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domenica 24 novembre 2024

Il Papa secondo Joseph De Maistre

Grazie a Informazione Cattolica per la notizia di questa riedizione libraria.
Luigi C.


L’editore Iduna ripropone opportunamente uno dei grandi classici della filosofia cristiana degli ultimi secoli: “Il Papa di Joseph De Maistre“, corredato da un saggio introduttivo di Paolo Gulisano, il quale scrive: “Nella storia bimillenaria del Cristianesimo, uno degli aspetti che ha sempre contraddistinto la Chiesa Cattolica è la figura del Papa. Il Vescovo di Roma, infatti, non è solo un successore degli Apostoli, come tutti i vescovi, ma è il successore di Simon Pietro, colui al quale lo stesso Gesù Cristo affidò la continuazione della sua missione attraverso la Chiesa”.
La dottrina del Primato papale è stata messa in discussione nel corso della storia, in modo radicale dalle Riforme Protestanti, e in modo ancor più determinato dalle ideologie nate dall’Illuminismo, in particolare dalla Rivoluzione Francese.
Questi nemici della Chiesa trovarono un formidabile oppositore nella persona del conte Joseph Marie de Maistre, nato a Chambéry, in Savoia, nel 1753 e morto a Torino nel 1821.

De Maistre è stato uno dei più importanti esponenti del pensiero cattolico degli ultimi due secoli, anche se dal Modernismo in poi gli è toccata in sorte una voluta dimenticanza, a causa dello stigma di reazionario.

Era una personalità abbastanza eclettica, ma soprattutto fu un grande filosofo, con importanti incursioni nell’ambito della teologia. Fu politico, diplomatico, scrittore, magistrato e giurista. Insieme all’angloirlandese Edmund Burke, fu il primo ad aver espresso un giudizio critico dottrinalmente compiuto sulla Rivoluzione Francese, i cui furori aveva avuto modo di sperimentare personalmente, e che lo costrinsero a lasciare la sua terra.

De Maistre aveva fatto esperienza diretta della Rivoluzione, che nel 1792 aveva portato la sua aggressione contro la Savoia. Il conte fu costretto a fuggire in esilio, prima ad Aosta e poi in Svizzera, a Losanna. Nel 1794 de Maistre iniziò la stesura dello scritto Studio sulla sovranità, incompiuto e che uscirà soltanto postumo nel 1870. Ma saranno le Considerazioni sulla Francia, uno dei suoi maggiori scritti, ad assicurargli la celebrità in tutti gli ambienti controrivoluzionari europei. Fuggito dalla Svizzera, anch’essa invasa dalle truppe francesi, e trasferitosi a Venezia in seria indigenza economica, riuscì finalmente a rientrare in patria nel 1797, imbarcandosi per la Sardegna, dove nel 1799 gli fu affidato dal re l’incarico di Reggente della Gran Cancelleria del Regno a Cagliari.

Nel 1802 re Vittorio Emanuele I inviò de Maistre come ministro plenipotenziario a San Pietroburgo, presso la corte dello Zar, e restò in Russia per molti anni, fino al 1817. Durante la sua permanenza in Russia concepì l’opera Du Pape, pubblicata al suo ritorno in Patria.De Maistre opera la sua riflessione sul ruolo e sul compito del papato. Questa sua documentata e accorata apologia della figura che è il cardine della Chiesa Cattolica ma che è anche divisiva rispetto alle altre Chiese Cristiane, sembra quasi un appello, un discorso rivolto agli Ortodossi perché comprendano quale sia il compito che Cristo stesso ha affidato al papa. Inoltre, questo potrebbe spiegare perché- accanto alla riflessione sul ruolo spirituale del Vescovo di Roma, c’è anche quella sulla funzione universale che il papato aveva avuto fin dal Medioevo: un potere superiore e infallibile, unico “arbitro” in grado di impedire alle monarchie stesse di degenerare in tirannidi e di ricostruire l’unità europea andata in frantumi prima con la Riforma protestante e poi con la Rivoluzione francese.

Il libro sul Papa fu dunque una delle ultime pubblicazioni del grande savoiardo, un libro dove esprime, quasi a futura memoria, la dimensione teologica del suo pensiero politico, sostenendo l’urgente necessità di ripristinare il primato, e l’opera riscosse subito un grandissimo successo, tanto da avere cinquanta ristampe nel corso del XIX secolo. Inoltre è in essa presente il dogma dell’infallibilità papale, poi definito nel 1870 dal Concilio Vaticano I con la costituzione dogmatica Pastor Aeternus.

Nella sua introduzione, Gulisano sottolinea che De Maistre, sfidando le ideologie anticattoliche del suo tempo, e che avrebbero continuato a diffondersi fino ai nostri giorni, guardava al Medioevo, all’epoca precedente agli scismi, a quello d’Oriente e poi alle Riforme protestanti, quando la Chiesa era il sostegno dell’ordine sociale, in una posizione superiore al potere civile. E l’ideale che propugna nel Du Pape è proprio quello di una Chiesa cattolica e della figura papale come soggetti in grado di garantire l’ordine sociale. Il potere papale dovrebbe inoltre essere infallibile, dal momento che è indispensabile, secondo il savoiardo, che vi sia qualcuno in grado di giudicare senza essere giudicato.

Gli storici definirono de Maistre “reazionario”, oppure “controrivoluzionario”, che è una definizione sicuramente più pertinente. “La controrivoluzione non sarà una rivoluzione opposta, ma l’opposto di una rivoluzione” fu una sua celebre definizione. Queste idee risultano, dopo la vittoria all’interno della Chiesa delle correnti di pensiero moderniste e progressiste, inattuali. Eppure, di fronte alla sempre più evidente crisi della Chiesa, e il disorientamento presente nei fedeli a seguito anche del pontificato di papa Francesco, la testimonianza di fede e di visione politica di De Maistre rappresenta un punto di riferimento ineludibile.