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lunedì 4 marzo 2024

Vaticano, tra i cardinali gira un documento anonimo sul prossimo conclave, racchiude la traccia del programma futuro della Chiesa

QUI MiL su DEMOS II.
(AGGIORNAMENTO del 4/3/2024 il testo completo si troverà solo cliccando sul link indicato nel nostro post, perchè La Nuova Bussola Quotidiana ci ha proibito di pubblicarlo sul nostro blog).  

Monday Vatican – Andrea Gagliarducci: "Papa Francesco e il Papa venturo: “…Il motivo per cui escono documenti come quelli di Demos I e Demos II è facile da capire. I cardinali sono rimasti scottati dall'esperienza di Papa Francesco, eletto in emergenza, sull'onda dell'emozione data da una dimissione senza precedenti e dalla pressione mediatica, con il desiderio di rilanciare la narrazione della Chiesa. La scelta di Papa Francesco è stata fatta per dare respiro alla Chiesa, per permetterle di guadagnare terreno nell'opinione pubblica. I cardinali volevano una persona che attuasse riforme strutturali, ma non una rivoluzione; un candidato che rimettesse in sesto il governo e l'immagine della Chiesa, prima di tutto.(…) Francesco, però, ha interpretato il suo mandato di riforma in modo del tutto personale, così come personale è stato finora il suo governo. Ha portato il suo spirito e le sue idee ma le ha imposte con forza, spesso intervenendo personalmente in questioni in cui non avrebbe potuto intervenire (come la riforma dell'Ordine di Malta). Francesco ha creato una chiara rottura tra la Chiesa precedente e quella successiva. Francesco divise, fece discutere e si espresse in quel modo autoritario di cui parla Demos II.(…) Dopo undici anni di pontificato, il desiderio di non ripetere la storia - o l'errore, come lo chiamano alcuni - è evidente. C'è il timore che Papa Francesco cambi le regole del conclave, soprattutto che cambi le regole delle discussioni nella congregazione generale, tagliando fuori i cardinali che non potranno votare in conclave e magari chiedendo che i cardinali si riuniscano in gruppi diretti da un moderatore. Questo documento serve a superare ogni possibile orientamento del Conclave da parte dei "guardiani della rivoluzione" di Papa Francesco.(...) Infine, c'è delusione, ed è una delusione che nasce soprattutto nel mondo anglosassone. Demos era il cardinale Pell, e Demos II (non a caso il suo nome è in continuità con il documento precedente) sembra provenire dallo stesso ambiente anglosassone. (…)In ultima analisi, Demos II ha solo messo in evidenza ciò che molti attenti osservatori del pontificato hanno evidenziato da tempo. Allo stesso tempo, però, il documento non dovrebbe influenzare troppo il prossimo conclave. Il prossimo, quando avrà luogo, sarà probabilmente un conclave di sorprese".
Rivista Il Mulino – Alberto Melloni: "Rendere il conclave più lento: “Una riforma del conclave, seppur piccola, che non ne alteri la composizione, le funzioni, le maggioranze, ma ne dilati i tempi sarebbe assai necessaria. Per più ragioni”".
InfoCatolica – Don Jorge González Guadalix: Vescovi brasiliani lamentano il successo del campo conservatore-tradizionale nella blogosfera. “Capisco la rabbia di molti quando scoprono queste cose, ma il problema non è che ci sono molti influencer e YouTubers ultraconservatori là fuori, il problema è che il messaggio degli autoproclamati difensori di Francesco, sostenitori della primavera ecclesiale e sinodale fino alla morte, non interessa a nessuno. Ma questo non è colpa del resto di noi”.
Luigi


