Post in evidenza

MiL è arrivato a 20.000 post, ad maiorem Dei gloriam! #messainlatino #blogmil #sonosoddisfazioni #20000

Con piacere, ed una punta di sana soddisfazione (per il traguardo che ripaga i tanti nostri sacrifici) avvisiamo i nostri lettori che il blo...

martedì 8 ottobre 2024

Difesa della Messa Tradizionale: 159ª settimana. Nuove manifestazioni di preghiera davanti agli uffici dell'Arcidiocesi di Parigi #traditioniscustodes

Riceviamo e pubblichiamo.
Luigi C.

159ª SETTIMANA: LE SENTINELLE CONTINUANO LA LORO PREGHIERA PER LA DIFESA DELLA MESSA TRADIZIONALE DAVANTI ALL'ARCIDIOCESI DI PARIGI

Mentre mi preparavo a scrivervi questa mia lettera settimanale, ho scoperto la pugnalata alle spalle, sotto forma di articolo sul La Croix del 3 ottobre 2024, che Grégory Solari ha dato alla Fraternità San Pietro, in un momento in cui essa è presa dalla preoccupazione dopo che ha saputo che sarà oggetto di una visita apostolica (Visite apostolique de la Fraternité Saint-Pierre : « Le traditionalisme veut échapper au vis-à-vis de l’Église » (la-croix.com)).
Grérory Solari, 59 anni, ginevrino e parigino, di formazione filosofica, convertito senza dubbio sotto l'influenza del filosofo e poeta svizzero Claude Martingay, il che è tutto a suo onore, si è trovato con molta naturalezza negli ambiti del cattolicesimo tradizionale. Diventa direttore delle edizioni Ad Solem, fondate da Claude Martingay, che verrebbero assorbite nel 2016 dal gruppo Artège. Il suo tradizionalismo era dello stesso stampo di quanti mostrarno il loro sostegno ai 16 sacerdoti della FSSP che, il 29 giugno 1999, presentarono un appello alla Commissione Ecclesia Dei contro l'“irrigidimento” della loro comunità che rifiutava ogni celebrazione del NOM, in particolare sotto forma di concelebrazione. Ma G. Solari è andato ben oltre questi sacerdoti e si è ben presto allontanato dal mondo tradizionale, che ora tratta con molta condiscendenza e amarezza.
Professore all'Istituto Cattolico di Parigi, conduttore di una trasmissione su Radio Notre-Dame, finisce per dichiararsi sempre più chiaramente, integrazione oblige, nemico di ciò che rappresenta il movimento tradizionale, in particolare sostenendo fermamente il motu proprio Traditionis Custodes (Vedi il suo intervista su Cath.CH del 18 giugno 2021 sul tema “Il rito tridentino è diventato un vicolo cieco”, Grégory Solari: «Le rite tridentin est devenu une impasse» – Portail catholique suisse).

In questo articolo sul La Croix - dove attacca la FSSP e con essa tutte le comunità tradizionali, con quell'amaro risentimento che ormai caratterizza le sue posizioni su questo tema - il suo ragionamento ignora la questione dottrinale di fondo. Più precisamente, trasforma il rifiuto della nuova liturgia e di ciò che essa rappresenta in un rifiuto della "vita", un rifiuto dello "sviluppo", con un cenno en passant al pellegrinaggio di Chartres e ad ogni riferimento all'ideale di cristianità: «La singolarità della crisi tradizionalista – scrive – consiste nel porre un momento della storia della Chiesa in contrapposizione allo sviluppo della vita della Chiesa. Dietro il "passatismo" denunciato da Francesco, c'è più di una nostalgia per la figura che la comunità si è data in un dato momento della sua storia. Lì troviamo la paura della vita, quello che John Henry Newman chiama il “fenomeno dello sviluppo”, che attesta che la Chiesa è viva. Di qui la ricerca di un rifugio attraverso una (ri)appropriazione delle tracce lasciate dalle generazioni passate: monumenti (Chartres) o ideali (Cristianità). »

