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martedì 19 marzo 2024

Francesco a gennaio ha incontrato il neo-marxismo

Ma qualche cattolico di retta dottrina, Francesco lo incontrerà mai?
QUI la Sala Stampa Vaticana: "Cari amici, buongiorno! Do il benvenuto a voi, rappresentanti di DIALOP, da molti anni impegnati per la promozione del bene comune attraverso il dialogo tra socialisti/marxisti e cristiani. Un bel programma!".
QUI le varie condanne papali del comunismo, "vergogna del nostro tempo". QUI altro articolo sul tema.
Luigi C.

TFP, di Julio Loredo

A metà gennaio, Papa Francesco ha incontrato in Vaticano esponenti di DIALOP (Transversal Dialogue Project), un’associazione europea che promuove il dialogo tra marxisti e cristiani. Immediata la tempesta di critiche che si è abbattuta sul pontefice argentino: non solo non ha fatto nessuna critica all’ideologia marxista, sembrando anzi lodarla, ma si è anche astenuto dal condannare le dittature comuniste.
Confesso che non conoscevo DIALOP. Ho fatto quindi la solita ricerca in rete, e mi sono imbattuto in un vecchio conoscente. Era vestito di modo diverso, più giovanile e ricercato, ed era evidente che si era fatto un lifting. Ma era pur sempre lui…

Nel 2014 scrisse il libro Teologia della liberazione, un salvagente di piombo per i poveri (Cantagalli, 439pp), nel quale, tracciando le radici di detta teologia, presentavo la storia delle correnti progressiste all’interno della Chiesa che, in ogni epoca, hanno cercato di abbracciare la rivoluzione di turno.Ed ecco il Cattolicesimo liberale, che cercava di “battezzare la Rivoluzione francese”, nelle parole di Papa Gregorio XVI. Ecco il Modernismo, che cercava di “parlare il linguaggio della modernità”, come diceva Ernesto Buonaiuti. Ecco la Nouvelle Théologie, che introduceva il pensiero esistenzialista nella teologia mentre, in campo sociale, puntava a plasmare un nuovo mondo ispirato alla “progressiva socializzazione e alla liberazione del proletariato”, come scrisse Padre Chenu. Ed ecco, finalmente, la Teologia della liberazione, che cercava di coinvolgere i cattolici nelle rivoluzioni comuniste in America Latina. “Ciò che vogliamo è introdurre il marxismo nella teologia”, proclamava Leonardo Boff.

Già dall’inizio degli anni Ottanta, però, per i progressisti di ogni tinta era evidente che il vecchio marxismo andava scemando, pari passu col crollo del “paradiso” che aveva creato, cioè l’Unione delle Repubbliche Sovietiche Socialiste. Essi, tuttavia, non si persero d’animo, e lanciarono una serie d’iniziative tese ad aggiornare i loro errori, abbracciando le nuove forme di rivoluzione che si stavano sviluppando: femminismo, omosessualismo, ambientalismo, gender, indigenismo, wokismo e via dicendo. In altre parole, quei fenomeni che vanno sotto il nome di “rivoluzione culturale”, “marxismo culturale” o “neo-marxismo”, e che Plinio Corrêa de Oliveira ingloba nella “4a Rivoluzione” (dopo il comunismo, che sarebbe la 3a).

Ecco l’entroterra da dove spunta DIALOP, un tentativo europeo e aggiornato di continuare questo vecchio dialogo tra “cattolici” e la Rivoluzione. Metto “cattolici” fra virgolette perché, come vedremo, per dialogare con la Rivoluzione, figlia del Padre della menzogna, bisogna cambiare la Chiesa. DIALOP ha la sua sede centrale a Vienna.

L’idea di DIALOP fu lanciata dallo stesso Papa Francesco. Leggiamo sul loro sito: “Durante l’udienza privata che Papa Francesco ha concesso il 18 settembre 2014 ai due politici di sinistra Alexis Tsipras e Walter Baier e a Franz Kronreif del Movimento dei Focolari, la conversazione si è concentrata sulla crisi ambientale e sulla crisi sociale mondiale. Al termine di quell’udienza Papa Francesco ha invitato i visitatori ad avviare un dialogo trasversale, capace di coinvolgere gli strati più ampi della società e soprattutto i giovani. (…) Da quel primo incontro ne seguirono molti altri tra intellettuali, studiosi e studenti del versante cristiano e della sinistra” (1).

Si tratta, quindi, di un dialogo fra cattolici e la sinistra, concretamente quella socialista/marxista: “DIALOP è un progetto di dialogo trasversale. DIALOP promuove e sostiene il dialogo tra persone di buona volontà, di origine laica e religiosa, in particolare tra socialisti/marxisti e cristiani.(…) DIALOP mira a sviluppare e implementare i campi dell’etica sociale, applicando i principi della critica sociale marxiana e della dottrina sociale della Chiesa” (2).

Papa Francesco non è nuovo a questo tipo di dialogo fra cattolici e l’estrema sinistra. Egli ha già ospitato in Vaticano ben due incontri mondiali dei Movimenti popolari, una sorta di federazione di correnti radicali del sinistrismo latinoamericano e mondiale. Uno degli organizzatori è il brasiliano João Pedro Stedile, leader del Movimento dei senza terra (MST). “Nella formazione politica del MST – afferma Stedile – studiamo Marx, Lenin, Gramsci. Ci ispiriamo alla scuola dei marxisti storici” (3).

Non sorprende, quindi, che sull’incontro del 2014, presieduto da Papa Francesco, Stedile abbia dichiarato: “Il Papa ha dato un grande contributo con un documento irreprensibile, più a sinistra di molti di noi. Noi marxisti lottiamo insieme al Papa per fermare il diavolo del capitalismo” (4).

