Per contrastare le affermazione della "cattolica" (?) Assuntina Morresi sulle note vicende di cronaca nera di queste settimane: "Comunque, sulle misure da adottare si può discutere. Ma far dire a Ratzinger cose che non ha mai detto, questo no, da cattolici non lo possiamo permettere".
QUI Lorenza Formicola.
Luigi C.
Costanza Miriano, 29-11-23
Ho letto un post in cui Assuntina Morresi usa le parole di Ratzinger per accreditare l’esistenza del patriarcato come causa della violenza sulle donne. E a riprova dell’esistenza del patriarcato cita alcune leggi italiane, tipo il vecchio diritto di famiglia e quelle sul matrimonio riparatore, che oggi effettivamente alla nostra sensibilità risultano lontanissime. A me pare però che ci sia una pericolosa confusione fra due piani. Il tema della violenza maschile purtroppo non si risolve con le leggi, come mostra l’esperienza dei paesi del nord Europa dove la famiglia è stata piallata, la parità dei sessi è assoluta, e la violenza è molto più elevata che in Italia, paese – fortunatamente – fanalino di coda in Europa.
Però il fatto che la consulente del ministro della famiglia, considerata cattolica, usi le parole di Ratzinger per accreditare una teoria che non è della Chiesa, mi chiama in causa come donna cattolica, affinché almeno la posizione della Chiesa Cattolica non venga strumentalizzata.
Il senso della Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica sulla collaborazione dell’uomo e della donna nella Chiesa e nel mondo scritto da Ratzinger nel 2004 è intervenire nel dibattito sulla questione femminile mostrandola nell’ottica della fede, e cioè affermando, al di là di rivendicazioni politiche e sociali, che la corruzione del rapporto tra i due sessi dipende dal peccato originale, e quindi la soluzione non sta sul piano legislativo, ma in quello spirituale. Per quanto ci posano essere leggi che tamponano le conseguenze dell’esistenza del male, non esiste purtroppo nessuna legge che possa estirpare il male dal cuore dell’uomo e della donna. Perché chiariamo subito che in nessuna parte della lettera l’allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede si permette di dire né di alludere velatamente al fatto che gli uomini sono “violenti e cattivi” e le donne sono vittime. Dice sempre, continuamente, che tra i due sessi si ingaggia una lotta per il dominio, da entrambe le parti. Lo ripete continuamente. Si tratta di un problema che riguarda entrambi. Non è possibile in alcun modo leggere in chiave rivendicativa e femminista le parole della lettera. Sia l’uomo che la donna cercano di dominare l’altro, in modi diversi. “Verso di lui sarà il tuo istinto” parla del bisogno femminile di compimento, parla del fatto che anche l’amore femminile è possessivo, viscerale e ferito dal bisogno di controllo. Ed egli ti dominerà parla della tentazione del maschio di non amare in modo oblativo, di possedere e a sua volta controllare, con il potere. La risposta è solo una relazione con Dio che guarisca i cuori feriti dal male. “In entrambi i casi si tratta della conversione dell’umanità a Dio, di modo che sia l’uomo che la donna conoscano Dio come il loro «aiuto», come il Creatore pieno di tenerezza, come il Redentore che «ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” – è la conclusione della lettera.
In un passaggio per me molto bello, il futuro Papa dice anche che l’uomo riceve il suo essere dalla donna. L’uomo dunque è quello più fragile, nella relazione, è lui che dipende da lei, riceve da lei il suo essere. E come tutti i deboli, quando perde terreno cerca di riconquistarlo nel solo campo in cui è nettamente superiore alla donna, la forza fisica. Infatti vediamo che in quasi tutti i casi di relazioni che terminano con la violenza del maschio, si tratta di uomini che non ricevendo più il loro essere dalla donna che vuole sottrarsi, a causa della loro debolezza, le usano violenza. Il problema dunque non è quello del troppo potere maschile, ma al contrario di una grande fragilità culturale e povertà spirituale, che non si sana purtroppo con le leggi – magari! – ma con una relazione vera e matura con Dio, almeno secondo la Chiesa, maestra di umanità.
Ma il peccato originale riguarda anche la donna, esattamente nella stessa misura, altrimenti non si spiegherebbe perché le donne possano essere capaci di uccidere i loro figli nel grembo, anche quando la violenza dell’uomo non c’entra proprio niente, anzi a volte contro la volontà dell’uomo. La violenza è sempre violenza, e uomini e donne sono toccati dal male, in modi diversi, ma nella stessa misura. La donna per esempio può essere tentata di esercitare il dominio sull’uomo attraverso l’esercizio del controllo. Neppure le donne, come gli uomini, sono sempre capaci di un amore maturo e che non vuole possedere e controllare l’altro. Il risultato del cuore umano ferito dal peccato “sarà una relazione in cui l’amore spesso verrà snaturato in pura ricerca di sé, in una relazione che ignora ed uccide l’amore, sostituendolo con il giogo della dominazione di un sesso sull’altro” – scrive Ratzinger. Non vedo traccia di accenno al patriarcato, qui. Anzi, ci sono passaggi sul ruolo femminile della donna che farebbero sentir male certe cattofemministe: “Si richiede, infatti, una giusta valorizzazione del lavoro svolto dalla donna nella famiglia. In tal modo le donne che liberamente lo desiderano potranno dedicare la totalità del loro tempo al lavoro domestico, senza essere socialmente stigmatizzate ed economicamente penalizzate, mentre quelle che desiderano svolgere anche altri lavori potranno farlo con orari adeguati, senza essere messe di fronte all’alternativa di mortificare la loro vita familiare oppure di subire una situazione abituale di stress che non favorisce né l’equilibrio personale né l’armonia familiare. Come ha scritto Giovanni Paolo II, «tornerà ad onore della società rendere possibile alla madre —senza ostacolarne la libertà, senza discriminazione psicologica o pratica, senza penalizzazione nei confronti delle sue compagne — di dedicarsi alla cura e all’educazione dei figli secondo i bisogni differenziati della loro età».
Certo che lo Stato può fare tanto, per difendere chi denunci la violenza. C’è il programma “Questo non è amore” della Polizia e tanti strumenti, a livello legislativo, per soccorrere le donne. Purtroppo però non è un elenco di buone norme da far ascoltare ai ragazzi nelle scuole che guarirà i cuori degli uomini dalla ferita inferta nel Giardino dell’Eden, soprattutto se sono le stesse scuole che parlano loro di contraccezione e pillola del giorno dopo, che li informano cioè che possono abortire da sole a casa con una pillola che a differenza del Brufen 600 possono avere senza ricetta, e di cui possono non informare i genitori, i quali devono firmare per la gita alla mostra di pittura, ma non possono sapere se la loro figlia attraversa una tragedia simile.
Comunque, sulle misure da adottare si può discutere. Ma far dire a Ratzinger cose che non ha mai detto, questo no, da cattolici non lo possiamo permettere.