Luigi C.
160ª SETTIMANA: LE SENTINELLE CONTINUANO LA LORO PREGHIERA PER LA DIFESA DELLA MESSA TRADIZIONALE DAVANTI ALL'ARCIDIOCESI DI PARIGI
Desidero condividere con voi un articolo di Camillo Langone, giornalista e scrittore, pubblicato su Il Foglio del 17 settembre con il titolo Il messale in latino è discriminato. Altro che inclusione (Il messale in latino è discriminato. Altro che inclusione | Il Foglio).
"C'è liturgia e liturgia", dice, e la liturgia tridentina è uno scudo contro le tentazioni trasmesse da "preti protestanti o sindacalisti". Poi arriva a denunciare le dichiarazioni particolarmente scandalose di papa Francesco a Singapore, con cui porta al massimo le “intuizioni” conciliari riguardo al dialogo con le religioni non cristiane, che il Concilio Vaticano II ha dichiarato degne di “rispetto”: «Tutte le religioni sono un cammino per arrivare a Dio. Sono – faccio un paragone – come diverse lingue, diversi idiomi, per arrivare lì. Ma Dio è Dio per tutti. E poiché Dio è Dio per tutti, noi siamo tutti figli di Dio. “Ma il mio Dio è più importante del tuo!”. È vero questo? C’è un solo Dio, e noi, le nostre religioni sono lingue, cammini per arrivare a Dio.» (Singapore, 13 settembre 2024, incontro interreligioso con i giovani).
Soffocante! Allora Camillo Langone si chiede giustamente: «se tutte le religioni sono uguali, come ha detto Papa Francesco a Singapore, perché un messale è meno uguale degli altri? Il messale di San Pio V (per intenderci: il messale in latino) è discriminato dall’attuale Pontefice che ha relegato i suoi celebranti praticamente nelle catacombe. Altro che inclusione.» In effetti, non vediamo perché, se le pratiche del Grande Veicolo buddista o del Piccolo Veicolo, o le preghiere dell’Islam definite dal Corano, o anche le funzioni rituali shintoiste, sono tutte vie legittime verso Dio, perché mai solo il messale tridentino non lo sarebbe?
«Eppure», aggiunge Camille Langone, «la messa tridentina frena l’uscita di tanti cattolici in direzione dell’ortodossia. L’ortodossia, per chi è sensibile alla bellezza, è una tentazione continua. Ma ora, almeno, chi è disgustato dai preti vestiti da protestanti (clergyman) o da sindacalisti (maglione) può andare dai preti vestiti da preti (abito talare). Ora, almeno, chi è stomacato dalle chitarre e dai tamburelli delle messe postconciliari, cocciutamente beat a sessant’anni dal beat [musica beat, o British beat, genere “musicale” in voga negli anni Sessanta del secolo scorso e reso popolare soprattutto dal gruppo dei Beatles], può passare ai canti in latino della messa tradizionale.» Inoltre queste messe gregoriane hanno almeno lo stesso successo di quelle con musica stile Beatles in passato: Di messe in latino ce ne sono parecchie e sempre più frequentate: alcune sono clandestine, celebrate da sacerdoti diocesani che temono le rappresaglie dei feroci vescovi bergogliani, altre sono (di malavoglia) autorizzate e il loro elenco si trova sui siti appositi.»
Le parole di Camille Langone sono d’oro. Soprattutto la conclusione, che firmo con entrambe le mani: «Ma perché angariare dei cristiani quando si fanno sorrisoni a buddisti e maomettani? Se tutte le religioni sono un cammino per arrivare a Dio, si riconosca nella messa in latino un cammino per arrivare a “quella Roma onde Cristo è romano”» [detto di Dante nella Divina Commedia, che agli italiani tanto piace citare].»
Sarà Mons. Ulrich è uno di questi “feroci vescovi bergogliani”? In ogni caso, Le chiediamo di mostrarsi benigno e di restituirci le celebrazioni che il vostro predecessore ci ha tolto, recitando il rosario davanti all'arcivescovado, 10 rue du Cloître-Notre-Dame, dal lunedì al venerdì, dalle 13 alle 13,30, a Saint-Georges de La Villette, 114 ave. Simón Bolívar, mercoledì alle 17, davanti a Notre-Dame du Travail, 59 rue Vercingétorix, domenica alle 18,15.