Grazie a Korazym.org per queste riflessioni su questa pessima nuova nomina di Francesco.
QUI le terribili parole del nuovo Predicatore Pontificio, Padre Roberto Pasolini.
QUI Marco Tosatti.
Luigi C.
20 Novembre 2024, Korazym.org, Vik van Brantegem
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 20.11.2024 – Vik van Brantegem] – Il Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede N. 873 di sabato 9 novembre 2024 ha pubblicato la nomina del nuovo Predicatore della Casa Pontificia, sul presumibilmente più importante “pulpito” di predicazione nella Chiesa Cattolica Romana, dopo quello dello stesso Papa: «Nomina del Predicatore della Casa Pontificia – Il Santo Padre ha nominato Predicatore della Casa Pontificia il Reverendo Padre Roberto Pasolini, O.F.M. Cap., Docente di Esegesi biblica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale a Milano – Curriculum vitae . P. Pasolini è nato il 5 novembre 1971 a Milano (Italia). Ha emesso i voti perpetui nell’Ordine Francescano dei Frati Minori Cappuccini il 7 settembre 2002 ed è stato ordinato presbitero il 23 settembre 2006. Dopo aver conseguito il Dottorato in Teologia biblica presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma, è stato Docente di Lingue bibliche e di Sacra Scrittura presso lo Studio Teologico Laurentianum Interprovinciale dei Frati Minori Cappuccini a Milano e a Venezia. Attualmente, oltre a insegnare Esegesi biblica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale a Milano, collabora con l’Arcidiocesi ambrosiana nella formazione dei docenti di religione e con la Conferenza Italiana dei Superiori Maggiori. Autore di diversi articoli e libri di spiritualità biblica, si dedica alla predicazione di ritiri e di esercizi spirituali».
Subito dopo l’annuncio della nomina è stato riferito, che alcune delle dichiarazioni passate del frate cappuccino, in particolare riguardo all’omosessualità, non sono in linea con il tradizionale insegnamento morale della Chiesa. Ciò ha spinto molti a chiedersi: un uomo con idee come Fra’ Pasolini, dovrebbe essere scelto per diventare predicatore della Casa Pontificia e condurre i ritiri spirituali per la Curia Romana, il governo centrale della Chiesa?
Riportiamo di seguito il commento di Robert Moynihan a margine della nomina del nuovo Predicatore della Casa Pontificio, sul numero 50 di The Monynihan Letters del 18 novembre 2024, nella nostra traduzione italiana dall’inglese:
«Ok, allacciate le cinture… Ci aspetta un viaggio un po’ accidentato. Un viaggio che preferirei non iniziare. Preferirei evitare la “follia” — intendendo, precisamente, cose “non sane”, non salutare (“sanus” in latino significa “salutare”) — come le speculazioni sulla vita sessuale di Gesù e Lazzaro, e degli Apostoli. Dopo incessanti speculazioni in tutta la nostra società, anche su tali questioni, si desidera ardentemente cose semplici, cose sensate, cose non folli. Eppure eccoci qui.
Un frate francescano di 53 anni e studioso della Bibbia è stato appena nominato “Predicatore della Casa Pontificia”. Si dice che il suo stile di predicazione “cerca di affrontare problematiche relative all’esistenza umana e alla fede, rendendole al contempo rilevanti per le problematiche e le tendenze contemporanee” [*].
Ecco l’essenza del problema. Se si affrontano “problematiche relative all’esistenza umana e alla fede”, “rendendole (quelle problematiche) rilevanti per le problematiche e le tendenze contemporanee”, inevitabilmente ci si allontana dal modo in cui queste problematiche erano viste da Cristo, dagli Apostoli, da San Paolo e dai Padri della Chiesa.
Questo modo di guardare le cose in un modo che è “rilevante” per “le problematiche e le tendenze contemporanee” può essere chiamato “presentismo”. Perché? Perché nell’analisi letteraria e storica, il presentismo è un termine per l’introduzione di idee e prospettive odierne in raffigurazioni o interpretazioni del passato.
Il “presentismo” considera i criteri di “oggi”, dei nostri “tempi presenti”, come decisivi. Ma il modo Cattolico di vedere le cose ha sempre creduto che ciò che è decisivo è come le cose erano viste al tempo di Cristo, e subito dopo Cristo, cioè come Cristo, gli Apostoli, San Paolo e i Padri della Chiesa, vedevano le cose. Questa tendenza moderna di giudicare le cose secondo “i criteri del nostro tempo” può anche essere chiamata “modernismo”, e il modernismo implica, inevitabilmente, un allontanamento dai criteri apostolici, criteri che fin dall’inizio sono stati decisivi per i Cristiani. Questo “presentismo”, questo “modernismo”, è un’ermeneutica che ci allontana dal modo apostolico di comprendere, interpretare e credere.
