Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera numero 1009 pubblicata da Paix Liturgique il 29 febbraio, in cui si prosegue l’analisi della fallimentare situazione della Chiesa cattolica in Austria.
In questa lettera si parla, in particolare, di mons. Hermann Glettler, Vescovo di Innsbruck e già ben noto per le sue blasfeme «stravaganze» ai lettori di MiL (QUI).
Permeato da idee globaliste e filo-LGBT, favorevole alla comunione ai divorziati risposati ed all’ordinazione sia femminile sia di uomini sposati, si è subito messo in luce sospendendo un giovane sacerdote reo di aver parlato dei Novissimi, ed in particolare dell’esistenza del Purgatorio, in una omelia e suscitando scandalo permettendo installazioni pseudo-artistiche blasfeme nelle chiese della Diocesi.
E non manca, ovviamente, di spirito ambientalista e la lotta per la «giustizia climatica».
Insomma, con chiese e seminario sempre più vuoti… un Vescovo con tutte le caratteristiche per fare una rapida carriera nell’attuale gerarchica ecclesiastica.
L.V.
In due precedenti Lettre (15 febbraio [QUI; QUI su MiL: N.d.T.] e 20 febbraio [QUI; QUI su MiL: N.d.T.]), abbiamo scritto del più importante curatore fallimentare del Cattolicesimo austriaco, mons. Manfred Scheuer, Vescovo di Innsbruck e poi di Linz, seconda sede dell’Austria. Dobbiamo anche menzionare un altro pastore di questo tipo, mons. Hermann Glettler Comm. l’Emm., Vescovo di Innsbruck.
Nato nel 1965 (cinquantanove anni nel 2024), mons. Hermann Glettler Comm. l’Emm. è diventato Vescovo di Innsbruck nel settembre 2017, succedendo a mons. Manfred Scheuer. Ha scoperto la Communauté de l’Emmanuel mentre studiava in Francia e vi si è unito (si è formato nella Parrocchia di Saint-Nicolas-des-Champs a Parigi, all’epoca ultra chacha e preghiere di guarigione). Ordinato sacerdote nel 1991 per la Diocesi di Graz-Seckau, non è diventato Vescovo, ma è stato nominato a Innsbruck e consacrato nella Olympiahalle [palazzetto dello sport: N.d.T.] della città.
Mons. Hermann Glettler è anche un artista contemporaneo riconosciuto come tale (come contemporaneo), soprattutto nel campo della fotografia. In quanto tale, commissiona regolarmente ad artisti altrettanto contemporanei di appropriarsi delle sue chiese – ma le installazioni, spesso provocatorie, per non dire blasfeme, suscitano ripetutamente scandalo. Nel 2003, con il pretesto dell’«»arte contemporanea», l’artista austriaco Otto Zitko ha ricoperto di strisce rosso sangue le volte e le pareti di una cappella laterale barocca della Kirche Sankt Andrä a Graz, in Austria. Secondo il sito Novus Ordo Watch [QUI: N.d.T.], nell’ottobre 2022 erano ancora lì e facevano parte del «percorso artistico» evidenziato sul sito web della Diocesi di Graz-Seckau. Come sottolinea il sito Novus Ordo Watch, questo degrado artistico, che avrebbe dovuto rappresentare «il fuoco e lo Spirito», fu approvato dall’allora Vescovo mons. Egon Kapellari… ma soprattutto da don Hermann Glettler, Parroco di Sankt Andrä dal 1999 al 2016.
Un elettrone libero emancipato o l’altro volto della Communauté de l’Emmanuel
Fa parte di una comunità che si posiziona volentieri come «conservatrice» in un Paese come la Francia, ma che mostra anche un volto completamente diverso in Paesi in cui l’alto clero è largamente conquistato alle idee globaliste e LGBT – in Austria, quando il Vaticano ha ribadito nel 2021 l’impossibilità di benedire le unioni omosessuali, sette Vescovi su dieci e il card. Christoph Schönborn O.P., Arcivescovo metropolita di Vienna, hanno espresso pubblicamente la loro opposizione a Roma.
