Post in evidenza

NOSTRE INFORMAZIONI di mons. Eleuterio Favella: il Chirografo «Ruinarum ingravescentes»

Per tramite del suo segretario diacono Ambrogio Fidato, abbiamo ricevuto la seguente informazione ex Aedibus da S.E.R. Mons. Eleuterio Fave...

domenica 17 dicembre 2023

Maria aiuta sempre il peccatore, ma a condizione che questi sia disposto a lasciare la vita di peccato

Leggiamo le parole del grande S. Alfonso de' Liguori in questi tempi bui per la Chiesa.
Luigi C.


Rubrica a cura di Corrado Gnerre

Maria è disposta ad aiutare il peccatore, sempre. Ma ad una condizione: che il peccatore faccia di tutto per cambiare vita e abbandonare il peccato. Ecco cosa dice a riguardo sant’Alfonso maria de’ Liguori nel suo Le glorie di Maria:

Maria è madre anche dei peccatori pentiti. Maria dichiarò a santa Brigida di essere madre non solo dei giusti e degli innocenti, ma anche dei peccatori, purché si vogliano emendare. Quando un peccatore che vuole emendarsi si getta ai piedi di questa buona madre di misericordia, la trova pronta ad abbracciarlo e ad aiutarlo più di quanto farebbe ogni altra madre. Così appunto scrisse san Gregorio alla principessa Matilde: «Metti fine alla volontà di peccare e, te lo prometto senza esitare, troverai Maria più disposta ad amarti di una madre corporea». Ma chi aspira ad essere figlio di questa grande Madre, deve prima rinunciare al peccato e poi sperare di essere accettato come figlio. Riccardo di san Lorenzo riflette sulle parole «Sorsero i suoi figli» (Pro 31,28) e nota che è detto prima «sorsero» e poi «figli», perché «non è degno di essere chiamato figlio di una tale madre chi è in stato di peccato mortale» e non cerca prima di rialzarsi. San Pier Crisologo osserva: «Chi fa opere contrarie a quelle di sua madre nega con i fatti di voler essere suo figlio». Maria è umile e lui vuole essere superbo? Maria è pura e lui si abbandona alle passioni? Maria è piena di amore e lui vuole odiare il prossimo? Egli dimostra così di non essere e di non voler essere figlio di questa santa madre. «I figli di Maria, riprende Riccardo, la imitano nella castità, nell’umiltà, nella dolcezza, nella misericordia». Come potrà pretendere di essere figlio di Maria chi tanto la affligge con la sua condotta? Un peccatore disse un giorno a Maria: «Mostra di essere madre », ma la Vergine gli rispose: «Mostra di essere figlio». Un altro peccatore invocava un giorno la divina Madre e la chiamava madre di misericordia. Maria gli disse: «Voi peccatori, quando volete che io vi aiuti, mi chiamate madre di misericordia, ma poi con i vostri peccati non cessate di fare di me una madre di miseria e di dolori». «Maledetto dal Signore chi esaspera la madre» (Eccli [= Sir] 3,18 Volg.). «Sua madre, cioè Maria», commenta Riccardo di san Lorenzo. Dio maledice chi con la sua vita malvagia e con la sua ostinazione affligge il cuore di questa tenera madre. Dico: con la sua ostinazione. Infatti, se un peccatore, ancora prigioniero del peccato, si sforza di uscirne e chiede a tale scopo l’aiuto di Maria, questa buona madre non esiterà a soccorrerlo e a farlo tornare in grazia di Dio. E quel che santa Brigida udì un giorno Gesù Cristo dire a sua Madre: «Tu porgi aiuto a chi si sforza di convertirsi a Dio e non lasci nessuno privo del tuo conforto». Dunque mentre il peccatore è ostinato, Maria non può amarlo; ma se trovandosi forse incatenato da qualche passione che lo tiene schiavo dell’inferno, egli si rivolgerà alla Vergine e la pregherà con fiducia e perseveranza di liberarlo dal peccato, senza dubbio la buona Madre stenderà la sua potente mano, lo scioglierà dalle catene e lo condurrà alla salvezza. Affermare che tutte le preghiere e le opere fatte in stato di peccato siano peccati è un’eresia condannata dal Concilio di Trento. Dice san Bernardo che la preghiera in bocca del peccatore, pur non avendo la bellezza che avrebbe se fosse accompagnata dalla carità, è tuttavia utile e proficua per uscire dal peccato. San Tommaso insegna che la preghiera del peccatore è senza merito, ma atta a ottenere la grazia del perdono, visto che il potere d’impetrare è fondato non sul merito di chi prega, ma sulla bontà divina e sui meriti e le promesse di Gesù Cristo, il quale ha detto: «Chi chiede, riceve» (Lc 11,10). Lo stesso si deve dire delle preghiere che si rivolgono alla divina Madre. «Se colui che prega, dice sant’Anselmo, non merita di essere esaudito, i meriti di Maria a cui egli si raccomanda, faranno sì che sia esaudito». Perciò san Bernardo esorta ogni peccatore a pregare Maria e a nutrire grande fiducia nel pregarla, perché se il peccatore non merita le grazie che domanda, Maria ha però meritato il privilegio che le grazie vengano accordate al peccatore per cui intercede: «Poiché tu eri indegno di ricevere qualunque cosa, è stato dato a Maria che tu riceva per mezzo di lei tutti i doni».