Torniamo a Fra’ Pasolini. Le persone che guardavano i suoi video, leggevano i suoi scritti, notavano che regolarmente lasciava vagare la sua mente attraverso i sentieri delle Scritture per porre domande come se o no:le storie di Davide e Gionata
la storia di Gesù e dell’amico che aveva resuscitato dai morti, Lazzaro
la storia del centurione romano e del suo servo (il servo che Gesù aveva guarito da lontano)
potrebbero aver coinvolto attrazione e comportamento omosessuale».
Robert Moynihan riporta che Michael Haynes su LifeSiteNews del 14 novembre 2024 ha scritto un pezzo utile su questo caso (Il nuovo Predicatore della Casa Pontificia promuove la lettura omosessuale della Scrittura e di Cristo) [QUI]: «La Chiesa Cattolica ha condannato in modo chiaro, coerente e fermo la pratica di azioni omosessuali fin dai suoi primi giorni. Un esempio scritturale di questo tipo si trova nella Prima Lettera ai Corinzi (1Cor 6,9), dove San Paolo afferma che le azioni omosessuali sono peccaminose. Ma parlando a febbraio, Pasolini ha respinto questo, dicendo: “Poniamoci una domanda, perché la domanda è legittima: ma nella Scrittura c’è qualche forma di approvazione delle relazioni omosessuali? E la risposta non è facilmente no, perché in realtà ci sono delle storie”. Ha iniziato a esaminare alcuni passaggi della Scrittura, evidenziandone alcuni che, a suo avviso, potrebbero essere la prova di relazioni omosessuali».
Il blog MiL-MessainLatino.it ha fatto una trascrizione della conferenza su Omosessualità e vita cristiana, dal video pubblicato su YouTube il 10 aprile 2024, in particolare dal minuto 36:23, in cui il nuovo Predicatore della Casa Pontificia sostiene posizioni apertamente filo-LGBT.
Di seguito riportiamo la trascrizione «in particolare dei passaggio in cui Fra’ Pasolini giudica non sconveniente pensare che vi fosse una relazione omosessuale tra il centurione ed il suo servo e in cui giunge ad ipotizzare relazioni omosessuali tra Gesù ed i suoi discepoli. Ed ascoltando la videoregistrazione emerge un insano trasporto di Padre Roberto Pasolini nei confronti delle schifezze che racconta», a cura di MiL-MessainLatino.it [QUI]:
«Poniamoci una domanda, perché la domanda è legittima: ma nella Scrittura c’è qualche forma di approvazione delle relazioni omosessuali? E la risposta non è facilmente no, perché in realtà ci sono delle storie (io ho citato le più citabili, poi vi dico anche fuori slide anche quelle meno citabili ufficialmente, che comunque possono alludere a questo).
La grande storia che viene spesso invocata come una storia di amore omosessuale è quella tra Gionata e Davide, e se voi la leggete, “il tuo amore per me era più prezioso di amore di donna”: c’è questa famosa espressione di amicizia tra Davide e Gionata che ci fa pensare che erano veramente amici.
È chiaro che arrivare a dire che era una relazione omosessuale è però una forzatura al testo, perché niente allude a questo: lo possiamo immaginare, lo possiamo pensare, ci può far piacere pensarlo, però non c’è scritto. Sicuramente c’erano al tempo storie di amore omosessuale, questo è evidente, quindi nulla ci vieta di poterlo pensare, di poterlo immaginare. Sotto, vedete, ci sono i riferimenti, i momenti clou di questa storia d’amore fra virgolette: nel libro di Samuele e nel secondo libro di Samuele.
Un altro riferimento, questo forse più noto a tutti, è il famoso centurione romano: vi ricordate quello che va da Gesù? Questa è una delle storie per me più belle della Bibbia, perché Gesù e quest’uomo non s’incontrano mai, non si sono mai visti, eppure Gesù non ha mai parlato così bene di una persona come di quest’uomo: “Non ho mai visto una fede così in Israele”, non l’ha neanche mai vista la persona, perché questo centurione manda prima gli scribi e i farisei, poi dei suoi amici da Gesù, gli dice: “Non entrare in casa mia” e Gesù infatti non entrerà in casa sua, “ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà salvato”… quella cosa che diciamo ancora nella Messa tutti i giorni.
E Gesù si ferma e dirà: “Io non ho mai trovato una fede così grande in Israele”: bellissimo quest’incontro.
