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mercoledì 6 dicembre 2023

La pace liturgica dovrebbe essere eutanasia? State tranquilli… non è questa la nostra intenzione! Si sappia che il Concilio Vaticano II ha dato diritti… e doveri ai laici

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera numero 982 pubblicata da Paix Liturgique il 3 dicembre 2023, in cui si riflette sul significato di «pace liturgica» alla luce dei recenti attacchi da parte delle Autorità cattoliche.

L.V.


In un recente scambio di battute, un’«autorità» di Tradiland ha descritto la pace liturgica in termini duri. Il succo del commento era quello di esprimere rammarico per il fatto che questo sito, che si esprimeva senza mandato e pretendeva di riflettere la sordità episcopale alle reali esigenze dei fedeli, avesse come unico effetto quello di screditare un po’ di più il gregge senza pastore nei confronti dei pastori inadempienti.

La protesta online e dal basso dei laici mobilitati contro la carenza spirituale e il collasso ecclesiale non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione, secondo questo influencer. Da qui a suggerire a questi servitori nocivi di compiere un salutare passo indietro, un passo che potrebbero compiere spontaneamente, se in loro fosse ancora attivo qualche grammo di buon senso, e senza bisogno di mettere i puntini sulle «i», il passo è breve. Intelligenti pauca.

Il nostro maestro Aristotele è così screditato che non possiamo più condividere in buona fede con lui l’osservazione che «la gioia nasce dall’esercizio delle nostre facoltà»? E che l’esercizio dei talenti ricevuti, di cui Nostro Signore ci rende responsabili, è diventato irrilevante, se non nell’esclusiva sfera privata? Dobbiamo rassegnarci a un docile allineamento con le scelte strategiche di altre pie associazioni che, al di là di ciò che ci accomuna, confondono l’oro del silenzio con il vile piombo di un silenzio pauroso?

Denunciare un’oggettiva complicità tra i Vescovi deviati, gli eretici del XX secolo secondo le parole del saggista Jean Madiran, e coloro che li chiamano per nome sulla scia di questo spirito lucido, è davvero l’inatteso coup de Jarnac [colpo violento ed inaspettato: N.d.T.] in questa Cristianità in ripresa che è il milieu tradi-ecumenico. Se l’unica ambizione dell’ausiliario secolare era quella di rinforzare gli ausiliari barbari dell’esercito romano, che diritto abbiamo di screditare il suo ardore, quando l’obiettivo finale è, teoricamente, comune?

Certo, la Chiesa occupata, sterilizzata dagli effetti dei successivi depistaggi, non è una roccaforte da assaltare con un commando ben organizzato. Come diceva il conte Joseph Marie de Maistre, la contro-rivoluzione non è una rivoluzione al contrario, ma è il contrario della rivoluzione. Non è forse a questo che sta lavorando la moltitudine di famiglie cattoliche feconde, grazie al sostegno dei sacerdoti che alimentano la loro fede attraverso l’insegnamento, la preghiera condivisa e i sacramenti? Perché l’amore per la Verità, che si diffonde in questo modo fin dai tempi degli Apostoli, dovrebbe impedire di identificare il clero che lo condivide con un sostegno attivo e quello che lo combatte con il pinnacolo di cui va fiero, seguendo l’esempio dell’Olimpo sul balcone di Epicuro? Se il divario di fertilità sta aprendo la strada a un grande ricambio cattolico nelle Diocesi, una rinnovata comprensione delle realtà tossiche che sono state finalmente identificate è il commento imperativo.

Individuare i lupi travestiti da pecore; nominare il nemico della Tradizione apostolica nascosto sotto la mitra; identificare lo scorpione che passa per un uovo e il serpente che si finge pesce: di chi sono queste competenze, che consegnano l’uomo di buona volontà a compiti secondari? A dire il vero, la pace liturgica, a mio avviso, non ha paura di unirsi alla schiera dei pezzi grossi e degli altri pezzi grossi disposti a parlare forte e chiaro. Ma si dà il caso che non si affretti a descrivere, sotto la sua responsabilità, ciò che ci sta guardando in faccia. È così difficile da capire?

A meno che non si voglia gettare un dubbio sull’importuno: coloro che si vedono come Vescovi restauratori, quando verrà il giorno, sono pronti ad ascoltare le voci dei laici diligenti e delle loro famiglie, o si vedono come successori lontani, altezzosi e ieratici, come quelli che hanno sostituito? La pace liturgica conserverebbe allora, anche sotto un cielo finalmente sereno, una qualche ragion d’essere, ovviamente vicaria, tanto quanto, non più di…

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