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giovedì 30 maggio 2024

Chiese chiuse…Roma pomeridiana

Grazie a Marco Tosatti e Benedetta De Vito per queste tristi riflessioni sulla chiese chiuse a Roma.
Ci dispiace ripeterci: la "Chiesa in uscita" è fatto di curatori fallimentari con chiese e seminari vuoti e nessuna conversione.
Luigi C.

24 Maggio 2024 

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, la nostra Benedetta De Vito offre alla vostra attenzione questo piccolo reportage da una Roma pomeridiana, di chiese chiuse, corvi e bambini (assenti…). Ne approfitto per scusarmi del silenzio di ieri di Stilum Curiae. Il nostromo della vostra barchetta stava male, non ce la faceva proprio… Buona lettura e condivisione.
§§§

Roma, in tinta di miele, m’abbraccia all’uscir di casa verso le cinque della sera e cammino, sfiorando il marciapiede, diretta alla chiesa meraviglia di San Carlino alle Quattro Fontane dove m’attende, nel nostro dolce tu per tu in pura delizia, la Beata Elisabetta Canori Mora, che mi ha accompagnato fin dalla prima ora (oramai più di dodici anni orsono) verso la conversione e poi l’unione e la fede. Cammino e, come sempre, in mano tengo il mio Santo Rosario che è arma, protezione, respiro. Cammino svelta perché ho anche il compito di verificare se, lungo la via delle Quattro Fontane, c’è un parcheggio disabili per una certa persona che, da Varese, verrà con me un giorno da Elisabetta…
Eccomi davanti ai Giardini di Sant’Andrea e ai piedi della via che fu invenzione del grande Sisto V, un Papa che amo. Sì, sì, ci sono ben tre parcheggi ad uso di chi ha la targhetta speciale. E quindi evviva. Proseguo fino alla Chiesa borrominiana e la trovo… chiusa: aperta solo di mattina, dalle 10. Il muso a terra.
Oh, è tanto che non vengo e non lo sapevo, ma come è possibile, mi chiedo… Mi consolo: andrò poco più avanti alla Chiesa di Sant’Andrea, dove riposa San Stanislao Kostka e dove mi fermo, a volte, a pregare. In ginocchio davanti alla piccola bara del Santo polacco, mi perdo nella devozione, quando d’un tratto, odo una voce che sembra mi chiami.
Ma certo, è un giovanotto che mi invita ad uscire perché la chiesa sta per chiudere. Nooooo.

L’oro del Bernini, lassù, mi saluta a malincuore e in salto esco e m’accorgo che in questa chiesa le vasche dell’acqua santa sono vuote così chiedo lumi a chi mi ha chiamato poco prima per mandarmi via. “Eh sa. Dopo il covid, per la salute…”, balbetta. Risposta mia: “Ma il covid è finito da un pezzo e basta con questa storia e l’acqua santa è il sangue della Chiesa e della vita vera…”. Borbotta qualcosa, forse un sì e tornerò presto a vedere se nello scrigno del Bernini, tenuto dai Gesuiti, si è tornati alle buone, vecchie abitudini cattoliche oppure no…

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