Ebbene, questo racconto inizia così: “Un centurione aveva il suo servo malato, quel servo gli era molto caro”.
E qui la fantasia dei biblisti e dei lettori della Bibbia va in mille direzioni ed è legittimo perché, capite, per un centurione romano un servo malato è come una scopa di saggina che non funziona più, la butti e ne compri un’altra; invece un centurione che sguinzaglia tutte le amicizie che ha per guarire questo servo accende una domanda: ma perché gli era così caro? Lavorava bene? Forse lavorava più degli altri? Potremmo pensare anche così, oppure, come alcuni dicono, forse c’era una relazione fra loro due.
Non è sconveniente pensarlo, però pensate un po’ se fosse così: Gesù ha fatto l’elogio più grande a chi? Eh, noi siamo nei guai fino al collo qua per un certo modo di pensare, vuol dire che dobbiamo rivedere tutte le opinioni che abbiamo, o meglio dobbiamo accertare che Gesù appunto non aveva così paura di parlar bene delle persone per tornare alla benedizione che il papa ha scritto recentemente e che ha sollevato un vespaio.
Anche perché parlare bene di qualcuno non vuol dire approvare tutta la sua vita: chi di noi c’ha una vita che è al 100 per cento tutta integralmente perfetta o ordinata? Eppure riceviamo benedizioni, cerchiamo benedizioni continuamente, perché tutti abbiamo bisogno di sentirci guardati con rispetto, con fiducia e con amore, perché questo eventualmente ci fa andare verso il 100 per cento, per essere guardati con rispetto anche quando siamo un po’ strani, un po’ irregolari, un po’ non sul pezzo completamente, ecco.
Quindi ecco ci sono questi due episodi, ce ne sarebbero anche altri, quelli più, diciamo, spinti sono anche quelli che arrivano ad ipotizzare che delle relazioni omosessuali potrebbero esserci state, per esempio, all’interno della cerchia dei discepoli, tra Gesù e i discepoli, Gesù e Lazzaro, perché ci sono delle espressioni che “amava Lazzaro Gesù”, ci sono delle espressioni molto forti.
Però evidentemente è tutto un modo di cercare di proiettare nella Scrittura delle domande nostre, una curiosità nostra, cioè noi vogliamo trovare qualcosa che non c’è scritto: è un po’ come se tu leggi le nozze di Cana e vuoi scoprire come era vestita la sposa: non c’è scritto, non te lo dice il Vangelo, quindi la Bibbia non ci da tutte le risposte, perché non sono necessarie.
Un’altra cosa che mi sembra importante segnalare in questa e lo stavo già facendo in qualche modo è che nella Scrittura è molto chiaro un atteggiamento che manifestava Gesù di misericordia nei confronti delle persone che nell’ambito della sessualità, o nell’ambito di quelle cose che socialmente mettevano le persone ai margini, manifestava una grande pazienza e misericordia da parte di Dio. […]
Allora, tentativo di sintesi, e sottolineo tentativo, perché la faccenda è molto articolata.
Ora, nella Bibbia emerge una certa condanna di quella che noi potremmo definire l’omosessualità, anche se abbiamo fatto diventare un concetto, un sostantivo delle cose che nella Bibbia sono indicate, vi ricordo, in modo più preciso: atti omosessuali, passivi e attivi: la Bibbia non parla mai di omosessualità in termini generici, deplora alcuni atteggiamenti concreti, alcuni episodi, alcune azioni, non la persona.
Ecco, non c’è nessuna parola contro l’inclinazione, ma contro gli atti omosessuali, quella che potremmo definire l’omogenitalità, cioè secondo la Scrittura un atto genitale dello stesso sesso ha potenzialmente un significato attivo.
Quindi sembra assente nella Scrittura, dobbiamo riconoscerlo, un giudizio sulla condizione o sull’orientamento omosessuale, quella che noi oggi potremmo definire omosessualità in quanto orientamento psicologico o condizione esistenziale, cioè non c’è nessuna parola che va a colpire questa categoria di persone, cioè quelli che si svegliano e guardano una persona dello stesso sesso e ne provano attrazione, perché di questi oggi noi parliamo, non delle persone che hanno degli episodi di omosessualità, ma delle persone che si trovano a vivere qualcosa a livello emotivo, psicologico da cui non riescono e non vogliono trovare una distanza.
