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giovedì 3 ottobre 2024

ROMA. Il Papa rottama il vescovo ausiliare per il centro storico, l’ira dei parroci della zona

Grazie a Franca Giansoldati per la descrizione di questo ennesimo pasticcio vaticano a Roma.
«È paradossale che proprio in questi giorni si apra il Sinodo sulla sinodalità. Mi chiedo dove sia la sinodalità in questo frangente»
Luigi C.

Franca Giansoldati, Il Messaggero, 2-10-24

Per i parroci di Roma è stata una autentica batosta. A pochi mesi dal Giubileo Papa Francesco ha deciso di rottamare la storica ripartizione territoriale delle parrocchie del Centro Storico, modificandone radicalmente la struttura pastorale e organizzativa pensata a suo tempo da Paolo VI. Nessuno si aspettava una cosa del genere e questo sta alimentando malessere, disagio e smarrimento considerando soprattutto i problemi pratici che comporterà per la gestione delle iniziative sul territorio. Da ora in poi non ci sarà più nemmeno il vescovo ausiliare responsabile di coordinare l'attività degli oltre trenta parroci. «Santità per favore ci ripensi» fanno sapere preti e laici al Messaggero.

LA COMUNICAZIONE

L’annuncio a sorpresa è piovuto dall'alto, l’altra sera, come un fulmine a ciel sereno senza mai essere stato discusso prima. Poche parole al microfono durante un incontro avvenuto in un’affollata basilica di Santa Croce in Gerusalemme, davanti al clero e ai laici delle parrocchie interessate. Prima è stato letto un passo evangelico, seguito da una preghiera, e poi una voce timida ha diffuso la comunicazione. «Tra poco uscirà una lettera per rimodulare la diocesi, il cui territorio del Centro Storico sarà diluito e confluirà negli altri settori con tempi e modalità che verranno successivamente comunicate. Nei prossimi giorni diverrà tutto più preciso, al momento però si sa solo questo». Superato lo sbigottimento generale le prime persone ad alzarsi dai banchi per andare a parlare all'ambone sono state alcune signore impegnate nei consigli parrocchiali. Si sono avvicinate al microfono e hanno subito sottolineato che un passaggio del genere rischia di risultare «drammatico» per la realizzazione dell'Anno Santo.

Seduto nelle ultime file ad ascoltare, uno dei parroci presenti, chiedendo l'anonimato per paura di ritorsioni, ha sussurrato: «È paradossale che proprio in questi giorni si apra il Sinodo sulla sinodalità. Mi chiedo dove sia la sinodalità in questo frangente». Il clima generale non sembra essere dei migliori. Un'altra signora, catechista si è fatta portavoce dello smarrimento generale: «Paolo VI suddivise – non a caso - il territorio in cinque aree omogenee, partendo dalla loro densità demografica, dalla presenza di attività istituzionali, dalle problematiche differenti. Le parrocchie del Centro rispetto alle altre sono diverse. Innanzitutto sono le uniche ad avere tre tipologie di fedeli. I residenti (pochi), i fluttuanti (coloro che vi lavorano e che magari durante la pausa pranzo vanno a confessarsi), infine i turisti (i quali necessitano di un approccio culturale, incentrato sull'arte conservata nelle chiese storiche)».

L'abolizione definitiva del vescovo che coordinava l'attività pastorale del Centro potrebbe complicare le attività giubilari. Per coordinare le future iniziative di preghiera, o le veglie mariane a ridosso degli appuntamenti (per esempio in occasione della giornata mondiale della gioventù) sarà necessario fare quattro riunioni differenti in quattro posti diversi. «Una da una parte e l’altra da tutt’altra, e via dicendo: questo aggiungerà confusione su confusione. Viene a mancare la sinergia», suggeriva un giovane parroco. «Personalmente sono fiducioso che la decisione possa rientrare».
Da un paio d'anni a questa parte Papa Francesco ha accelerato la riforma del Vicariato e di tutti i suoi uffici amministrativi, riscrivendo tante regole e cambiando le cose perché evidentemente il quadro generale non funzionava più tanto bene. La situazione era precipitata con la gestione dell'ultimo cardinale vicario, Angelo De Donatis, ex prete di San Marco, da poco spostato in Vaticano alla Penitenzieria secondo l'antico adagio del promoveatur ut amoveatur, una promozione per uno spostamento, in sostanza. Il ruolo di cardinale vicario nel frattempo è rimasto vacante, mentre Francesco ha avocato a sé il controllo del Vicariato. Per il Centro Storico era stato incaricato provvisoriamente un parroco. In questo periodo è terminato anche lo studio su rettorie e confraternite, praticamente un ginepraio di realtà secolari legate alla devozione popolare spesso senza più referenti. Il patrimonio storico, culturale e immobiliare potrebbe rientrare in un futuro piano di valorizzazione. Qualcuno già ipotizza che possa essere l'Apsa a occuparsene.