Grazie a Il Timone per la pubblicazione di queste belle riflessioni del Card. Robert Sarah: «Ecco come funziona l’ateismo pratico», ha infine spiegato Sarah. «Non nega Dio ma funziona come se Dio non fosse centrale. Vediamo questo approccio non solo nella teologia morale ma anche nella liturgia. Le sacre tradizioni che hanno servito bene la Chiesa per centinaia di anni sono ora descritte come pericolose. Tanta attenzione all’orizzontale spinge fuori la verticale, come se Dio fosse un’esperienza piuttosto che una realtà ontologica».
Luigi C.
Il Timone 17 Giugno 2024
«Quanti cattolici partecipano alla Messa settimanale? Quanti sono coinvolti nella Chiesa locale? Quanti vivono come se Cristo esistesse, o come se Cristo si trovasse nel prossimo, o con la ferma convinzione che la Chiesa è il Corpo mistico di Cristo? Quanti sacerdoti celebrano la Santa Eucaristia come se fossero veramente alter Christus e, ancor più, come se fossero ipse Christus – Cristo stesso? Quanti credono nella Presenza Reale di Gesù Cristo nella Santa Eucaristia? La risposta è: troppo pochi. Viviamo come se non avessimo bisogno della redenzione attraverso il sangue di Cristo», ha detto il cardinale africano Robert Sarah in un discorso che ha tenuto giovedì 13 giugno alla Catholic University of America a Washington. La crisi di fede? «Non è tanto il mondo secolare e i suoi mali, ma la mancanza di fede all’interno della Chiesa».
«Questa è la realtà pratica per troppi nella Chiesa», ha sottolineato il cardinale africano secondo le parole riportate dal National Catholic Register. Parlando del processo sinodale in cui è avviata la Chiesa il porporato ha manifestato le sue note perplessità, a proposito del fatto che si darebbe troppa importanza ad opinioni eterodosse.
«È un grave pericolo considerare legittime tutte le voci. Ciò porterebbe a una cacofonia di voci che equivale a rumore, che sembra diventare sempre più forte in questi giorni. Come ha detto il cardinale Ratzinger: “Una fede che possiamo decidere da soli non è affatto una fede”». E ancora: «Essere cattolici è più di un’identificazione culturale; è una professione di fede. Ha un contenuto particolare di fede. Uscire da quel contenuto, sia nella fede che nella pratica, significa uscire dalla fede».
«Ecco come funziona l’ateismo pratico», ha infine spiegato Sarah. «Non nega Dio ma funziona come se Dio non fosse centrale. Vediamo questo approccio non solo nella teologia morale ma anche nella liturgia. Le sacre tradizioni che hanno servito bene la Chiesa per centinaia di anni sono ora descritte come pericolose. Tanta attenzione all’orizzontale spinge fuori la verticale, come se Dio fosse un’esperienza piuttosto che una realtà ontologica».
Di fronte a questa situazione il cardinale ha rimarcato la necessità di essere testimoni. Come la Chiesa in Africa, «che è anche giovane», ha fornito «testimonianza eroica della fede» esprimendo opposizione a Fiducia Supplicans, la dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della fede pubblicata a dicembre e che ha autorizzato benedizioni non liturgiche delle coppie dello stesso sesso.
Ma queste boutade dal nulla? In chiesa ci va chi ci vuole andare, diversamente da una volta, quando andavi perché DOVEVI andare.
RispondiEliminaGuarda che anche all'inferno, ci va chi ci vuole andare.
EliminaSì, e guarda che ci va anche chi non pensa che ci andrà.
EliminaÈ vero che oggi va in chiesa chi vuole ma non è vero che una volta ci andava chi voleva. Una volta ci andava chi credeva di trovarci davvero Dio e infatti la sacralità delle chiese era totale, con o senza sacerdoti a fare da guardiani. Ora le chiese sono principalmente luoghi di ritrovo fra persone, non con Dio.
RispondiEliminaUn altro che in chiesa non mette mai piede?
EliminaNelle chiese che frequento io c’è partecipazione e devozione. Come ti permetti di dire che non si va per incontrare Dio?
Guarda piuttosto gli atteggiamenti che ci sono nelle chiese tradizionaliste, ché ne ho viste di cotte e di crude, ad iniziare da quelli che si inginocchiano alla balaustra con l’occhio umido e dieci minuti dopo sono fuori sul sagrato a fumare e spettegolare.
Una fede che possiamo decidere da soli non è affatto una fede. Le parole del Card. Ratzinger ancora una volta vanno al cuore del problema e c'e' da essere grati al Card. Sarah per avercele ricordate. In questi tempi bui abbiamo bisogno di testimoni e il Cardinale Sarah è uno di questi. Dio non abbandona il suo popolo.
RispondiEliminaCredo di ricordare che, tra le condizioni per la validità della transustanziazione, vi è l'intenzione del Sacerdote di consacrare la particola. Se quindi è lecito chiedersi: "Quanti credono nella Presenza Reale di Gesù Cristo nella Santa Eucaristia"? e la risposta è "troppo pochi" siamo davvero nei guai. Mi chiedo se Grillo & Co. conoscano e valutino attentamente questa tragedia immane pendente, purtroppo, sulle loro - ma anche sulle nostre - vite. L'unico vantaggio di vivere questi tempi è quello di poter facilmente comprendere le parole del Cardinal Biffi: "la conversione è un atto coraggioso e, soprattutto, razionale". Chi decide sa bene perchè, oggi più che mai.
RispondiEliminaSpero possa essere il prossimo Papa.
RispondiEliminaMagari! Che Dio ci ascolti.
EliminaChe Dio ne scampi!!
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