È anche l’archetipo di questi Vescovi eterodossi, ma in un ruolo di «seconda linea», meno visibile di mons. Manfred Scheuer, suo predecessore dal 2003 al 2015 e ora Vescovo di Linz o dei suoi omologhi tedeschi mons. Franz-Josef Overbeck, Vescovo di Essen, e mons. Georg Bätzing, Vescovo di Limburgo e Presidente della Deutsche Bischofskonferenz), altrettanto impegnati in varie idee eterodosse. Appena arrivato nella Diocesi di Innsbruck, nel 2017, si è espresso a favore dell’istituzione delle diaconesse e della comunione ai divorziati risposati, prima di sollevare un tale polverone sulle persone LGBT a partire dal 2021 che i media slovacchi se ne sono interessati, dando così, per ripicca, linfa al mulino della resistenza alle follie del loro clero e dei loro Vescovi.
Tuttavia, egli coltiva una certa ambiguità difendendo posizioni in cui non è atteso: nell’autunno del 2023 ha pubblicato una raccolta di preghiere in 14 capitoli, che ha presentato nella Jesuitenkirche [Chiesa dei Gesuiti: N.d.T.] di Vienna in compagnia di una coppia della Communauté de l’Emmanuel, e sempre nell’autunno del 2023 ha rilasciato un’importante intervista al sito web della Chiesa cattolica in Austria in qualità di delegato per la pastorale familiare della Österreichische Bischofskonferenz, in cui ha ribadito la sua opposizione all’aborto, pur deplorando il fatto che «il dibattito è avvelenato da troppa ideologia», chiedendo «più aiuto alle donne e meno ideologia» [QUI: N.d.T.].
Tuttavia, è stato considerato troppo progressista quando si è aperta la successione al mons. Egon Kapellari per la Diocesi di Graz-Seckau. È stato incluso nella terna redatta da mons. Peter Stephan Zurbriggen, Nunzio apostolico in Austria, secondo quanto riportato dal quotidiano Die Presse, che spiega:
Franz Xaver Brandmayr, Hermann Glettler, Wilhelm Krautwaschl: uno di questi tre «semplici» sacerdoti cattolici sarà presto ordinato agli ordini superiori. Uno di questi tre sarà ordinato Vescovo. Uno di questi tre succederà all’attuale ex Vescovo Egon Kapellari alla guida della diocesi stiriana. […]Il Nunzio apostolico non ha potuto evitare un uomo che per mesi è stato il favorito dei media: don Hermann Glettler. Dopo tutto, è il Presidente del Consiglio presbiterale della Stiria – o più precisamente: l’Amministratore delegato, poiché secondo il diritto canonico il Presidente deve sempre essere il Vescovo diocesano stesso. Inoltre, si è fatto un nome in tutta l’Austria come sacerdote artista.Proprio per questo ci sono anche delle riserve su di lui, soprattutto nella Congregazione dei Vescovi, che ha il compito di preparare la decisione per il Papa e di fare la proposta finale tra le tre proposte. Per alcune eminenze ed eccellenze, aprire un luogo di culto all'arte moderna è un po’ troppo.
Tuttavia, l’inafferrabile card. Christoph Schönborn O.P., Arcivescovo metropolita di Vienna – che è stato uno dei principali autori del Catechismo della Chiesa cattolica – cattolico o eretico, a seconda dei casi, ma sempre con una moderazione di linguaggio di stampo austriaco, aveva fatto una campagna per lui:
Anche nel caso di Graz-Seckau, pendente da anni, il card. Christoph Schönborn O.P., mons. Franz Lackner O.F.M. e mons. Egon Kapellari si sono battuti per don Hermann Glettler in Vaticano.Il card. Schönborn soprattutto, perché don Glettler è un membro della Communauté de l’Emmanuel. Questo movimento di rinnovamento è particolarmente impegnato nell’evangelizzazione e conduce «missioni cittadine», come quelle organizzate a Vienna sotto Sil card. chönborn. Don Glettler è ancora considerato il candidato con le migliori possibilità.
