Post in evidenza

“Tanti auguri di buon Natale!”

  BUON NATALE!  La Redazione

mercoledì 4 settembre 2024

Con quali argomenti difendere la Messa tradizionale?

 L'abbé Claude Barthe affronta sempre le questioni con particolare incisività di analisi, siano esse relative alla 'politica interna' della Chiesa-istituzione, oppure temi di approfondimento dogmatico. Riportiamo di seguito la sua dotta dissertazione in merito alla correttezza dell'argomento della possibile coesistenza dei riti (vetus e novus): argomento di cui riconosce l'utilità tattica, ma meno quella dottrinale. Non condividiamo interamente la critica e proprio per la predominante valenza utilitaristica dell'argomento; ma la profondità dell'articolo del Reverendo ci impone la sua pubblicazione, poiché amicus Plato, sed magis amica veritas.

Enrico



Coloro che si dedicano alla difesa delle questioni tradizionali (liturgia, catechismo, resistenza alle dottrine deleterie) spesso esitano a dire che attualmente ci si trova di fronte ad una situazione ecclesiale atipica. Specialmente per la liturgia. Anche se affermano che non è per questioni di sensibilità ma di fede ch’essi celebrano usus antiquior, pensano di poter efficacemente difendere la propria presa di posizione contro i sostenitori della liturgia nuova come se si trattasse di una legittima libera scelta. È vero che argomentazioni di questo tipo possono funzionare piuttosto bene con l’opinione cattolica in generale, per la quale il liberalismo è divenuto un orizzonte invalicabile; ma il fatto che sia permesso di approfittare tatticamente di questo stato d’animo non vuol dire che lo si debba giustificare.

Paradossalmente capita loro a volte di alterare persino la dottrina tradizionale, per difenderla. Pensiamo a come venga ridotta ai minimi termini la dottrina dell’obbedienza dovuta alle autorità ecclesiastiche ed ai loro insegnamenti. Poiché su molti punti oggi il sottomettersi alle autorità è in coscienza insostenibile, essi giungono praticamente ad affermare che il libero esame è la dottrina comune della Chiesa, con ciascuno che decide cosa sia cattolico in nome della «tradizione», di cui è in definitiva il depositario. Oppure procedono scavando la dottrina dell’infallibilità romana ed affermando che la Prima Sede ha spesso emanato dottrine eterodosse. In altre parole l’anomalia di ciò che accade oggi viene trasferita sulla Chiesa di sempre. E gli antimoderni diventano moderni.

 

 Qui il seguito dell'articolo.

1 commento:

  1. La messa tradizionale va benissimo. Ciò che è indifendibile è il comportamento dei tradizionalisti.

    RispondiElimina