Franca Giansoldati, Il Messaggero, 2-3-24

Il primo a diffonderlo pubblicamente sui social è stato il cardinale cinese Joseph Zen che ha condiviso sui suoi profili un'analisi sul prossimo conclave scritta da un cardinale anonimo (ma probabilmente gli autori sono di più). Sta circolando da giorni all'interno del collegio cardinalizio. Si tratta di una radiografia articolata di quello che non avrebbe funzionato nella Chiesa in questi dieci anni. Diversi giornali stranieri hanno riportato la notizia, tra cui il Catholic Herald che ha detto che si tratta di un «attacco sorprendente allo stile autocratico, confuso e vendicativo di Papa Francesco», il quale avrebbe creato negli anni fratture e lacerazioni più «che in qualsiasi altro momento della storia recente». L'anonimato dell'autore o degli autori è d'obbligo per paura di ritorsioni. La recente vicenda del cardinale americano Leo Burke, sfrattato da casa e con lo stipendio tagliato dal Papa solo perchè aveva osato esprimere la sua opinione e sollevare dubbi teologici su alcuni documenti teologici, ha provocato un ulteriore giro di vite. «Oggi nel Collegio cardinalizio hanno tutti paura a parlare per le conseguenze che potrebbero avere» sussurra un porporato al Messaggero.

Nell'opuscolo tradotto in sei lingue che sta girando tra i cardinali c'è un progetto su ciò che dovrebbe fare il prossimo Papa per riparare i danni della attuale polarizzazione tra conservatori e progressisti. «La confusione genera divisione e conflitto. Mina la fiducia nella Parola di Dio. Indebolisce la testimonianza evangelica». Il compito «del prossimo pontificato dovrà essere quello di recuperare e ristabilire le verità che sono state lentamente oscurate o perdute tra molti cristiani».

Come è accaduto anche nel passato sono gli anni conclusivi di qualsiasi pontificato a costituire un momento privilegiato per valutare il cammino della Chiesa del futuro. La grandissima forza del pontificato di Papa Francesco è stata la compassione verso i deboli, i poveri e gli emarginati. Bergoglio si è preoccupato per la dignità degli esseri umani, ha lottato contro i cambiamenti climatici e le grandi sfide legate all'ambiente. Nell'analisi che sta circolando si evidenziano però anche le carenze affiorate, «in primis uno stile di governo autocratico, a volte apparentemente vendicativo; una disattenzione in materia di diritto; un'intolleranza per il disaccordo anche rispettoso; e - più seriamente - un modello di ambiguità in materia di fede e morale che causa confusione tra i fedeli. La confusione genera divisione e conflitto. Mina la fiducia nella Parola di Dio. Indebolisce la testimonianza evangelica. E il risultato oggi è una Chiesa più fratturata che in qualsiasi altro momento della sua storia recente».

L'autore (o gli autori) mette in evidenza alcuni punti cardine del magistero che sono stati trascurati in questi anni risultando non sempre chiari ai fedeli. Nessuno si salva se non attraverso Gesù. Dio è misericordioso ma è anche giudice giusto. L'uomo è la creatura di Dio, non un'invenzione di se stesso, una creatura fatta non solo di emozioni e appetiti, ma di intelletto, libero arbitrio e di un destino eterno. Il peccato è reale e i suoi effetti sono letali.

Cosa dovrà fare il nuovo Papa? Viene spiegato che il «nuovo Papa deve ripristinare l'ermeneutica della continuità nella vita cattolica e riaffermare la comprensione del Vaticano I Ie del giusto ruolo del papato». Il che significa dare una raddrizzata all'autoritarismo attuale. «Il Papa è un successore di Pietro e il garante dell'unità della Chiesa. Ma non è un autocrate. Non può cambiare la dottrina della Chiesa e non deve inventare o alterare arbitrariamente la disciplina della Chiesa. Governa la Chiesa in modo collegiale con i suoi fratelli vescovi nelle diocesi locali. E lo fa in fedele continuità con la Parola di Dio e l'insegnamento della Chiesa. "Nuovi paradigmi" e "nuovi percorsi inesplorati" che si discostano da entrambi non sono di Dio».

Il Secondo punto sottolinea che la Chiesa non è un'autocrazia, né è una democrazia. La Chiesa appartiene a Gesù Cristo. Il Terzo: «l'ambiguità non è né evangelica né accogliente. Piuttosto, genera dubbi e alimenta impulsi scismatici. La Chiesa è una comunità non solo di Parola e sacramento, ma anche di credo. Ciò in cui crediamo aiuta a definirci e sostenerci. Pertanto, le questioni dottrinali non sono oneri imposti da insensibili dottori della legge». Per esempio lo smantellamento e il riutilizzo «dell'Istituto Giovanni Paolo II di Studi sul Matrimonio e la Famiglia di Roma e l'emarginazione di testi come Veritatis Splendor suggeriscono che l'emozione e la compassione hanno preso il sopravvento sulla ragione, la giustizia, la verità. Per una comunità di fede questo è malsano e profondamente pericoloso».