Innsbruck come premio di consolazione e campo di esperienza
Alla fine è stato nominato il 27 settembre 2017, ma a Innsbruck, in Tirolo, una Diocesi già profondamente ferita dal suo predecessore mons. Manfred Scheuer – quando è arrivato, i cattolici erano l’89 per cento della popolazione. Poco dopo la pandemia di covid, erano appena i due terzi…
In un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa austriaca Austria Presse Agentur al momento della sua nomina, si è espresso a favore dell’ordinazione delle donne e della comunione ai divorziati risposati, come riportato dal sito Katholisches.info:
Mons. Hermann Glettler è «chiaramente a favore» dell’introduzione del diaconato per le donne e ritiene che la commissione istituita da papa Francesco «arriverà in dirittura d’arrivo abbastanza rapidamente» e che la domanda di papa Francesco sarà «decisa positivamente». Mons. Hermann Glettler non si è preso la briga di distinguere tra le diaconesse, che in realtà esistono da tempo nella Chiesa, e la richiesta femminista di ammettere le donne al sacramento dell’Ordine come diaconi. Questa «piccola» omissione è tipica degli ambienti progressisti. Di conseguenza, il nuovo Vescovo di Innsbruck è «chiaramente a favore» dell’ammissione delle donne al sacramento dell’Ordine. Lo ha confermato lui stesso. Ritiene che il sacerdozio femminile non sia «così utopico». Ma abbiamo bisogno di «primi passi», e questo è il diaconato
Di passaggio,
mons. Hermann Glettler prende anche una posizione chiara sull’attuale grande controversia che riguarda il sacramento del matrimonio: dalla parte sbagliata. Riguardo all’indebolimento dell’indissolubilità del matrimonio e alla legittimazione del divorzio e delle seconde nozze, mons. Hermann Glettler si è detto «molto» aperto alla comunione per i divorziati risposati. L’unica cosa che trova «un peccato» è la «concentrazione sulla questione della comunione». Egli «vede un sacco di significato nel Vangelo» per la loro ammissione alla comunione. Un «significato» che ovviamente è rimasto nascosto alla Chiesa per duemila – fino all’arrivo di mons. Hermann Glettler.
Per la precisione, come sottolineano i sedicenti progressisti che lo accolgono, mons. Hermann Glettler ha ritenuto che
Aprire l’Eucaristia ai Cattolici i cui matrimoni sono «falliti» e che ora hanno una nuova relazione «ha molto senso evangelico», ha detto Glettler. Si tratta di «accompagnare, distinguere e lasciare la porta aperta a qualcuno che possa dire che sto ricevendo la comunione deliberatamente o deliberatamente rinunciando a una certa motivazione interna», ha detto.
Gli anni sono passati, ma lui non ha rinunciato alla sua piccola idea – che è una delle principali richieste del Synodale Weg [cammino sinodale tedesco: N.d.T.], e dei laici in missione nella Chiesa che stanno già cercando di celebrare al posto dei sacerdoti, come una certa Monika Schmid nella zona di Zurigo che si è anche vantata di aver celebrato diverse unioni omosessuali e di «cambiare la Chiesa dal basso» senza doverne rispondere a nessuno (Paix Liturgique, Lettre n. 882, 6 settembre 2022 [QUI; QUI su MiL: N.d.T.]). Oltre a poter, ovviamente, regolarizzare le attuali situazioni irregolari di molti chierici, in attesa di continuare la logica del cricchetto permettendo loro di sposarsi.
Nell’autunno del 2023, in occasione della cerimonia di chiusura della conferenza dei diaconi austriaci, mons. Hermann Glettler dichiara nella Dom zu Sankt Jakob [Cattedrale di Innsbruck: N.d.T.], a proposito del diaconato femminile:
Dobbiamo andare avanti. […] C’è non solo una solida giustificazione storica per questo, ma anche molte richieste appassionate che lo considerano un passo necessario da tempo. […] Abbiamo bisogno di ingranare la marcia come Chiesa, e non da ultimo di diventare più flessibili nella nostra comprensione delle vocazioni e dei ministeri.
