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domenica 26 maggio 2024

Vescovo australiano: «Essere cattolici potrebbe diventare illegale»

Le persecuzioni aumentano. 
Grazie a Il Timone per questa testimonianza.
Luigi C.

Il Timone, 15 Maggio 2024 

Riportiamo di seguito una nostra traduzione di lavoro di alcuni passaggi estrapolati dalla lettera pastorale di monsignor Julian Porteous, arcivescovo di Hobart, dal titolo “Siamo il sale della terra”. La lettera è stata inviata il 2 maggio alle parrocchie e alle scuole cattoliche dell’arcidiocesi della Tasmania. La denuncia del vescovo si riferisce in particolare ad alcune leggi australiane, oltre a quelle sull’aborto, l’eutanasia e l’obiezione, Porteous cita la legislazione sulle cosiddette “Terapie di conversione” (vengono abolite tutte le pratiche che cercano di «modificare o sopprimere l’orientamento sessuale o l’identità di genere di una persona», a partire dalla semplice preghiera di un sacerdote o di un genitore). Inoltre, in riferimento all’istruzione, nomina il Religious Discrimination Act, richiesto per consentire a studenti e insegnanti di mantenere il proprio ethos religioso. Tutto ciò risulta interessante anche per il resto il mondo occidentale che, come scrive lo stesso monsignor Porteous, vede crescere quello che è stato definito il movimento “woke”, cioè la ricerca spesso ideologica di rovesciare valori e credenze tradizionali. Movimento che si fa strada attraverso la creazione di «nuovi diritti» e la paradossale restrizione di libertà importanti come quella di pensiero e di religione (La redazione).

«Fratelli e sorelle in Cristo,
La nostra fede cattolica è incentrata sulla persona di Gesù Cristo. La sua morte e la sua risurrezione hanno trasformato il significato e lo scopo di ogni vita umana. La nostra fede non solo dà una direzione e un’ispirazione a come dovremmo vivere, ma ci dà anche una chiara comprensione della natura dell’essere umano. […]. Recentemente il Dicastero per la Dottrina della Fede ha prodotto una “Dichiarazione sulla dignità umana”. In essa si descrive la nostra dignità come “ontologica”, vale a dire che riguarda il nostro stesso essere. La nostra dignità non è qualcosa di guadagnato o donato da altri. È un dato di fatto. […] Da questo derivano alcune convinzioni importanti che possono differenziare la nostra comprensione di ciò che significa essere umani da quella di molti altri nella nostra società odierna.

[…]. Non accettiamo il punto di vista postmoderno secondo cui la verità è soggettiva, la realtà è una mera costruzione politica e la morale è priva di significato. Questa visione, così prevalente nella nostra società, attacca le fondamenta stesse della nostra società […]. Molti oggi credono che non esista un’autorità al di fuori di sé. […] Dio ha rivelato gli insegnamenti fondamentali della legge morale nei Dieci Comandamenti dati a Mosè. È questa legge morale oggettiva che ci insegna “Non uccidere”, che ogni vita umana deve essere protetta dal momento del concepimento fino alla sua fine naturale. Pertanto, consideriamo l’aborto e l’eutanasia come contrari alla legge di Dio e ci schieriamo in difesa di ogni vita umana.

Credendo in Dio come creatore, consideriamo la nostra identità di maschio e femmina come un dono. Pertanto, vediamo gli sforzi per scollegare il genere dal sesso biologico come una negazione della realtà di ciò che siamo e della preziosa identità che abbiamo come uomo o donna.
Dio ha creato il maschio e la femmina come sessualmente complementari. Ciò significa che, dal punto di vista sessuale, siamo stati letteralmente creati per il sesso opposto. Egli intendeva che l’uomo e la donna fossero attratti l’uno dall’altra, desiderassero un’unione che durasse tutta la vita nel matrimonio e fornissero così un ambiente stabile e amorevole per la generazione e il nutrimento dei figli. La Chiesa cerca quindi di promuovere l’indissolubilità del matrimonio e scoraggia le coppie a vivere insieme al di fuori dell’alleanza matrimoniale.

