"Joe Biden è stato definito dall’arcivescovo di Washington un cattolico “molto sincero” anche se promuove l’aborto fino alla nascita. Comunque sia, il presule ha riconosciuto che il presidente “sceglie” dal cattolicesimo solo quello che va d’accordo con la sua agenda politica. Ma chi, alla fine, è più responsabile: il presidente o l’arcivescovo?".
QUI sul tema.
Luigi C.
di John Horvat, TFP, 15-4-24
Tragicamente, i fedeli sono abituati a politici cattolici che scelgono i temi a cui aderire nell'insegnamento della Chiesa. Il caso più noto è quello dell'attuale presidente americano, che usa tutti i poteri del governo per promuovere l'agenda LGBTQ e una politica di aborto fino alla nascita di tipo nordcoreano, pur affermando di essere un "devoto cattolico" e ricevendo la Santa Comunione.
Il cardinale Wilton Gregory, arcivescovo di Washington, ha recentemente definito il presidente "molto sincero nella sua fede". Tuttavia, l’ha anche definito un "cattolico da bar" che va a “scegliere” solo quelle parti del cattolicesimo che si adattano alla sua agenda politica.
Sebbene il cardinale abbia ragione riguardo alla deplorevole selettività di questi cattivi politici cattolici, dovrebbe ampliare la sua analisi. La crescita massiccia di politici cattolici da bar è dovuta interamente alla presenza di cardinali e vescovi da bar che dovrebbero pascolare il gregge di Cristo.
Questi politici "scelgono" impunemente perché sanno che nulla, assolutamente nulla, accadrà loro in questa vita, che poi è l'unica vita che per loro conta. Questi uomini pubblici possono guardare indietro con fiducia e vedere che questa immunità dura da decenni. Che si tratti dell'aborto fino alla nascita o di designare la domenica di Pasqua come ‘Giornata della visibilità transgender’, non c'è assolutamente nulla che possa metterli in imbarazzo. Nessun possibile oltraggio a Dio e alla Sua Legge li farà mai essere scomunicati dai cardinali e vescovi da bar. Tutto è permesso. Nulla è proibito.
Questi cattivi politici cattolici capiscono che la loro impunità è dovuta al fatto che anche i cardinali e i vescovi da bar vanno a “scegliere”, in modo del tutto prevedibile, quali parti della fede difendere. Eppure, i vescovi sono responsabili dell'integrità e della pratica della fede nelle aree sotto la loro giurisdizione. Il vescovo è responsabile davanti a Dio delle anime affidate alle sue cure.
Poiché è in gioco la salvezza delle anime, il vescovo non ha il diritto di “scegliere” quali insegnamenti e fede e quali parti della morale cattolica difendere e quali no, quali dei Dieci Comandamenti possono essere ignorati, quali bestemmie pubbliche e scandali morali non verranno denunciati e puniti.
Questa difesa selettiva della Fede porta a una visione distorta del magistero della Chiesa. La Chiesa si è sempre contraddistinta presentando senza paura la verità e affrontando gli errori del tempo, anche a costo di subire persecuzioni.
Un buon esempio di quest’atteggiamento coraggioso è la condanna del nazismo da parte della Chiesa, nonostante le pressioni degli addetti al bancone del bar dell'epoca per fare il contrario. Pio XI richiese il sostegno di tutto il clero nel proclamare la verità nella sua enciclica in lingua tedesca Mit Brennender Sorge (1937), prendendo di mira il regime nazista di Hitler allora al potere. Egli disse: "Il primo e il più ovvio dono di amore del sacerdote al mondo è di servire la verità, tutta intera la verità, smascherare e confutare l’errore, qualunque sia la sua forma o il suo travestimento. La rinunzia a ciò sarebbe non solo un tradimento verso Dio e la vostra santa vocazione, ma un delitto nei riguardi del vero benessere del vostro popolo e della vostra patria”.
Il supremo mandato di Gesù di diffondere il Vangelo indirizza la Chiesa a insegnare una dottrina rivelata che costituisce un insieme indivisibile. La predicazione della verità deve includere la condanna dell'errore e richiede di disciplinare con la censura e la scomunica coloro che negano con pertinacia l'insegnamento della Chiesa e feriscono il bene comune spirituale.
Accettare o tollerare che gli insegnamenti della Chiesa siano parzialmente ignorati, messi a tacere o soppressi per motivi di opportunità politica è un totale tradimento della missione di un vescovo.
Così, i cattolici da bar sono il frutto naturale di cardinali e vescovi da bar che insegnano in modo eloquente, attraverso le loro azioni e omissioni nel corso del tempo, che la Chiesa è un grande bancone da bar in cui tutti (anche cardinali e vescovi) possono “scegliere” ciò che vogliono credere. Quest’atteggiamento diffonde una visione distorta della Fede che ha portato alla massiccia decadenza e all'apostasia di oggi.
Tuttavia, qui si tratta di uno strano bar che infrange tutte le regole. Normalmente i bar offrono un'ampia varietà di cibi sani che soddisfano i gusti dei clienti. Non sono ammesse selezioni dannose.
Per la sinistra cattolica questo bar offre invece grandi quantità di superficiale spiritualità, giustizia sociale socialista, retorica della teologia della liberazione, eresie LGBT alla padre James Martin avvolte in un'apparenza di orpelli cattolici.
Non si tratta di un bancone da bar pieno di scelte allettanti, ma un posto che offre errori dottrinali tossici che allontanano le anime da Cristo e dalla Sua Legge.
Va molto bene denunciare i politici cattolici da bar, ma fanno peggio quei cardinali e i vescovi da bar che da molto tempo rendono possibile una prevedibile scelta di errori liberali e che si rifiutano di sanzionarli e di sostenere la Verità.
Questa negligenza ha conseguenze drastiche ed eterne, tra cui la dannazione eterna di milioni di anime. Sarebbe ora di chiudere questo bar che mai avrebbe dovuto essere aperto.
Fonte: Tfp.org, 15 Aprile 2024. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.