Nella stessa intervista, al momento della sua nomina nel 2017, mons. Hermann Glettler colpisce affermando di essere favorevole all’ordinazione di uomini sposati:
Oltre alle diaconesse, un altro gruppo che potrebbe occupare più spazio nella comunità cattolica è costituito, secondo Glettler, dai viri probati: uomini che, pur essendo sposati, hanno «dimostrato» una tale maturità nella fede da poter esercitare alcuni compiti che normalmente corrispondono a quelli di un sacerdote. Una proposta – quella di ordinare viri probati – di cui il papa Francesco «ha già dato molti segnali», secondo il Vescovo eletto di Innsbruck. «Dovremmo continuare a pensarci, perché no?».
Persecuzione di un sacerdote tradizionale, ma favori alle persone LGBT
Arrivato in una Diocesi in crisi, mons. Hermann Glettler non ha esitato a sospendere un sacerdote già nel novembre 2017 perché aveva menzionato il Purgatorio in un sermone, «non più appropriato», indossava la tonaca ed era uno spiritualista.
Il sito Katolisches.info riporta:
La conoscenza della fede sta diminuendo rapidamente, anche tra i Cattolici, come dimostra il caso del Tirolo. La rete parrocchiale si sta riducendo perché la mancanza di sacerdoti è il risultato dell’evaporazione della fede. La colpa è di coloro che sono d’accordo con questa affermazione, cioè i Cattolici del 1968, che sognano una Chiesa diversa che ha molto a che fare con la loro ricezione individuale dello Zeitgeist [lo spirito del tempo: N.d.T.], ma meno con la Chiesa di Gesù. Cristo. Dal loro punto di vista, i sacerdoti (e i credenti) che prendono sul serio la pietà e la dottrina sono noiosi.
Tra coloro che fanno sul serio c’è il sacerdote tirolese don Thomas Ladner, che nell’agosto 2016 ha dichiarato alla stampa che essere sacerdote «non è un lavoro, ma una vocazione». Il trentottenne sacerdote vive «consapevolmente» la sua vocazione sacerdotale, motivo per cui indossa la tonaca, l’abito sacerdotale prescritto dalla Chiesa, per essere riconosciuto come sacerdote in pubblico. È anche uno dei promotori della forma tradizionale del rito romano. Un atteggiamento poco apprezzato nella diocesi di Innsbruck.
Già perseguitato dal suo predecessore – mons. Hermann Scheuer aveva sospeso questo sacerdote «dalle sue funzioni di insegnante di religione nell’estate del 2014, perché aveva parlato anche agli studenti della bassa valle dell’Inn dei Novissimi e aveva menzionato il Purgatorio» – la Diocesi di Innsbruck aveva poi dichiarato che non era «più opportuno» parlarne – era stato inviato come Vicario a Pettneu, all’altro capo della Diocesi, e già nel novembre 2017 un volantino lasciato in chiesa e firmato da membri del clero e da fedeli che hanno subito negato il loro coinvolgimento chiedeva di «sbarazzarsi di questo prete. Forse quest’anno sarà storia antica».
All’epoca in prima linea nell’attacco c’era una laica coinvolta nella Parrocchia, «Roswitha Jehle, perché è di fatto una delle più critiche nei confronti del Vicario Ladner e ha anche scritto pubblicamente nel libro delle congratulazioni di mons. Hermann Glettler, nuovo Vescovo di Innsbruck». Don Thomas Ladner lasciò infine questa Parrocchia, ma la copertura mediatica della sua persecuzione da parte della Diocesi di Innsbruck lo aiutò: secondo la stampa locale, nel 2021 era sacerdote a Jerzens, una comunità del Tirolo, dove organizzò una processione con il Sindaco e duecentocinquanta abitanti del villaggio.