Il Prossimo Papa dovrà anche ripristinare la centralità del diritto canonico che ordina la vita della Chiesa, armonizza le sue istituzioni e procedure e garantisce i diritti dei credenti.«Tra i segni dell'attuale pontificato c'è la sua eccessiva dipendenza dal motu proprio come strumento di governance e una generale disattenzione e disgusto per i dettagli canonici. Ancora una volta, come per l'ambiguità della dottrina, il disprezzo per il diritto canonico e la corretta procedura canonica hanno minato la fiducia nella purezza della missione della Chiesa».

La Chiesa, si legge ancora, non può essere «ridotta a un sistema di etica flessibile o analisi sociologica e rimodellandosi per adattarsi agli istinti e agli appetiti (e alle confusioni sessuali). Uno dei difetti chiave dell'attuale pontificato è il suo ritiro da una convincente "teologia del corpo" e da una mancanza di un'antropologia cristiana proprio in un momento in cui gli attacchi alla natura e all'identità umana, dal transgenderismo al transumanesimo, stanno aumentando».

Il successore di Francesco dovrà poi rimettere mano al Vaticano che «ha urgente bisogno di un rinnovamento, di una pulizia delle sue istituzioni, delle sue procedure e del suo personale e di una profonda riforma delle sue finanze per prepararsi a un futuro più impegnativo. Queste non sono piccole cose. Chiedono la presenza, l'attenzione diretta e l'impegno personale di qualsiasi nuovo Papa» si legge nel testo.

Quanto al Collegio dei Cardinali dovrà essere riformato. Viene fatto notare che occorrono uomini di «carattere, forte formazione teologica, esperienza di leadership matura e santità personale. Richiede anche un Papa disposto a chiedere consiglio e poi ad ascoltare. Non è chiaro in che misura questo si applichi nel pontificato di Papa Francesco. L'attuale pontificato ha posto l'accento sulla diversificazione del collegio, ma non è riuscito a riunire i cardinali in concistori regolari progettati per promuovere una genuina collegialità e fiducia tra i fratelli. Di conseguenza, molti degli elettori votanti nel prossimo conclave non si conoscono davvero, e quindi potrebbero essere più vulnerabili alla manipolazione. In futuro, se il collegio deve servire i suoi scopi, i cardinali che lo abitano hanno bisogno di più di uno zucchetto rosso e di un anello. Il Collegio dei Cardinali di oggi dovrebbe essere pro-attivo nel conoscersi per comprendere meglio le situazioni della chiesa locale».

2 commenti:

  1. mah, sugli anonimi bisogna essere sempre molto scettici (vale anche per me, ovviamente, potrei essere chiunque, anche un redattore di messainlatino o chi per lui), nel merito mi sembra aria fritta o quasi, poi vedete voi

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  2. Che il pontificato di papà Francesco sia stato finora disorientante e ambiguo lo considero un dato di fatto. Spero che il documento in questione possa costituire un utile occasione di riflessione per coloro che saranno chiamati a porvi rimedio con il proprio voto. Non conosco sufficentemente i 'Palazzi Vaticani" per darne una valutazione, poiché le notizie che circolano sono piuttosto legate alla cronaca scandalistica, per lo più, a quanto pare, fondata. Spero solo che , se la genesi di tale documento è di origine anglosassone, da quel .info possa provenire qualcosa di finalmente "buono" e diverso da quello che nei secoli è pervenuto: contaminazioni massoniche, affarismo capitalista sordo a ogni pietas umana, controllo geopolitico del mondo o di una sua parte (Europa, Italia, soprattutto). Con i migliori auguri per la Chiesa e la prosecuzione della sua missione evangelica e di pace.

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