L'occasione della nostra rubrica MTL nell'arte, ci dà occasione per "rispolverare" un po' la figura di questa importantissimo santo, pio modello sacerdotale ma anche infaticabile discepolo della carità e dei ragazzi di strada, che molto ha da insegnare ai sacerdoti di oggi (anche tradizionalisti!): la pastorale giovanile è una cosa seria, come altrettando seria è la pratica dei sacramenti.
E' sbagliatissimo e controproducente pensare di arrivare ai giovani rinnegando e svilendo il ruolo del sacerdote, come d'altro canto è sterile e inutile pensare solo alla liturgia e a costringere i ragazzi ad andare a Messa. Don Filippo questo lo capì bene e senza mai ridicolizzare o secolarizzare la propria figura sacerdotale, grazie all' "invenzione" dell'oratorio (fatto di musica, canti, giochi e di gioioso incontro tra amici) riuscì ad attirare a sè tantissimi i ragazzi (che invitava spesso a "stare buoni" se... potevano) e ad
avvicinarli ai sacramenti (suscitando il loro non poche vocazioni).Accanto alla pastorale per i giovani però don Filippo praticò in maniera esemplare il proprio ministero sacerdotale (stava ore in confessionale) e fu un infaticabile discepolo della carità (fondò l'Arciconfraternita della Ss.ma Trinità dei Pellegrini e ne riedificò la chiesa della Ss.ma Trinità dei Pellegrini in Roma, ben nota a tutti i tradizionalisti del mondo).
Nella roma papalina del '500 seppe rifuggire le vanità (cardinalato compreso) e, per tutta la sua vita si può dire, per l'appunto, che egli preferì sempre Dio e il Paradiso (qui il canto a lui dedicato composto da Mons. Marco Frsina).
Noti sono i due film dedicati a San Filippo Neri divenuti piete miliari e che prendono il nome da due delle molte frasi celebri del santo romano: "State buoni se potete" di L Magni (1983 MultiMedia San Paolo) con Johnny Dorelli e musiche di Branduardi; e "Preferisco il Paradiso" di Campiotti (2010, Lux video) con Gigi Proietti e musiche di Frisina (qui la celeberrima colonna sonora).
Sotto, la laude di San Filippo Neri, che faceva cantare, quale testamento spirituale un giorno, ai suoi ragazzi (prendendo spunto dal Qoelet): Vanità di Vanità (messa in canto da Branduardi nel 1983 per il sucitato film):
Vanità di vanità.
Ogni cosa è vanità.
Tutto il Mondo, e ciò che ha
Ogni cosa è vanità.
Se del mondo i favor suoi
T’alzeran fin dove vuoi.
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.
Se regnassi ben mill’anni
Sano, lieto, senz’affanni.
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.
Se tu avessi d’ogn’intorno
Mille servi, notte e giorno,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.
Se tu avessi più soldati
Che non ebbe Serse armati,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.
Se tu avessi ogni linguaggio,
E tenuto fossi saggio,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.
Se starai con tutti gli agi,
Nelle Ville, e ne’ Palagi,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.
E se in feste, giuochi e canti
Passi i giorni tutti quanti,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.
Sazia pur tutte tue voglie
Sano, allegro e senza doglie,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.
Dunque a Dio rivolgi il cuore,
Dona a lui tutto il tuo amore,
Questo mai non mancherà,
Tutto il resto è vanità.
Se godessi a tuo volere
Ogni brama, ogni piacere,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.
Se tu avessi ogni tesoro
Di ricchezze, argento ed oro.
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.
Se vivessi in questo mondo
Sempre lieto, ognor giocondo,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.
Se lontan da pene e doglie
Sfogherai tutte tue voglie,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.
Se qua giù starà il tuo cuore
Giubilando a tutte l’ore,
Alla morte, che sarà?
Ogni cosa è vanità.
Dunque frena le tue voglie,
Corri a Dio, che ognor t’accoglie,
Questo mai non mancherà.
Tutto il resto è vanità.
(San Filippo Neri. Da Giuseppe De Libero, Vita di S. Filippo Neri, Apostolo di Roma, Ed. Oratorio di Roma, 1960, pp.191 ss)
di San Filippo Neri (Firenze, 1515 - Roma, 26 maggio 1595).
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