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giovedì 28 marzo 2024

Il Giovedì Santo e la Traslazione del Cristo della Buona Morte a Malaga

A Malaga ogni anno, il Giovedì Santo, lo squadrone dei Legionari Guastatori del Terzo, corpo d’élite dell’esercito spagnolo, celebra il cosiddetto Traslado del Cristo de la Buena Muerte (Traslazione del Cristo della Buona Morte), tradizionale e commovente cerimonia che risale al 1883, in cui troviamo i valori della Cavalleria di Cristo, vale a dire Fede incrollabile, Obbedienza cieca, Disciplina.
In processione dalla Chiesa di San Domenico, i Legionari, con la camicia aperta sul petto come segno di sacrificio alla Morte in difesa della propria Patria, alzano e abbassano, al comando del capo squadriglia, il pesante crocifisso ligneo (180 Kg!), cantando il loro inno con il cuore prima ancora che con la gola, chiudendo gli occhi per dedicare quel loro momento alla vita e alla loro missione.


Subito dopo il breve rito, il Crocifisso viene collocato sul trono che percorrerà, sino a tarda notte, le vie del meraviglioso centro storico di Malaga.
La musica e le parole di El Novio de la Muerte racchiudono l’emozione di un popolo che si ritrova unito sotto la fede in Cristo, retaggio di un periodo storico dove morire in guerra era quasi consuetudine, ma che oggi, in un’epoca in cui i valori decadono e di guerra si muore ancora, racchiude quel passato che non va calpestato ed il cui perpetuarne il ricordo è storia e vanto di un popolo.

Di seguito proponiamo la traduzione dell’inno El Novio de la Muerte (Il Fidanzato della Morte).

L.V.

Nessuno nel Reggimento sapeva chi era quel legionario così audace e temerario che alla Legione si unì.
Nessuno sapeva la sua storia, ma la Legione suppose che un grande dolore lo avesse morso come un lupo, al cuore.
Ma se qualcuno, chiunque fosse, gli chiedeva con dolore e maleducazione, lui rispondeva: «Sono un uomo che la fortuna colpì con zampa feroce; sono un fidanzato della morte che si unirà con nodo forte ad una compagna così fedele».
Quando più arduo era il fuoco e la lotta più feroce, difendendo la sua bandiera il legionario avanzò.
E senza temere la spinta del nemico esaltato, seppe morire come un valoroso e le insegne salvò.
E dissetando col suo sangue il terreno ardente, mormorò il Legionario con voce triste: «Sono un uomo che la fortuna ha colpito con zampa feroce; sono un fidanzato della morte che si unirà con nodo forte ad una compagna così fedele».
Quando finalmente lo raccolsero, nel suo petto trovarono una lettera e una foto di una donna divina.
E quella lettera diceva: «… Se un giorno Dio ti chiama, reclama un posto per me, che presto a trovarti verrò».
E nell’ultimo bacio che le inviò, ha dedicato il suo ultimo addio.
Per vederti a mio lato mia più leale compagna, mi feci fidanzato della morte, la strinsi con laccio forte e il suo amore fu il mio destino!

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