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lunedì 17 giugno 2024

Vaticano, in corso «operazioni fallimentari» per provare che c'era continuità tra Francesco e Ratzinger, Vian spiega perché


Un nuovo libro dell'ex direttore dell'Osservatore Romano, Gianmaria Vian ("L'ultimo Papa", Marcianum Press, QUI), sulla discontinuità tra Francesco e Benedetto XVI. A dispetto della vulgata che gira.
Scrive Vian: «i commenti sull’evoluzione del pontificato di Francesco sono in genere concordi nel sottolineare il carattere personalissimo (o autocratico) delle scelte del papa, soprattutto attraverso le nomine episcopali e le creazioni cardinalizie. In questo modo Bergoglio attuerebbe la sua intenzione da una parte di rendere irreversibili le riforme intraprese – come ha accennato lo stesso pontefice – e dall’altra addirittura di influire in qualche modo sulla sua successione».
Luigi C.

Franca Giansoldati, Il Messaggero, 16 Giugno 2024

La supposta continuità tra il pontificato di Benedetto XVI e quello di Francesco non c'è mai stata. Il tema del dualismo dei due Papi in Vaticano che si era inevitabilmente aperto con l'elezione di Bergoglio nel 2013 per protrarsi fino alla morte di Ratzinger il 31 dicembre 2022, resta ancora al centro di dotte analisi e approfonditi studi storici . Finora non ha mai portato ad una risposta univoca. Del resto i due pontefici che hanno convissuto per quasi dieci anni in Vaticano possedeva temperamenti differenti, caratteri diversi, visioni della Chiesa distanti anche se con l'Emerito il Papa regnante aveva effettivamente saputo costruire negli anni un buon rapporto umano. «Il nonno saggio in casa» diceva di lui con affetto.
In questi ultimi anni diversi libri, spesso assai dettagliati, si sono concentrati sulle dinamiche interne del potere, scandagliandone i meccanismi decisionali, per capire quanto effettivamente il teologo Ratzinger fosse distante o, al contrario, vicino a certe svolte di Francesco. L'ultimo volume uscito porta la firma autorevole del professor Gianmaria Vian, storico, già direttore dell'Osservatore Romano sotto il pontificato di Benedetto XVI e anche per i primi anni di quello di Francesco (L'ultimo papa, Marcianum Press). A suo parere quella linearità che molti individuano tra i due pontefici e che si vorrebbe fare emergere con tanta sicurezza non solo non corrisponde ai fatti accaduti ma è persino oggetto di operazioni mediatiche poco convincenti.

Vian passa a setaccio il libro intervista rilasciato da Papa Francesco pochi mesi fa allo spagnolo Javier Martinez Brocal, corrispondente di Abc ma anche membro numerario dell'Opus Dei. Il titolo “Papa Francisco.
El sucesor. Mis recuerdos de Benedicto XVI” indica con esattezza il suo contenuto, basato su tre ore di intervista. Attraverso la memoria che Bergoglio conserva del predecessore «vuole che sia trasmessa con l’intento dichiarato programmaticamente dal giornalista che l’ha scritto di mostrare la continuità tra i due papi. Ma il libro non convince» e apre, anzi, non poche questioni. Per Vian appare una operazione mediatica da considerarsi «fallita». Per diverse ragioni.

Non si tratta, infatti, delle polemiche con i vecchi collaboratori di Ratzinger, a cominciare da don Georg con il quale Francesco non era in perfetta sintonia, né la ricostruzione degli ultimi due conclavi, o delle volontà disposte da Francesco per i funerali del teologo bavarese che furono celebrati in modo quasi sbrigativo, senza enfasi, né troppi onori. Piuttosto Vian riprende un incidente del 2018, uno di quei fatti che da soli sono capaci di illuminare il tutto.

In quell'anno erano stati pubblicati dalla Libreria editrice vaticana undici piccoli libri sulla teologia di Bergoglio e il prefetto della Segreteria per la comunicazione Dario Edoardo Viganò aveva proposto a Benedetto XVI di scrivere un breve testo per commentarli. Ratzinger nella lettera inviata a Viganò accenna a una «continuità interiore tra i due, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento», poi però la riga successiva declinava l’invito a causa di «altri impegni». Infine il papa emerito menzionava con «sorpresa» la presenza tra gli autori dei «volumetti» di un teologo suo connazionale, Peter Hünermann, che aveva «capeggiato iniziative anti-papali» soprattutto «su questioni di teologia morale». Ma nella presentazione ai giornalisti dell’iniziativa il prefetto Viganò mostrò solo una parte della lettera di Benedetto XVI, ovviamente priva di questa ultima parte. Le polemiche che ne seguirono lo costrinsero alle dimissioni.

Vian riporta poi anche le dichiarazioni assai diverse sulle dinamiche dei due conclavi e a fronte di molti elementi conclude sottolineando che «il sostegno di Martínez-Brocal alla teoria della continuità tra i papi, un tema d'obbligo per gli storici – appare un’operazione fallita».

Scrive Vian: «i commenti sull’evoluzione del pontificato di Francesco sono in genere concordi nel sottolineare il carattere personalissimo (o autocratico) delle scelte del papa, soprattutto attraverso le nomine episcopali e le creazioni cardinalizie. In questo modo Bergoglio attuerebbe la sua intenzione da una parte di rendere irreversibili le riforme intraprese – come ha accennato lo stesso pontefice – e dall’altra addirittura di influire in qualche modo sulla sua successione».