Mons. Hermann Glettler, invece, non è altro che demagogia rivolta alla lobby LGBT.
Nel giugno 2021, la Diocesi di Innsbruck ha intrapreso una campagna di propaganda LGBT+ intitolata Kreuz Und Queer [la Croce e le queer: N.d.T.]! L’iniziativa ha suscitato scandalo al di fuori dell’Austria. Anche in questo caso, si conferma l’ortodossia dei Vescovi, dei sacerdoti e dei fedeli dell’Europa orientale che rifiutano fermamente gli orientamenti mortiferi dello «scisma tedesco». Un media cattolico slovacco riporta [QUI: N.d.T.]:
La Diocesi cattolica austriaca di Innsbruck ha aderito a una campagna di propaganda omosessuale chiamata Kreuz und Queer dal 30 maggio al 2 giugno. […] L’evento è stato organizzato dalla Facoltà cattolica di teologia della Leopold-Franzens-Universität Innsbruck, dal Diözesanen Arbeitskreis Homosexuellenpastoral [Gruppo di lavoro diocesano per la pastorale omosessuale: N.d.T.] e dalla Homosexuelle Initiative Tirol [Iniziativa omosessuale tirolese: N.d.T.].L’evento ha incluso, ad esempio, una «preghiera per l’orgoglio» organizzata in un centro sanitario della chiesa e una sessione di formazione su Dare spazio alla diversità - creare un’identità di genere per i giovani nelle scuole. […] Il logo dell’intero evento era una croce, associata alla bandiera arcobaleno.Il sito web cattolico austriaco Kath.net ha chiesto ai funzionari diocesani il motivo dell’adesione alla campagna. A nome del vescovo mons. Hermann Glettler, ha risposto don Christoph Perntner, che è un membro di DAHOP [Gruppo di lavoro diocesano per la pastorale omosessuale: N.d.T.]. Ha proposto la strana tesi che anche Gesù ha parlato a persone che «pensano in modo diverso», quindi anche nella Diocesi di Innsbruck devono fare lo stesso. Tuttavia, ha dimenticato di aggiungere ciò che Gesù ha detto a queste persone che «pensano in modo diverso». Infatti, c’è una differenza tra dire alle persone di «andare e non peccare più», o addirittura di «allevare serpenti», o rimproverarle di essere un «covo di ladri», e una differenza tra fare «preghiere di orgoglio» con loro sulle loro inclinazioni sessuali perverse e incoraggiarle nel loro peccato. […]Secondo don Christoph Perntner, molti teologi e sacerdoti sono pronti ad accogliere «nuove intuizioni» in teologia e negli studi biblici, anche per quanto riguarda l’omosessualità. E allo stesso tempo a mettere queste «nuove intuizioni» in teologia nel «contesto della realtà quotidiana».
In altre parole, accettare le eresie, insegnarle e cambiare l’insegnamento della Chiesa su punti fondamentali per sottomettersi al diktat delle lobby LGBT, della cultura della morte e dei globalisti.
La Homosexuelle Initiative Tirol, con cui la Diocesi di Innsbruck collabora, è ben nota in tutta l’Austria per le sue richieste politiche contrarie alla fede e alla morale cattolica. Si chiede il «matrimonio» gay, l’inseminazione artificiale per queste coppie, la possibilità di adottare bambini da parte di queste coppie, si spinge persino per l’abolizione dell’obiezione di coscienza per i Cristiani che si rifiutano di collaborare con queste coppie per motivi morali, l’insegnamento delle tematiche LGBTQ+ nelle scuole e, naturalmente, la sanzione del «discorso d’odio» anche nelle «concezioni religiose».
