Luigi C.
Il Cammino dei Tre Sentieri, 15 FEBBRAIO 2024
Rubrica a cura di Corrado Gnerre
da Teologia della perfezione cristiana di Antonio Royo Marin
Molti eretici, tra cui Eustazio di Sebaste, Vigilazio, i catari, i wiclifiti, i luterani, i calvinisti, ecc… dicono: 1)che Cristo è l’unico mediatore tra Dio e gli uomini; 2)che i santi non conoscono le nostre orazioni; 3)che Dio è così buono da non aver bisogno di intercessori per darci quello che ci manca.
Risposta: 1) Cristo è l’unico mediatore di redenzione, ma nulla impedisce che i santi siano mediatori di intercessione avvalorando le nostre orazioni con le loro e pregando Dio perché le esaudisca.
2) E’ falso che non le conoscano. Tutte le nostre petizioni difatti le vedono nel Verbo di Dio, nel quale si riflette quanto avviene nell’universo come in uno schermo cinematografico, anche se si tratta di orazioni semplicemente interne, non manifestate con segni esterni (…).
3) La bontà infinita di Dio non è incompatibile con l’intercessione dei santi, ma si armonizza mirabilmente con essa. Dio è un padre amantissimo che si compiace di vedere i suoi figli intercedere i suoi doni gli uni per gli altri.
Il Concilio di Trento proclamò l’utilità e la convenienza d’invocare i santi e di venerare le loro reliquie e le sacre immagini. E’ quindi una verità di fede.
Le principali ragioni teologiche che la giustificano sono:
1) la bontà divina, che ha voluto associarsi le sue creature (Maria, gli angeli, i santi, i beati, e i giusti della terra) nel conseguimento e nella distribuzione delle sue grazie.
2) La comunione dei santi, che ci incorpora a Cristo e nella quale le grazie circolano da un membro all’altro.
3) La perfettissima carità dei santi, che li muove ad intercedere per le nostre necessità, che vedono e che conoscono nel Verbo divino.