È da dire che la Bibbia non ipotizza nemmeno un mondo in cui ci sia una tendenza che non sia quella eterosessuale: nella cultura di quel tempo, l’unica tendenza che esisteva agli occhi degli autori e delle persone che vedevano era quella eterosessuale, noi oggi parliamo di persone omosessuali ma al tempo non si parlava di questo, per questo venivano anche stigmatizzati con quella forza di atti omosessuali: erano atti che venivano immediatamente catalogati come una cosa che non esisteva, come una donna che mette i pantaloni».
Prosegue Robert Monynihan il suo commento:
«L’essenza della problematica è che l’intero “mens” (mente, visione del mondo, prospettiva mentale) della cultura occidentale ha, per dirla in termini che i lettori possano capire, bucato due pneumatici sul lato passeggero dell’auto, così che il veicolo della nostra mente collettiva ora riposa immobile, inclinato verso destra, nella corsia di emergenza dell’autostrada, sui cerchioni di due pneumatici scoppiati e sgonfi, cerchioni che semplicemente sminuzzeranno la gomma se proviamo a continuare a guidare prima di aver montato due ruote di scorta completamente gonfie e di aver raddrizzato di nuovo il veicolo, di averlo riequilibrato di nuovo.
Ciò significa che non possiamo spostare questo veicolo, questo mondo culturale, questo “Occidente post-Cristiano risvegliato”, senza sostituire completamente i due pneumatici bucati, senza cambiare metà del nostro “mens”, metà della nostra intera visione del mondo, metà della nostra intera struttura mentale. In altre parole, abbiamo un problema che ci blocca, un problema che è un virus della mente, un problema di come vediamo il mondo che si è insinuato nella mente di quasi ognuno di noi e ci sta rendendo impossibile vedere le cose alla semplice luce della ragione e del buon senso.
Nei secoli passati non si è dovuto speculare se Gesù e Lazzaro potessero aver avuto una relazione omosessuale, ma per un comune e studioso frate francescano italiano di oggi, non c’è quasi modo di evitare di speculare sulla questione come parte di una riflessione spirituale.
Siamo ora nel tardo crepuscolo della Cristianità. La notte è scesa per più di due secoli, dall'”Oscuramento” dei filosofi francesi e dalla Rivoluzione francese che è nata dal loro pensiero. Le ombre si sono allungate da quando la cattedrale di Notre Dame a Parigi è diventata il “Tempio della ragione” della Rivoluzione nel 1793, 231 anni fa. Ecco la ricostruzione riassuntiva di uno storico di quanto accaduto: era il 10 novembre 1793 quando una giovane e attraente cantante d’opera fu portata su un palanchino fino alle porte della cattedrale di Notre Dame. La cantante, vestita in modo succinto e con il tridente di Giove, avrebbe dovuto interpretare la parte della Libertà in una delle esibizioni più strane a cui la cattedrale Cattolica antica di 600 anni avrebbe mai assistito. Entrata dalle porte centrali, percorse la lunga navata della grande cattedrale fino al suo palco, una “montagna” di cartapesta che era stata eretta nella navata della cattedrale. Intorno alla montagna c’era una compagnia di ballerini di balletto, tutti con delle torce in suo onore. Sulla cima della montagna c’era un piccolo tempio greco con le parole “Alla filosofia” incise su di esso. La cantante si sedette sotto il tempio mentre la folla radunata cantava inni in suo onore: “Tu, Santa Libertà, abita questo tempio, sii la Dea della nostra nazione”, gridavano. Quando le canzoni terminarono, il cantante salì sul tempio greco, si voltò verso la folla e sorrise. Scoppiarono applausi fragorosi, completando così la trasformazione della principale cattedrale francese nel Tempio della Ragione della Rivoluzione [QUI].
Questa era una falsa ragione. La vera Ragione, il Logos, incarnato in Cristo, la Parola di Dio, la Ragione di Dio, il Significato di Dio, la sanità ordinata della mente personale, è stata eclissata da veli, ombre e vane speculazioni. Dobbiamo tornare al sacro Logos, fonte di ogni essere e di ogni ragione, e permettere alle nostre menti di essere rinnovate nella Sua.
Questo in qualche modo dovrebbe essere il peso della predicazione quotidiana e costante al vertice della Chiesa di Roma, che si suppone sia il vertice della Chiesa di Cristo».
[*] In un articolo di Salvatore Cernuzio e Devin Watkins su Vatican News in inglese del 9 novembre 2023 [QUI]: “The 53-year-old Italian priest employs a style of preaching that seeks to address issues related to human existence and faith, while making them relevant to contemporary issues and trends” [Il sacerdote italiano di 53 anni impiega uno stile di predicazione che cerca di affrontare problematiche relative all’esistenza umana e alla fede, rendendole al contempo rilevanti per le problematiche e le tendenze contemporanee].
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