Nell’ottobre 2021, quando la Germania fu scossa dall’iniziativa di sacerdoti vicini al Synodale Weg [cammino sinodale tedesco: N.d.T.] di benedire «coppie» LGBT, anche lui, seguendo le orme del suo mentore card. Christoph Schönborn O.P., condannò la decisione del Vaticano di ribadire l’assoluta impossibilità di benedizioni per coppie dello stesso sesso e il peccato che l’omosessualità costituisce [QUI: N.d.T.]: «Trattare gli omosessuali è “un campo pastorale importante” che appartiene alla Chiesa locale», secondo il Vescovo austriaco – e la sua argomentazione è stata ribaltata dai Vescovi africani, asiatici ed europei che hanno respinto la dichiarazione Fiducia supplicans sul senso pastorale delle benedizioni. Ai quali i prelati europei rimproverano la loro tolleranza della poligamia. Al diavolo la diversità…
Bestemmia «artistica» nelle chiese
Mons. Hermann Glettler è un artista, per questo permette ad altri artisti contemporanei di appropriarsi degli edifici della sua chiesa e di farsi pubblicità suscitando scandalo tra i Cattolici:
- nell’estate 2018 ha permesso a una femminista, Katharina Cibulka, di appendere alle impalcature utilizzate per la ristrutturazione della Dom zu Sankt Jakob [Cattedrale di Innsbruck: N.d.T.] uno slogan ricamato su tulle: «Solange Gott einen Bart hat, bin ich Feminist» [Finché Dio ha la barba, io sono una femminista: N.d.T.];
- nella primavera del 2019 ha invitato il designer Manfred Erjautz a installare due opere: un gigantesco «ME/WE» [io/noi: N.d.T.] a lettere rosse sul soffitto della sua Cattedrale e un’altra che ha nuovamente scandalizzato, il «Jesus Clock» nella Spitalskirche zum Heiligen Geist [Chiesa dell’Ospedale di Santo Spirito: N.d.T.], un orologio le cui lancette sono le braccia di Cristo, il cui «movimento costante e visibile mostra un Cristo continuamente deformato e grottesco», ha deplorato il sito Novus Ordo Watch il 18 marzo 2019 [QUI: N.d.T.];
- per la Quaresima 2022, ha invitato l’artista Carmen Brucic ad appendere un «sudario quaresimale» raffigurante un uomo nudo a testa in giù sopra l’altare maggiore della Johann-Nepomuk-Kirche [Chiesa di San Giovanni Nepomuceno: N.d.T.] a Innsbruck, particolarmente oscena nell’edificio barocco e tuttavia particolarmente sobria e immacolata. In un giornale locale, mons. Hermann Glettler, che è apparso in chiesa con l’artista, ha descritto la foto – che ritrae un attivista e artista georgiano [QUI: N.d.T.]: «La foto del giovane ritratto è caratterizzata dalla sofferenza e dall’aggressività verso se stesso. […] Questa è un’ambivalenza che era interessante per noi».
Questi ripetuti scandali non sono una serie di errori o di gaffe. Significano anche che non siamo più veramente sorpresi quando i sacerdoti della Communauté de l’Emmanuel in Francia, con il pretesto dell’arte contemporanea (The Armed Man: a Mass for Peace di Karl Jenkins), accettano ancora il canto della chiamata alla preghiera dei musulmani nelle loro chiese – La Trinité a Parigi, La Madeleine a Nantes – e si scusano (Parigi) con una Messa di riparazione, o annullano il concerto (Nantes) solo quando i fedeli mostrano la loro emozione e vengono colti in flagrante.
Pietà e riscaldamento globale
Improvvisamente, nel novembre 2023, mons. Hermann Glettler inizia a girare per la Diocesi di Innsbruck con il suo nuovo libro di preghiere, Horgött. Il libro contiene «250 preghiere e impulsi dai tempi biblici ai giorni nostri, alcuni provenienti da altre tradizioni religiose», organizzati in quattordici capitoli tematici.
