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mercoledì 4 settembre 2024

Il Sondaggio cancellato che dice “no” alla Chiesa Sinodale e a papa Francesco. Joachim Heimerl.


Grazie a Marco Tosatti per la pubblicazione di questo intervento.
Luigi C.

2 Settembre 
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, padre Joachim Heimerl, che ringraziamo di cuore, offre alla vostra attenzione queste riflessioni sull’imminente Sinodo sulla Sinodalità. Buona lettura e condivisione.

Noi diciamo “No, Santo Padre”!
di padre Joachim Heimerl

Alla fine di luglio, il Vaticano ha lanciato un sondaggio online. Ai quasi 9.000 partecipanti è stato chiesto il loro atteggiamento nei confronti della “sinodalità” e circa il 90% ha votato negativamente. Di conseguenza, la segreteria del sinodo responsabile ha chiuso il sondaggio prematuramente e ha messo offline i risultati.
A parte il Vaticano, “principi” analoghi di sondaggio si possono probabilmente trovare oggi solo in Russia e in Cina.
Questo processo rimarrebbe un aneddoto insignificante se la parte finale del cosiddetto “Sinodo mondiale”, che affronta la questione di come la Chiesa cattolica possa diventare una “Chiesa sinodale”, non iniziasse tra meno di un mese. In questo contesto, il sondaggio online è estremamente esplosivo. Ma cosa dice in realtà?
Un risultato importante è che nessuno nel mondo cattolico è ovviamente interessato a una “Chiesa sinodale”.

Il numero di partecipanti ai sondaggi internazionali è di solito molto più alto, soprattutto quando si tratta di argomenti relativamente polarizzati.

In altre parole: per la maggioranza dei cattolici, la “sinodalità” non è solo un cavallo zoppo, ma un cavallo morto.

Un risultato ancora più importante è che: nessuno in Vaticano si sarebbe aspettato un voto negativo.
Contavano su una grande approvazione e avrebbero voluto strumentalizzarla di conseguenza al “Sinodo mondiale”, che per inciso ci riporta alla Russia e alla Cina. Si tratta in realtà di un approccio sorprendente se si considera che gli organizzatori del Sinodo – il Papa e i cardinali Hollerich e Grech – sottolineano sempre che la “sinodalità” non deve essere uno strumento politico ma spirituale.
Se questo fosse vero, però, difficilmente si ricorrerebbe a un sondaggio.

E ancor meno si cercherebbe di sabotare questo sondaggio e di farlo passare sotto silenzio dopo che non ha dato i risultati sperati.
Per farla breve: il sondaggio online ha smascherato il progetto del Papa come una gigantesca bugia.

E ha messo in imbarazzo Francesco, Hollerich e Grech davanti agli occhi dell’opinione pubblica mondiale.
No, la “sinodalità” non è un processo “spirituale”, ma un programma politico-chiesa. Inoltre, questo programma non ha lo scopo di “riformare” la Chiesa, ma di distruggerla a lungo termine. I partecipanti al sondaggio lo hanno riconosciuto e quindi hanno detto chiaramente “no”.

Tuttavia, la vera esplosività del sondaggio deriva da un’affermazione indiretta. E, cosa curiosa, è rivolta al Papa.

Come è noto, Francesco ha intrecciato il suo pontificato con il tema della “sinodalità”; è quindi ben felice di sottolineare che la Chiesa deve “convertirsi” alla “sinodalità”.
È chiaro che questo è assurdo: la Chiesa non deve mai convertirsi alle idee personali di un Papa e certamente non al suo programma ecclesiastico.
L’unica conversione è quella a Gesù Cristo.

Tuttavia, il Sinodo mondiale è molto lontano da questo.
Il “no” del sondaggio online contiene quindi un “no” più grande di un semplice “no” alla “sinodalità”; contiene un “no” a Francesco e quindi a un pontificato che ha profondamente scosso e diviso la Chiesa.

I pareri sono quindi discordi sull’atteggiamento da tenere nei confronti della “sinodalità”: chi vuole mantenere la fede della Chiesa cattolica deve inevitabilmente rifiutare il progetto del Papa.

Non è possibile rimanere cattolici e allo stesso tempo sostenere gli obiettivi riformatori del Papa e del “Sinodo mondiale”.
Vorrei quindi raccomandare questo ai miei lettori: Unitevi ai partecipanti al sondaggio online e dite fermamente: “No, Santo Padre!”.