Grazie ad Aldo Maria Valli per questa dolorosa lettera.
E scrivere, rispettosamente a S. Ecc. Rev. Mons. Guido Gallese: segreteria@diocesialessandria.it
Inter alia, "[158.] Il ministro straordinario della santa Comunione, infatti, potrà amministrare la Comunione soltanto quando mancano il Sacerdote o il Diacono, quando il Sacerdote è impedito da malattia, vecchiaia o altro serio motivo o quando il numero dei fedeli che accedono alla Comunione è tanto grande che la celebrazione stessa della Messa si protrarrebbe troppo a lungo. [259] Tuttavia, ciò si ritenga nel senso che andrà considerata motivazione del tutto insufficiente un breve prolungamento, secondo le abitudini e la cultura del luogo" (ISTRUZIONE Redemptionis sacramentum su alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la Santissima Eucaristia).
Luigi C.
18-8-24, di Alessandro Mirabelli
Caro Valli,
ieri sono stato alla Messa vespertina presso la parrocchia della Madonna del Suffragio ad Alessandria.
L’omelia è durata quattro minuti (cronometrati), infarcita di banalità, insulsaggini e luoghi comuni.
Non è la prima volta che mi capita di ascoltare in quella parrocchia mini – omelie rigorosamente insulse. Ho scritto al vescovo chiedendogli di autorizzare quel sacerdote a non tenere l’omelia nei giorni festivi. Nel suo caso è meglio passare direttamente dal Vangelo al Credo.
Ma non è finita qui.
Quella parrocchia a metà degli anni Novanta fu devastata architettonicamente dal parroco del tempo, fu demolito l’altare maggiore (che non esiste più) e al suo posto fu posta la cosiddetta tavola – mensa.
Il Santissimo Sacramento è stato sfrattato e ora si trova in una cappella laterale.
Ieri sera il ministro straordinario (una donna) è andato a prendere la pisside portandola dalla cappella laterale al presbiterio e consegnandola al celebrante. Il ministro straordinario è rimasto nel presbiterio accanto al sacerdote, e quando questi ha pronunciato le parole “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo” alzando l’Ostia e il calice, anche il ministro ha fatto lo stesso.
Dal Novus Horror Missae alessandrino è tutto.
Dove frequento io, sacerdoti ultra novantenni distribuiscono sempre l'Eucarestia, mentre loro confratelli sessantenni la mettono in mano a un laico e se stanno seduti.
RispondiEliminaPer me il problema è un' altro, il ministro straordinario dell' Eucarestia ha ricevuto il crisma sulle mani, sono state unte con oli sacri le sue mani? Ci lamentiamo se i fedeli fanno la comunione in piedi e sulla mano e perché no con il ministro straordinario? Oltre a una mancanza di rispetto verso nostro Signore si mette sullo stesso piano sacerdozio e ministro straordinario si da l' idea che pari sono e possono toccare il corpo di nostro Signore.
RispondiEliminaIl ministro straordinario è un eccezione permessa. Rispettino almeno le regole attuali
EliminaI diaconi non hanno le mani consacrate. Fra l’altro Nel rito antico le palme delle mani dei novelli presbiteri poi sono unte con l’olio dei catecumeni (come riporta il pontificale romanum) a differenza del nuovo rito che prevede il crisma.
EliminaIl fatto è o hai il crisma o non ce l'hai di qui non si scappa. A furia di indulti e eccezioni stiamo sempre verso la dissacrazione di tutto. Allora anche in Amoris Laetizia eccezionalmente caso per caso si può dare la santa Eucarestia a una coppia di adulteri, è un' eccezione, anche in Fiducia Supplicans si può benedire una coppia Gay sono tutte eccezioni che la Chiesa Cattolica permette, sicuramente avrà sbagliato nostro Signore "Che il vostro parlare Si Si No No" e comportarsi di conseguenza no?
EliminaGuardate che il "Crisma sulle mani" non è ciò che consacra i presbiteri... È l'imposizione delle mani e la preghiera consacratoria a consacrare un presbitero...
EliminaSul fatto che alle volte servano dei ministri straordinario della Comunione è indubbio. Si potrebbe discutere se forse non sarebbe il caso di ricordare a chi si accosta alla Comunione Chi sta ricevendo e come Lo sta ricevendo. Forse facendo così le file per ricevere la Comunione sarebbero più corte e quelle ai confessionali più lunghe