Torniamo, però ai membri di DIALOP, senz’altro meno rozzi dei marxisti latinoamericani e più allineati con un neo-marxismo di taglio occidentale, sulla scia dei nuovi tipi di rivoluzione: “Adoperiamo tre diversi approcci: dottrina sociale cristiana, teoria critica marxista e femminismo” (5). La “teoria critica marxista” si riferisce, ovviamente, al neo-marxismo sviluppato dalla Scuola di Francoforte, che intendeva aggiornare l’ideale comunista per applicarlo all’Occidente industrializzato.

DIALOP espone la sua visione in un Position Paper pubblicato nel 2022 (6). Gli autori, Michael Brie e Bernhard Callebaut, passano in rivista la storia del dialogo fra comunisti e cristiani. In passato i due erano antagonisti: “Il cristianesimo e il socialismo – due movimenti con caratteristiche molto diverse – sono stati a lungo ai ferri corti l’uno con l’altro”. Questa incompatibilità, secondo loro, proveniva dal fatto che la Chiesa si riteneva detentore della Verità e non voleva piegarsi ai processi rivoluzionari che si sviluppavano nel mondo: “La Chiesa si trovò impreparata ai profondi cambiamenti delle strutture sociali, introdotti dalla rivoluzione industriale e dalla rivoluzione francese”.

Tutto ciò sorretto da una teologia, e quindi da un Magistero, autoreferenziale e chiuso alle sollecitazioni dei nuovi fenomeni sociali: “Gli specialisti oggi concludono che nella sua evoluzione di due millenni, il cristianesimo è stato in grado di elaborare l’etica per le singole persone più di quanto sia stato capace di sviluppare un’etica più creativa e critica sulle strutture di base della società”.

Un punto centrale è il problema dell’uguaglianza. La Rivoluzione è fondamentalmente ugualitaria, mentre la Chiesa ha sempre insegnato che l’universo è gerarchico. Ciò li faceva incompatibili fra loro: “Perché i cristiani fanno difficoltà ad avere influenza sulle strutture di base della società per orientarle a relazioni più fraterne?”.

Dal secolo XIX, però, questo rapporto iniziò a cambiare. Mentre la Rivoluzione traeva conseguenze sempre più radicali dai suoi postulati libertari e ugualitari, sorsero nella Chiesa correnti che cercavano con essa una convergenza, prima nell’azione e poi anche nella dottrina. Questa tendenza iniziò col cosiddetto “cattolicesimo sociale” tendenzialmente di sinistra, e arrivò alla Teologia della liberazione: “Nel ventesimo secolo, tuttavia, il cristianesimo e specialmente la Chiesa cattolica acquisirono una crescente coscienza che il Vangelo stimolava un’opzione preferenziale per i poveri”.

DIALOP assume e continua questa linea.

Tale convergenza è oggi possibile perché ambedue le parti sono cambiate. Da parte marxista, si è scoperto il potenziale rivoluzionario della religione: “Oggi Dio non sembra più un ostacolo alla Sinistra per la collaborazione con le forze ufficiali cristiane”. Questo è vero soprattutto per le nuove forme di Rivoluzione sorte dopo il Sessantotto, come il femminismo e l’ambientalismo.

Ma è cambiata anche la Chiesa, o almeno ampi settori di essa: “Il Dio che il socialismo ha rifiutato quando è diventato un approccio ateo e violento alla vita e alla società, per così dire, era davvero il Dio di Gesù Cristo? La teologia oggi afferma che non è così. Un Dio capo al vertice di una piramide sociale e politica è chiaramente l’opposto dell’immagine del Padre, Abbà, che Gesù proclama”. In altre parole, si è dovuto adattare la dottrina della Chiesa per farla diventare compatibile col socialismo.

E qui mi permetto una riflessione

. Il cambiamento fa parte dell’essenza della Rivoluzione. Anzi, “rivoluzione” vuol dire proprio quello: cambiamento. Dalla caduta della civiltà cristiana medievale, il processo rivoluzionario ha avanzato attraverso tappe successive e mostrando molteplici volti, non sempre compatibili fra loro. È quello che Plinio Corrêa de Oliveira chiama “la metamorfosi del processo rivoluzionario” (7).

Mentre, però, il cambiamento è intrinseco alla Rivoluzione, la dottrina cattolica si definisce invece per la sua perennità. In altre parole, più la Rivoluzione cambia, più diventa sé stessa. Più il cattolicesimo cambia, più esso si allontana dalla Verità di Nostro Signore Gesù Cristo. Il neo-marxismo è pur sempre marxismo. La neo-Chiesa non sembra più la Chiesa cattolica.

C’è, però, una grande novità. Mentre in passato questo “dialogo” ecumenico e convergente fra cattolici e Rivoluzione era portato avanti da frange che venivano sistematicamente rimproverate, emarginate e perfino condannate dall’Autorità, oggi esso viene promosso dallo stesso Pontefice in Vaticano. Quomodo obscuratum est aurum!


2. Ibid.

3. Cfr. Bertrand d’Orleans e Braganza, “Reverente e filiale messaggio a S.S. Francesco”, 8 febbraio 2014.

4. Cfr. Nelson Ramos Barreto, “Incontro mondiale dei Movimenti popolare: tentativo di far rivivere il movimento rivoluzionario”, Tradizione Famiglia Proprietà, dicembre 2014.


6. Michael Brie e Bernhard Callebaut, Alla ricerca di un comune futuro in solidarietà. Documento sulle posizioni comuni nel dialogo cristiano-socialista, marzo 2022. https://dialop.eu/wp-content/uploads/2022/10/DIALOP_PositionPaper_2022_IT.pdf

7. Plinio Corrêa de Oliveira, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, Roma 1998, pp. 43-45.