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giovedì 28 dicembre 2023

Fiducia Supplicans spiazza anche i protestanti #fiduciasupplicans

The First Things pubblica il punto di vista su
Fiducia supplicans di un osservatore protestante: Carl Trueman, professore di studi biblici e religiosi presso il Grove City College e borsista presso l'Ethics and Public Policy Center. Le sue considerazioni, meritano di essere lette, non foss’altro perché dimostrano che il disastro provocato dalla Dichiarazione si estende addirittura oltre i confini della Chiesa Cattolica. E per la sottolineatura del grande coraggio necessario «a un cristiano comune quando viene abbandonato da una leadership ecclesiastica vile, corrotta e codarda».

NB: QUI l'elenco dei presuli, delle conferenze episcopali, ecc.,
che si oppongono a Fiducia supplicans
IL PAPA, LE BENEDIZIONI PER LE PERSONE DELLO STESSO SESSO E I PROTESTANTI
di Carl R. Trueman

La confusione che circonda la recente dichiarazione del Papa Fiducia Supplicans, un documento ambiguo sul fatto che il clero cattolico possa benedire chi ha relazioni omosessuali, dice molto dei tempi in cui viviamo. I teologi cattolici obietteranno che Roma non è cambiata, che la nebbia di distinzioni contenute in quest'ultima dichiarazione significa che non influisce sul dogma romano fondamentale. Ma non è questo il punto: il mondo che guarda non si cura di questi sofismi e vede qui un cambiamento culturale fondamentale. E sembra ingenuo pensare che un cambiamento fondamentale nella pratica pastorale non porterà a una trasformazione significativa degli atteggiamenti. Tali compromessi - e questo è sicuramente un compromesso - finiscono sempre per risultare molto più simpatici alla posizione verso cui si muovono che a quella da cui si allontanano. Quando il Papa semina il caos all'interno della sua Chiesa sulla questione delle benedizioni gay, è probabile che questo si ripercuota su tutti noi - clero e laici cattolici, certamente, ma anche su noi protestanti.

Per i protestanti (e probabilmente anche per molti cattolici), questo ricorda che il papato non è una panacea per i presunti problemi legati alle nozioni protestanti di sufficienza e chiarezza delle Scritture. San Paolo ha promosso sia l'importanza delle Scritture che di una Chiesa segnata da uffici ordinati per la conservazione e la trasmissione della fede. Nessuna delle due cose è in grado di svolgere il compito da sola e se il protestantesimo è vulnerabile al fatto di non prendere la Chiesa abbastanza sul serio, allora un'ecclesiologia forte e gerarchica è vulnerabile a generare le sue stesse forme di caos. Il sistema ha solo la competenza e l'integrità della sua leadership.

In queste circostanze sarebbe facile indulgere in un certo trionfalismo protestante, dato che molti cattolici sembrano oggi trovarsi di fronte a un conflitto di coscienza simile a quello di Lutero. Tuttavia, il problema è che i problemi del cattolicesimo contemporaneo non sono così facilmente separabili da quelli dei protestanti conservatori contemporanei. Per molti anni il cattolicesimo ci ha offerto un ombrello sotto il quale ripararci dai peggiori eccessi della cultura in generale. Che si tratti della lotta contro l'aborto, dei mandati invasivi per l'assistenza sanitaria o dell'imposizione dell'ideologia politica attraverso le norme che regolano le adozioni, la Chiesa cattolica ne ha assunto la guida, e ha avuto il potere finanziario e la presenza culturale per farlo in un modo non disponibile ai protestanti. Strano a dirsi, è stata anche in grado di mantenere con relativa impunità alcune posizioni che la cultura più ampia trova intollerabili tra i protestanti. Alcuni anni fa, la mia nomina al comitato editoriale di una rivista accademica è stata quasi messa in discussione perché si è scoperto che appartengo a una denominazione che non ordina le donne. L'obiezione è stata ritirata solo quando è stato fatto notare al ricorrente che altri membri dello stesso comitato erano cattolici e quindi membri di una chiesa con un clero interamente maschile.

Nell'immediato, la Fiducia Supplicans avrà ripercussioni sul clero stesso del Papa, che ora subirà enormi pressioni per benedire le coppie dello stesso sesso anche se la propria coscienza è turbata o compromessa dal farlo. Molti proveranno senza dubbio simpatia per Lutero alla Dieta di Worms, quando affermò chiaramente che non era sicuro per un cristiano parlare o agire contro la propria coscienza.

Ma il clero cattolico non sarà l'unico toccato da questo dilemma. Quando la leadership è ambigua su una questione così importante, indebolisce la posizione dei laici. Che dire dell'insegnante di scuola pubblica sotto pressione per accettare le identità caleidoscopiche della rivoluzione sessuale? E l'impiegato di un'azienda di software che subisce pressioni per fare lo stesso? Il caso di Franz Jägerstätter [il Beato Franz Jägerstätter è stato un contadino cattolico austriaco, obiettore di coscienza, messo a morte per essersi rifiutato di arruolarsi nell'esercito nazista - NdT], raccontato in modo memorabile nel film Una vita nascosta, è un buon esempio, anche se estremo, del coraggio necessario a un cristiano comune quando viene abbandonato da una leadership ecclesiastica vile, corrotta e codarda. Questa è la posizione in cui le ultime buffonate del Papa hanno messo le persone comuni, per le quali prendere posizione sulla verità potrebbe costare loro molto più di quanto costerebbe al Papa. L'insegnante di scuola pubblica potrebbe perdere tutto. Il Papa rischia solo la benevolenza della colonna editoriale del New York Times. E se non è disposto a rischiare questo, perché mai qualcun altro dovrebbe preoccuparsi di fare un vero sacrificio?

Ciò riguarderà anche i protestanti. Che ci piaccia o no, alla classe dirigente della nostra cultura importa poco dei dibattiti sulla transustanziazione e sull'autorità papale. Non fa alcuna distinzione tra cattolici e protestanti. Ai suoi occhi siamo tutti cristiani e quindi le bizzarrie del Papa faranno pressione su tutti noi. L'argomento sarà che, se Roma può cambiare, perché noi tutti non possiamo cambiare? La possibilità di ripararsi sotto l'ampio ombrello culturale che Roma ha fornito sarà ritirata su questo tema e ne sentiremo il dolore.

Ci sono due tipi di leader: quelli che considerano il loro ruolo come il rifacimento delle organizzazioni a loro immagine e somiglianza, senza tener conto dei danni collaterali causati a coloro che si trovano più in basso; e quelli che cercano di proteggere gli interessi dei più deboli e vulnerabili tra coloro che dipendono da loro. Per tutto il suo pontificato, Francesco si è presentato come il secondo, ma ora sembra che questa non sia stata altro che una speciosa copertura per essere il primo. Un buon leader parla con chiarezza. Francesco sembra incapace di farlo. E purtroppo, dato l'alto profilo della Chiesa cattolica, il caos a Roma ha implicazioni anche per Wittenberg e Ginevra.