Riceviamo e pubblichiamo.
"Il risultato delle elezioni americane ha qualcosa da dire alla leadership della Chiesa, sia a Roma che nel resto del mondo? Sembra proprio di sì. Il problema è: sapranno ascoltare questa voce?".
QUI e sotto il video integrale.
QUI John Horvat: "UN SOSPIRO DI SOLLIEVO PER AVER EVITATO UN DISASTRO".
QUI Il Secolo d'Italia con Francesco Filipazzi: "Trump “federatore” del voto cristiano (con exploit cattolico). La riscoperta del divino contro lo stress woke: Proprio sul voto cattolico si innesta una parte consistente della vittoria di Trump, che cattolico, al contrario di Biden, non è, ma sui temi etici è percepito molto più vicino, da parte di tutte le confessioni cristiane con orientamento conservatore. Un voto che, stando alle stesse fonti cattoliche, è finito sul Gop a piè pari, non solo quello bianco, ma anche quello ispanico. Secondo il Washington Post, il 56% dei cattolici ha sostenuto il tycoon, percentuale che arriva al 60% fra i cattolici bianchi. In generale il 62% dei cristiani, con la forte pressione degli evangelici, ha votato a destra. “Il successo di Trump, e soprattutto il forte distacco di 15 punti rispetto alla candidata democratica, riflette una tendenza profonda all’interno del cattolicesimo americano – spiega Avvenire, il quotidiano della Cei – dove i più giovani si stanno sempre più allineando con il partito repubblicano grazie alle sue posizioni in difesa della libertà religiosa e contro l’aborto”. I cattolici non supportano la sinistra woke. Sembra insomma che, mentre per una parte consistente dell’intellighenzia cattolica, anche porporata, alcuni temi sono passati in secondo piano, non è così per il popolo dei fedeli, che si sentono attaccati dal traboccare della cultura “woke”. L’imposizione della teoria gender, il cedimento completo sui temi etici e, soprattutto, il divieto di dissentire, non sono digeribili per un mondo non necessariamente oltranzista e confessionale. Un’idea che propugna la libertà completa dell’individuo, anche quella di cambiare sesso, può essere imposta nelle scuole, nelle università e negli edifici pubblici con la forza, espellendo dal consesso civile chi non è d’accordo? La risposta è no, soprattutto negli Stati Uniti dove la concezione della società, per lo meno nell’anima profonda, è libertaria e puritana. Dunque, libertà dalle imposizioni dello stato che non deve ficcare il naso negli affari privati, soprattutto economici, ma con una forte etica pubblica".
In fondo al post una interessante foto tra le contee che hanno votato Trump (in rosso) dove si dice ancora "buon Natale" e quelli che hanno votato Kamala Harrys (in blu) dove si vuole persino eliminare la dizione del Natale. Per fortuna si vede come è adata a finire nelle elezioni...