Perché, come ogni convinto sostenitore, Solari non sopporta di prendere le distanze dalla modernità: «È lì, nell'ambiguità del suo rapporto [quello del mondo tradizionale] con la vita in cui vive la comunità ecclesiale, che troviamo la fonte del tradizionalismo. Per esistere deve generare distanza. Perché la sua essenza consiste in una funzione di distanziamento: con la Chiesa, con il mondo. » Mondo tradizionale, che addirittura riduce né più né meno che a eresia: «Detto in altro modo, e senza dubbio un po' brutalmente, l'arretratezza di cui parla Papa Francesco, con l'ambiguità che genera, è simile a una forma di eresia. Ora non più dogmatica, ma etologica». La qualificazione è davvero affascinante: i tradizionalisti sono eretici “etologici”, eretici a causa del loro comportamento, sapendo che l'etologia è la scienza del comportamento… degli animali.

Ma come se ciò non bastasse, ecco che in cauda venenum, anzi il massimo veleno lo ha lasciato per la fine: «Sarebbe bene che la vostra lezione [quella dei sacerdoti FSSP che si sono rivolti alla CED, che aveva annullato l'elezione di padre Bisig a superiore generale] non fosse dimenticata da Roma che si avvicina ad una nuova disamina critica del rito tridentino e dei suoi effetti sulla vita di comunione di cui la liturgia deve testimoniare, oltre che generarla. Perché l’ambiguità è sistemica. Per risolverlo è necessario abolire il sistema canonico dietro il quale si rifugia il tradizionalismo per celebrare la messa senza vis-à-vis. » Ci accorgiamo anche che, secondo Solari, la visita apostolica della FSSP, tanto auspicata da alcuni vescovi francesi, consentirà «un nuovo esame critico del rito tridentino e dei suoi effetti sulla vita di comunione». E, infine, per risolvere la crisi tradizionale, che riflette una “ambiguità sistemica”, è necessario eliminare la sua ragion d’essere, cioè l’attaccamento alla liturgia tradizionale. Per raggiungere questo obiettivo, continua il nostro buon apostolo, è necessario abolire il sistema canonico dietro il quale si rifugia il mondo tradizionale. Concretamente, per quanto riguarda le comunità ex-Ecclesia Dei, è necessario introdurre di volta in volta la “diversità”, le concelebrazioni e il NOM negli apostolati e nei seminari.

Come è suo tipico, Grégory Solari arriva addirittura a trasformare l'adagio lex orandi, lex credendi: vuole che il nesso tra integrità delle credenze e integrità della liturgia sia sottoposto al criterio della lex vivendi. Anche se la “vita” provoca un peggioramento offuscando i dogmi e la loro traduzione liturgica, è la “vita” ad avere ragione, contro il dogma eucaristico-sacrificale, per esempio, e contro la sua espressione nella messa. Soprattutto non dobbiamo essere “fuori passo” rispetto allo sviluppo della “vita” della Chiesa. Per Solari non è più l’intelligenza della fede, attraverso quella dei riti, a istruire la comunità, ma è «la vita della comunità che deve alimentare dal di dentro l’intelligenza dei riti». Il che sa di evoluzionismo modernista. Oppure, se vogliamo essere gentili: sa di evoluzionismo etologico.

Che importa se la “vita” in questione si traduce effettivamente nella fine della missione della Chiesa, nella desertificazione dei luoghi di culto, nella progressiva scomparsa dei candidati al sacerdozio? Lex vivendi? Allora tocca seguirla, e poi, lex moriendi.

Legge di morte che non vogliamo. E noi testimoniamo questo rifiuto chiedendo instancabilmente che le celebrazioni che ci sono state strappate ci siano restituite a Parigi, recitando il rosario davanti alla sede arcivescovile, al 10 di rue du Cloître-Notre-Dame, dal lunedì al Venerdì, dalle 13 alle 13,30, a Saint-Georges de La Villette, 114 ave. Simón Bolívar, mercoledì alle 17, davanti a Notre-Dame du Travail, 59 rue Vercingétorix, domenica alle 18,15.