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giovedì 14 dicembre 2023

Difesa della Messa Tradizionale: 116ª settimana. Nuove manifestazioni di preghiera davanti agli uffici dell'Arcidiocesi di #Parigi #traditioniscustodes

Riceviamo e pubblichiamo.
Luigi

116ª SETTIMANA: LE SENTINELLE CONTINUANO LA LORO PREGHIERA PER LA DIFESA DELLA MESSA TRADIZIONALE DAVANTI ALL'ARCIDIOCESI DI PARIGI

A Parigi, la scorsa settimana è stata segnata dall'incontro di tutti i seminaristi diocesani di Francia, che sono quasi – solo – 600, da venerdì 1 dicembre a domenica 3 dicembre. Il venerdì è stato giorno di adorazione eucaristica in diverse chiese di Parigi; il sabato mattina, mons. de Moulins-Beaufort ha presieduto a una messa a Saint-Eustache, e ha poi risposto alle loro domande; e la domenica, vi è stata una messa a Saint-Sulpice, presieduta dal cardinale Aveline, arcivescovo di Marsiglia.
Abbiamo così potuto vedere con i nostri occhi la generazione dei preti francesi di domani, il che ha confermato ciò che già sapevamo su di loro. C'era una certa ansia, a causa delle foto di gruppo davanti a Notre-Dame o davanti a Saint-Sulpice, del loro gruppo che, tutto sommato, non si può dire essere una folla.
Ma abbiamo potuto constatare che questo piccolo resto è l'esatto contrario delle generazioni formatesi negli anni di piombo dopo il Concilio e perfino dei parigini degli anni di Lustiger. Quelli di oggi, che appaiono timidi e un po' magri, si possono situare tra tradis e tradismatici, se mi permettete queste categorizzazioni approssimative. In ogni caso li vedremmo sicuramente al pellegrinaggio di Chartres.

E vengono trattati come tali: il sabato li hanno fatto cantare la messa De angelis, Kyrie, Sanctus, Agnus, “Chez nous suis Reine” come canto d'uscita, e infine sono stati condotti sulla piazza antistante Notre-Dame per cantare un Magnificat in latino (vedi: Rassemblement des séminaristes : la messe présidée par Mgr de Moulins-Beaufort - Riposte-catholique).

E essi si comportano come tale. Durante la messa domenicale, che abbiamo potuto seguire su KTO (Messe du rassemblement des séminaristes de France 2023 — KTOTV), abbiamo potuto individuare una serie di dettagli sintomatici: i paramenti (camice bianco stretto da un cordone, per quasi tutti, e nessun camice pendente, e tonaca e cotta per i diaconi), il portamento (mani giunte quasi tutti), i gesti (inginocchiati dopo la consacrazione, anche quasi tutti). La comunione è stata particolarmente interessante. Non ho la pretesa di offrire un resoconto infallibile, ma mi è parso che la maggior parte ha genuflesso prima, e che la metà ha ricevuto la comunione sulla lingua, e che almeno un quarto, forse un terzo, l'ha ricevuta inginocchiati e sulla lingua (senza che i sacerdoti abbiano mostrato la minima esitazione nel dargliela).

Dicono che il diavolo è nei dettagli, ma credo che si possa dire lo stesso anche del Buon Dio, almeno per questi dettagli. Avrei voluto – sono incorreggibile, mi direte forse – fare un sondaggio tra loro, con domande del tipo: “È favorevole alla libertà di celebrare la liturgia tradizionale? »; «Quando sarà sacerdote celebrerà la Messa tridentina? »; " A volte ? Spesso ? »; eccetera. Non ho dubbi: il risultato sarebbe una bomba.

Questi giovani, infatti, non sono molto lontani, a volte per niente, da quelli che popolano i seminari tradizionali. E sono come i giovani cattolici di oggi, i cui vescovi constatano con orrore che preferiscono la messa in latino. È molto incoraggiante, ma anche triste, pensare alla repressione che spesso subiscono e che li spinge a fuggire verso la Comunità di Saint-Martin o verso i seminari tradizionali.

Questa settimana, durante le nostre veglie mentre recitiamo i nostri rosari per la libertà della liturgia tradizionale, a Saint-Georges de La Villette, mercoledì alle 17, davanti a Notre-Dame du Travail, domenica alle 18, e davanti agli uffici dell'arcidiocesi, 10 rue du Cloître-Notre-Dame, dal lunedì al venerdì, dalle 13 alle 13,30, porteremo in modo molto particolare nella nostra preghiera a Mari l'intenzione per le vocazioni sacerdotali, per queste vocazioni sacerdotali.