Il 10 novembre lo presenterà nella Jesuitenkirche [Chiesa dei Gesuiti: N.d.T.] di Vienna [QUI: N.d.T.]:
Il libro è stato presentato venerdì sera nella Jesuitenkirche di Vienna. Il Vescovo era affiancato da una coppia della Communauté de l’Emmanuel, dall’organizzatore di beneficenza Gery Keszler e dal presentatore radiofonico Bernhard Fellinger. […]
Secondo mons. Hermann Glettler, nelle preghiere selezionate si può trovare l’intera gamma di esperienze ed emozioni umane. Ci sono «preghiere calme e meditative» che ci portano a rientrare in noi stessi e a «rilassarci con Dio», ma anche preghiere che esprimono con grande passione il grido di pace e giustizia. La preghiera autentica «previene in modo affidabile la rassegnazione e l’indifferenza, espande il cuore e dà solidarietà al di là di tutte le frontiere», dice mons. Hermann Glettler. E ancora: «Chi prega fa i conti con le maggiori possibilità di Dio in ogni impotenza». In ogni caso, una preghiera «non deve sembrare pia, perché Dio tollera anche espressioni forti».
Leggendo gli auguri di Natale di mons. Hermann Glettler, è difficile intuire quale fosse la sua funzione: «Mons. Hermann Glettler ha un solo desiderio per Natale: che le armi nelle zone di guerra e di crisi del mondo tacciano», osserva il quotidiano Tirol [QUI: N.d.T.].
«Ora sarebbe il momento di creare corridoi umanitari, in modo che le persone possano di nuovo sentire che c’è un posto dove vivere e un futuro per tutti». […] «Il Natale ci offre la possibilità di aprirci allo spirito di riconciliazione e di pace. Dare spazio alla sua luce, alla sua bontà e non all’amarezza, al rimprovero, alle richieste inutili e alle ritorsioni. Allora si potrà creare una nuova pace, almeno in un primo piccolo ambito della vita. E avrà effetto». […] Secondo mons. Hermann Glettler, è importante dare priorità a ciò che abbiamo in comune rispetto a ciò che ci divide e riavvicinarsi all’altro.
Per quanto riguarda la salvezza, la venuta del Salvatore e la riaffermazione delle verità della fede in stagione e fuori stagione… mons. Hermann Glettler deve pensare che, come per il Purgatorio, «non è più opportuno» parlarne.
D’altra parte, de ecologia et calefactione globali, numquam satis [di ecologia e riscaldamento globale, mai abbastanza: N.d.T.], come si diceva dei discorsi sulla Beata Vergine.
Nel 2024, parte della colletta quaresimale della Diocesi di Innsbruck sarà devoluta a iniziative a favore della «giustizia climatica», iniziativa che ovviamente fa molto Laudato si’.
Quest’anno la campagna di raccolta fondi per la Giornata del Digiuno delle Famiglie del Movimento Femminile Cattolico ha come motto Insieme per una maggiore giustizia climatica. Siccità, inondazioni improvvise, parassiti, caldo: le popolazioni dei Paesi del Sud del mondo stanno già sentendo gli effetti del cambiamento climatico in particolare, anche se hanno contribuito poco alle emissioni dannose per il clima. Per questo la campagna Family Fast Day 2024 invita a condividere la solidarietà per migliorare le condizioni di vita delle donne colpite dalla crisi climatica nei nostri progetti partner. Il Paese obiettivo di quest’anno è il Nepal.
Il Movimento Femminile Cattolico e mons. Hermann Glettler vi invitano ancora una volta alla zuppa di beneficenza del Mercoledì delle Ceneri, che si terrà il 14 febbraio 2024 presso la Torre della Città Vecchia di Innsbruck. L’evento inizierà alle ore 12:00 con i saluti del Movimento Femminile Cattolico, di mons. Hermann Glettler e dei partner del progetto Sunita Chaudhary (tecnico agricolo) e Januka Khatiwoda (coordinatrice del progetto) dell’Istituto di lavoro sociale di Kailali/Nepal. [fonte non nota: N.d.T.]
Il seminario e le chiese di mons. Hermann Glettler non sono piene, ma lui ha trovato una Grande Causa: il Cattolicesimo verde.
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