prestandogli la loro opera nella cura soprattutto quotidiana della Chiesa universale.”

Occorre tenere presente anche questi commi del Codice:

“Can. 353 - §1. I Cardinali prestano principalmente aiuto con attività collegiale al Supremo Pastore della Chiesa nei Concistori, nei quali si riuniscono per ordine del Romano Pontefice e sotto la sua presidenza; i Concistori possono essere ordinari o straordinari.

§2. Nel Concistoro ordinario vengono convocati tutti i Cardinali, almeno quelli che si trovano nell'Urbe, per essere consultati su qualche questione grave, che tuttavia si verifica più comunemente, o per compiere determinati atti della massima solennità.

§3. Nel Concistoro straordinario, che si celebra quando lo suggeriscono peculiari necessità della Chiesa o la trattazione di questioni particolarmente gravi, vengono convocati tutti i Cardinali.

§4. Solo il Concistoro ordinario in cui si celebrino particolari solennità può essere pubblico, in cui cioè, oltre ai Cardinali, vengono ammessi i Prelati, i legati delle società civili ed altri che vi sono invitati.”

In concreto e in parole dirette:

a)   I Cardinali assistono il Papa sia come Collegio sia come singoli.

b)   I Cardinali assistono il Papa principalmente come Collegio.

c)    Le riunioni del Papa con i Cardinali, che chiamiamo Concistori, possono essere Straordinari oppure Ordinari e ciò dipende dalla gravità delle questioni oppure dal volere del Pontefice. Può essere pubblico solo un Concistoro ordinario, per solennità speciali, e possono essere ammessi (presenziare) altri ecclesiastici e laici.

Papa Francesco non si è mai avvalso della potestà che concede a lui, e solo a lui, di riunirsi riservatamente con i suoi cardinali.

Quindi il Canone 353 - §1 del Codice di Diritto Canonico è stato applicato solo nel caso di Concistori ordinari pubblici (in occasione della creazione di nuovi cardinali o per atti riguardanti di canonizzazioni e di beatificazioni).

L’unica volta in cui si è verificato qualche cosa di simile a un incontro collegiale tra Francesco e i cardinali - il 20 febbraio 2014 - lo stesso Papa invitando all’evento diversi ecclesiastici non cardinali, tra cui 19 ecclesiastici che sarebbero stati creati cardinali giorni dopo (22 febbraio 2014), innescò il meccanismo che impediva che fosse un faccia a faccia, un Concistoro straordinario, cioè segreto.

Al centro dell’incontro la famiglia

Il Pontefice, nel febbraio 2014, nel suo Saluto ai porporati e agli invitati, parlò di “giornate di incontro e di lavoro comune”. Il Papa allora disse anche: “In questi giorni rifletteremo in particolare sulla famiglia, che è la cellula fondamentale della società umana. (…) Cercheremo di approfondire la teologia della famiglia e la pastorale che dobbiamo attuare nelle condizioni attuali. Facciamolo con profondità e senza cadere nella “casistica”, perché farebbe inevitabilmente abbassare il livello del nostro lavoro. La famiglia oggi è disprezzata, è maltrattata, e quello che ci è chiesto è di riconoscere quanto è bello, vero e buono formare una famiglia, essere famiglia oggi; quanto è indispensabile questo per la vita del mondo, per il futuro dell’umanità. Ci viene chiesto di mettere in evidenza il luminoso piano di Dio sulla famiglia e aiutare i coniugi a viverlo con gioia nella loro esistenza, accompagnandoli in tante difficoltà, con una pastorale intelligente, coraggiosa e piena d'amore. Ringrazio a nome di tutti il Cardinale Walter Kasper per il prezioso contributo che ci offre con la sua introduzione.” (Fonte)

Appena eletto Francesco auspicò Concistori “non formali” per consultare i cardinali

Domenica 28 luglio 2013, rientrando dal suo primo viaggio internazionale (Rio de Janeiro, Brasile, GMG), ai giornalisti che lo interrogarono sull’aereo in merito al contenuto del suo ‘programma’ di governo, il Santo Padre auspicò “concistori cardinalizi, con tematiche non tanto formali - come per esempio, la canonizzazione, ma anche altre tematiche, eccetera”. (Fonte)

Come già detto, il Pontefice, però non ha mai voluto queste riunioni e quindi quando consentì un faccia a faccia tra i cardinali e fra lui e questi suoi consultori, il 20 febbraio 2014, autorizzando al contempo la presenza e partecipazione di personalità senza il titolo cardinalizio, di fatto e automaticamente senza bisogno di dichiararlo, cancellò ciò che era stato presentato come un Concistoro non pubblico.

Francesco, in concreto, non ha mai incontrato il Collegio cardinalizio per discutere, ascoltare e rispondere (ai cardinali) su “temi non formali” come aveva detto di voler fare. Il paradosso è che tutte le volte in cui ha incontrato il Collegio di cardinali, per celebrazioni diverse e non per questioni della sua agenda di governo, ha parlato solo lui e le materie sono state sempre formali o di circostanza.

Un ingannevole declassamento del Collegio cardinalizio

Insomma, i 162 porporati creati da Papa Francesco tra il 2013 e il 2024 (in 10 Concistori) di cui 132 elettori e 30 non elettori, non sono stati scelti come consultori possibili, necessari e richiesti dal Codice di Diritto Canonico.

Per la verità i cardinali consultori per assistere il Pastore universale nel suo ministero e missione di guida della Chiesa di Cristo sono stati, in oltre 11 anni, pochi e sempre gli stessi in tutte le materie e in tutti i posti. Un vero cerchio magico cardinalizio, come quello che si conosce oggi come “Consiglio dei 9” e che nel tempo della sua esistenza ha avuto 8, 7 e 6 membri. L’annuncio di questo organismo da creare lo fece il Santo Padre spiegando che lo pensava come "una Consulta outsider", e cioè “non le Consulte che già vi sono”, precisò nel luglio 2013.

A questo Consiglio e alla sua vita travagliata va associata la stesura della Costituzione Praedicate Evangelium, “riforma della Curia”, chiamata da alcuni, in modo pressapochista, “riforma della Chiesa” quando in realtà è sostanzialmente un nuovo organigramma con alcune riflessioni di apertura molto generiche. In 49 incontri, e undici anni di vita, questo Consiglio non ha dato altri risultati rilevanti.

Il concetto, la tradizione, le norme giuridiche e la realtà stessa del Collegio Cardinalizio sono tutte realtà scomparse o liquefatte perché condannate all’atrofia istituzionale. Avere voluto diluire la collegialità nella sinodalità, pensando che ciò avrebbe dato alla Chiesa un volto aperto, progressista e dinamico, è stato un grave errore perché ha oscurato e declassato qualcosa che c’era e voluta dal Concilio Ecumenico Vaticano II, in cambio di un insieme di esortazioni di là da venire e che comunque non possono sostituire la collegialità. Perché collegialità e sinodalità non sono sovrapponibili?  I Documenti del Concilio non usano mai la parola “sinodalità” tranne quando l’assise conciliare si autodefinisce sinodale. Perché mentre sinodalità in sostanza, come ha ribadito il Papa per oltre anni, è “camminare insieme”, “collegialità” significa “decidere insieme”.