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AGGIORNAMENTO del programma del 13º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum #sumpont2024

Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

domenica 28 luglio 2024

Cagnolini al posto dei figli…lo sai che già l’imperatore Augusto disse una cosa interessante?

La nostra, una società che finirà male, senza bambini e con cani in braccio.
"Girando per Roma, l’Imperatore vide dei forestieri che tenevano in braccio dei cagnolini e altri animaletti, coprendoli di moine. Augusto allora si avvicinò e chiese se al loro paese le donne non mettevano al mondo bambini".
Luigi C.

Il Cammino dei Tre Sentieri,  12 LUGLIO 2024

Che già la figura della dog-sitter sia di per sé ridicola, è un fatto. Ci è giunta voce che c’è chi simula celebrazioni di nozze fra cani. E che dire che in alcuni parchi ci sono anche trenini per cani per farli “divertire”? Ma meravigliamoci fino ad un certo punto: in tempi decadenza, questo e altro. Se proprio non siamo a livello di cavalli-senatori (vedi Caligola), siamo comunque a livello di riconoscimento della sofferenza perfino delle aragoste (clicca qui), il che non è poco. Da un po’ di tempo ci sono anche delle dog-sitter, anzi delle wedding dog-sitter, che addestrano cani perché portino gli anelli nuziali agli sposi. Insomma, prima gli anelli nuziali venivano portati dai testimoni, poi, con il matrimonio preceduto dalla libertà sessuale, è arrivato il tempo dei figli, adesso che non si fanno figli, è arrivato il tempo dei cani. Dicevamo: tempo di decadenza. Leggete questa interessante citazione, che, come si suol dire, cade come il cacio sui maccheroni: “Girando per Roma, l’Imperatore vide dei forestieri che tenevano in braccio dei cagnolini e altri animaletti, coprendoli di moine. Augusto allora si avvicinò e chiese se al loro paese le donne non mettevano al mondo bambini: ammonì così, quanti riversano sugli animali quell’istintivo bisogno d’affetto che è innato in noi, ma che dovremmo riservare ai nostri simili.” (Plutarco, Peric. 1,1-2)