Di recente mi sono imbattuto in un classico della letteratura russa – I Tre dialoghi e il racconto dell’Anticristo di Vladimir Sergeevic Soloviev* – di cui voglio riproporre alcuni punti. Si tratta di un’opera dalla grande carica profetica che pubblicata nella Pasqua del 1900, anticipa straordinariamente i tempi del pensiero unico globalista che stiamo vivendo. Nella sua visione romantica di un’Europa profondamente legata al cristianesimo, l’Anticristo di Soloviev è l’emancipazione dell’uomo nuovo che svuotato da ogni trascendenza, racchiude tutte le qualifiche di colui che oggi chiameremmo pacifista, ecologista ed ecumenista. Un inno al buonismo e al politicamente corretto oggi intonato non solo da capi di Stato ma anche dai rappresentanti di molte Chiese, quella cattolica in testa.
L’Anticristo è pacifista. «Popoli della terra, io vi ho promesso la pace e io ve l’ho data [...], il Cristo ha portato la spada ed io [l’Anticristo] porterò la pace». Secondo Soloviev «c’è la pace buona, la pace cristiana, basata su quella divisione che Cristo è venuto a portare sulla terra precisamente con la separazione tra il bene e il male, tra la verità e la menzogna; e c’è la pace cattiva, la pace del mondo, fondata sulla mescolanza o unione esteriore di ciò che interiormente è in guerra con se stesso». Nella sua critica al pacifismo (tolstojano) e alla dottrina della non-violenza, Solviev ammette situazioni in cui alla violenza malvagia non basta rispondere con gli ammonimenti e le buone parole. Che finirebbero invece per procurare un torto ai deboli e agli indifesi, a vantaggio di iniqui e prepotenti.
L’Anticristo è ecologista e animalista. Sono termini moderni che ovviamente Soloviev non usa, ma la sua descrizione è abbastanza chiara. «Il nuovo padrone della terra è anzitutto un filantropo; pieno di compassione, non solo amico degli uomini ma anche amico degli animali. [L’Anticristo] è vegetariano, proibisce la vivisezione e sottopone i mattatoi a una severa sorveglianza; le società protettrici degli animali vengono da lui incoraggiate in tutti i modi».
L’Anticristo è ecumenista. Capace di dialogare «con parole piene di dolcezza, saggezza ed eloquenza», convocherà i rappresentanti di tutte le confessioni cristiane a «un concilio ecumenico da tenere sotto la sua presidenza». Il suo intento sarà quello di riscuotere il consenso di tutti attraverso la concessione di valori un tempo non negoziabili. «Se non siete capaci di mettervi d’accordo tra voi – dirà ai convenuti dell’assise ecumenica – spero di mettere d’accordo io tutte le parti, dimostrando a tutti il medesimo amore e la medesima sollecitudine per soddisfare la vera aspirazione di ciascuno». Insomma, l’Anticristo darà a ciascuno il suo: riconoscendo ai cattolici il potere temporale del Papa, agli ortodossi la tradizione liturgica orientale, ai protestanti la facoltà di interpretare liberamente le Scritture. Un ecumenismo formale – svuotato della sua sostanza – che punta solo a soggiogare e controllare le masse dei cristiani.
L’Anticristo è buonista e politicamente corretto. Nel suo «ammonimento profetico» Soloviev racconta di un Anticristo amico, buono e che non spaventa. E che attraverso la sua saggezza e le sue argomentazioni tenterà di risolvere il fatto salvifico – concreto e al tempo stesso trascendente – in una serie di valori orizzontali, facilmente esitabili sui mercati mondani fatti da salotti, aggregazioni sociali e politiche, trasmissioni televisive. È da questo rischio che dobbiamo guardarci.
*Vladimir Sergeevic Soloviev per la sua passione per i Padri della Chiesa fu definito amabilmente da Bernard Dupuy l’«Origene dei tempi moderni». Hans Urs von Balthasar lo accostò a Tommaso d’Aquino come «il più grande artefice di ordine e di organizzazione nella storia del pensiero». Giovanni Paolo II nell’enciclica Fides et Ratio lo collocò tra i pensatori che hanno condotto una «coraggiosa ricerca» sul rapporto tra filosofia e parola di Dio, assieme a figure come John Henry Newman, Antonio Rosmini, Jacques Maritain e Pavel Florenskij.
Roberto.
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E MiL non dice qualcosa sul nuovo arcivescovo di Firenze? I lettori – o alcuni di noi – vorrebbero avere dei riferimenti.
RispondiEliminaleggere è utile ma provate ad ascoltare (o ri-ascoltare) l'audio dell'intervento del Card. Biffi ad un convegno di CL... non certo in tempi sospetti (anno 1991) e non certo rivolto ad una platea di complottisti e tradizionalisti..... Se avrete la pazienza di ascoltarlo tutto, ad un certo punto fa anche "i nomi".... ecco il link:
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=93GNSKk7dtk&ab_channel=EnzinaPasquali
il pacifismo infatti non ha nulla a che vedere con la Pace come dono di Dio, la pace interiore... il pacifismo è costruito da una narrativa ed è la manifestazione di chi beve le notizie e l'indottrinamento.
RispondiEliminaSull'ecologia anche bisognerebbe distinguere dalle visioni della natura basate su osservazioni dirette e pazienti delle sue leggi e l'ecologismo di oggi, che a me piaceva chiamare greenwashing prima che i greenwashers stessi usassero la tecnica di appropriarsi di questa definizione cruciale per ergersi ad arbitri in materia di . Per quanto riguarda gli animali l'errore piu grossolano e piu diffuso di oggi sta nel sentimentalismo umano proiettato sul mondo animale, quindi una regressione ad un naturalismo becero dove la dignità umana è lontana da essere intellettualmente comprensibile.
sull'ecumenismo non conosco molto... pero posso dire nella sua versione negativa discendente rassomiglia all'egualitarismo, che da quel che ho studiato ha vinto in società a partire dalla rivoluzione francese ed è responsabile delle ideologie che hanno permesso il costruirsi dell'uomo massa durante le rivoluzioni industriali...
Per il quarto punto mi soffermerei sull'aspetto di falso maestro dell'anticristo, in sanscrito "upaguru" ... questo nel quotidiano si puo riconoscere quando qualcuno prova a forzare sugli altri un gruppo di teorie messe insieme secondo una logica molto soggettiva e nasce un nuovo sistema di conoscenza del vero, da cui un proselitismo piu o meno di successo, piu o meno abominevole... il materialismo storico è un grandioso esempio di quanto certe teorie possano modificare nel profondo la mentalità di popoli