[…] Conosciamo bene l’adagio secondo cui i cristiani devono vivere nel mondo ma non essere del mondo. Solo così possiamo essere “sale della terra”, come Gesù si aspetta da noi (cfr. Mt 5,13). Infatti, Gesù ci avverte che se il sale perde il suo sapore non serve a nulla. Man mano che la nostra società si libera del suo passato cristiano, ci troviamo sempre più in disaccordo essa. Siamo costantemente costretti a conformarci al modo in cui la nostra società si muove. Ci viene chiesto perché non accettiamo quello che oggi è considerato un comportamento ragionevole e accettabile. Ma non possiamo. Noi siamo diversi. Siamo il popolo di Dio.

Quello a cui stiamo assistendo nella società australiana è l’imposizione di certe posizioni ideologiche su questioni sociali e morali per mezzo della legislazione. Abbiamo assistito alla liberalizzazione delle leggi sull’aborto, che ora consentono l’uccisione dei nascituri fino al termine della gravidanza, e all’introduzione di leggi sull’eutanasia, che consentono di togliersi la vita ingerendo un veleno. Allo stesso tempo, vengono approvate leggi per impedire l’obiezione a queste misure contro la vita. Ad esempio, in molti Stati è stata vietata la preghiera fuori dalle cliniche abortiste. Si fanno pressioni sugli ospedali cattolici affinché forniscano procedure che procurino l’aborto e permettano l’eutanasia e il suicidio assistito.

Negli ultimi 30-40 anni abbiamo assistito a una campagna organizzata per rovesciare la tradizionale concezione cristiana del sesso e della sessualità nella società occidentale. Questo lavoro di attivismo è culminato nel 2017 con la modifica della definizione legale di matrimonio per consentire alle coppie dello stesso sesso di sposarsi, a seguito di un referendum pubblico.

Da allora abbiamo assistito alla crescita di quello che è stato definito il movimento “woke”, che cerca di rovesciare valori e credenze tradizionali. […] In alcuni Stati sono state introdotte le cosiddette leggi sulla “terapia di conversione” che penalizzano i genitori che consigliano ai figli di abbracciare pienamente il loro sesso biologico. Nel Victoria un sacerdote può essere sanzionato legalmente per aver pregato con qualcuno sulla sua identità sessuale e sulla decisione che prende. Si tratta di gravi violazioni dei diritti umani fondamentali.

Le proposte di legge federali come il “Misinformation and Disinformation Bill 2023”destano ulteriori preoccupazioni. Lungi dal limitarsi a impedire la pubblicazione di materiale falso, tale legislazione minaccerebbe le stesse libertà che sono alla base del nostro stile di vita. Non è impossibile che nei prossimi anni l’espressione stessa del Credo cattolico su certe questioni possa essere resa sostanzialmente illegale. Lentamente ma inesorabilmente le nostre libertà vengono minate.

Stiamo anche affrontando una minaccia esistenziale per le nostre scuole cattoliche. Attualmente esistono delle tutele nel Sex Discrimination Act (SDA) del Commonwealth che permettono alle scuole religiose di discriminare gli studenti e il personale per mantenere l’integrità della missione e degli scopi religiosi. Il governo Albanese propone di rimuovere queste tutele contenute nella sezione 38 dell’SDA, lasciando di fatto le nostre scuole prive di tutele legali per garantire l’allineamento della missione rispetto a ciò che viene testimoniato o insegnato nella scuola.

I media ci accusano di voler “licenziare” il personale, o di discriminare gli studenti che non sono d’accordo con l’insegnamento cattolico. Ma nessuno è costretto a insegnare o essere uno studente in una scuola cattolica. […]. Da tempo chiediamo al governo di sviluppare una legislazione sulla libertà religiosa [Religious Discrimination Act (RDA), n.d.r.] che sancisca la libertà di religione come diritto positivo, in linea con una serie di dichiarazioni internazionali come la Dichiarazione universale dei diritti umani. Tuttavia, la bozza dell’RDA non lo fa. Chiediamo al Primo Ministro di sviluppare una legislazione che presenti la libertà religiosa in modo tale da garantire la libertà di essere chi siamo in quanto persone di fede. […].

Come Chiesa non possiamo stare a guardare mentre ci vengono tolte le nostre libertà. È giunto il momento di prendere una posizione chiara e dire: “Quando è troppo è troppo”. […].
Il Signore ha chiesto ai suoi discepoli di essere il sale della terra. Siamo destinati ad avere un ruolo positivo nel mantenere la salute delle nostre società, preservandole e insaporendole. Vogliamo contribuire al benessere delle società in cui viviamo e per farlo dobbiamo essere liberi di essere ciò che siamo e testimoniare la verità rivelata da Dio e confermata dalla ragione umana».