Luigi C.
151ª SETTIMANA: LE SENTINELLE CONTINUANO LA LORO PREGHIERA PER LA DIFESA DELLA MESSA TRADIZIONALE DAVANTI ALL'ARCIDIOCESI DI PARIGI
Tra le notizie liturgiche estive, abbiamo appreso che il vescovo ausiliare emerito di Melbourne, Australia, Peter John Elliott, ha amministrato il sacramento della cresima il 27 luglio nel rito tradizionale. È vero che ci sono altri vescovi che lo fanno, compresi vescovi ancora in carica. Ma questo atto è sempre degno di nota, perché, come lo sanno a Parigi, dove l'arcivescovo ha smesso di dare la delega per le confermazioni secondo il rito tradizionale, si tratta di un punto molto delicato: la celebrazione secondo il Rito Tridentino di altri sacramenti, oltre all'Eucaristia, è severamente vietato da Tradtionis Custodes e dai documenti successivi. Inoltre, per quanto riguarda Melbourne, a giugno il Dicastero per la Repressione della liturgia tradizionale – noto anche come Dicastero per il culto divino – aveva vietato la celebrazione del rito romano nella cattedrale. L'ultima messa, un mercoledì, ha riunito più di 850 fedeli! Mons. Elliott, che compì questo atto un mese dopo, è un convertito dall'anglicanesimo e anche lui ex membro della Curia romana (già ufficiale del Pontificio Consiglio per la Famiglia, all'epoca in cui questo Consiglio professava la moralità cattolica). E inoltre era amico personale del cardinale Pell.
Quanto durerà questo periodo di repressione? Sappiamo benissimo che con Traditionis Custodes siamo entrati in un’epoca che non è più quella di Summorum Pontificum, e nemmeno quella di Ecclesia Dei, dove nonostante tutte le difficoltà rimaste sul terreno, le autorità romana avevano finito per legittimare il rito antico, che continua vivacissimo accanto alla nuova forma.
Ma non siamo nemmeno tornati ai tempi di Paolo VI, il tempo – per quanto si dica e per quanto dica Summorum Pontirficum (parlando di una Messa “mai proibita”) – che era stato effettivamente quello della proibizione formale della vecchia forma (vedi: Jean Madiran, Histoire de la Messe interdite, fascicule 1 1964-1976, Via Romana, 2007). Messa proibita, ma ancora celebrata nell'ambito della “Resistenza” di singoli sacerdoti, spesso eroici, e poi da quelli della FSSPX.
Al tempo di Paolo VI, le autorità romane ed episcopali, con tutte le forze e i mezzi di cui allora disponevano, non sono riuscite a impedire che la Messa tridentina rimanesse viva. Ma oggi, infatti, ci troviamo in un periodo caratterizzato dal fallimento della teologia conciliare e della sua traduzione liturgica, e dal fatto che il rito antico appare sempre più irriducibile. L’ideologia dominante ha oggi ancora meno forza per proibirlo. Ci prova comunque e potrebbe continuare a farlo con maggiore intensità (ad esempio vietando formalmente ai sacerdoti diocesani di celebrare in modo tradizionale). Ma anche se rimane capace di fare danni, e li produce di fatto, i suoi tentativi, alla lunga, non sembreranno altro che folate di vento.
In realtà, data l’erosione della società ecclesiastica, siamo senza dubbio, se Dio vuole, alla vigilia di un altro periodo post-conciliare, che speriamo sia l’ultimo, e che dovremo portare a termine con tutti i nostri sforzi congiunti: un periodo di libertà. Jean-Pierre Maugendre, presidente di Renaissance Catholique, ha chiesto solennemente questa libertà senza riserve né eccezioni per la liturgia tradizionale a beneficio di tutti i sacerdoti e di tutti i fedeli, perché è uno degli aspetti della libertà della Chiesa. Sarà un modo perché questa liturgia e ciò che essa traduce e sostiene – essenzialmente il catechismo cattolico – continuino a vivere e a crescere in un quadro che, sebbene stia perdendo forza, è ancora quello di un’ideologia dannosa: che ci lascino essere cattolici in pace! Che ogni sacerdote possa infine celebrare liberamente e pacificamente la liturgia tradizionale!
Continuiamo a chiederlo con le nostre veglie di preghiera. Continuiamo a incontrarci per pregare il rosario davanti alla sede dell'arcivescovado, 10 rue du Cloître-Notre-Dame, dal lunedì al venerdì, dalle 13 alle 13,30, a Saint-Georges de La Villette (114 av. Simón Bolivar), mercoledì alle 17.00.