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domenica 24 dicembre 2023

Anche da mons. Chaput parole chiare su Fiducia Supplicans - e non solo... #fiduciasupplicans

Riprendiamo, in nostra traduzione da First Things, questo imperdibile pezzo di Mons. Charles J. Chaput, già Arcivescovo di Filadelfia, pubblicato lo scorso 22 dicembre.

Non aggiungiamo alcun commento, ma solo l'invito a leggerlo e diffonderlo. È infatti giunto il tempo di gridare dai tetti.

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NB: QUI l'elenco dei presuli, delle conferenze episcopali, ecc.,
che si oppongono a Fiducia supplicans 

 

IL PREZZO DI "FARE GAZZARRA"

Uno degli standard che la Chiesa usa per misurare la qualità dei suoi leader è una semplice frase della Scrittura: "Dio non è autore di confusione, ma di pace" (1 Cor 14, 33). Così era per Paolo. Così è oggi. Così è per i pastori e i vescovi locali, compreso il vescovo di Roma. La confusione tra i fedeli può spesso essere dovuta a individui innocenti che ascoltano ma non comprendono la Parola. L'insegnamento confuso, tuttavia, è un'altra questione. Non è mai giustificabile. La trasmissione della verità cristiana richiede prudenza e pazienza, perché gli uomini non sono macchine. Ma richiede anche chiarezza e coerenza. L'ambiguità deliberata o persistente - tutto ciò che alimenta l'incomprensione o sembra lasciare spazio a un comportamento oggettivamente peccaminoso - non è da Dio. E si traduce inevitabilmente in un danno per le anime individuali e per la nostra vita ecclesiale comune.

Ne parlo per un motivo. Un mio amico protestante, studioso della Riforma, il 18 dicembre ha inviato un messaggio ai suoi amici cattolici con la notizia che "Francesco ha scatenato il caos nella vostra comunione". Si riferiva al testo Fiducia Supplicans ("Sul senso pastorale delle benedizioni"). Il Dicastero di Roma per la Dottrina della Fede (DDF), guidato dal cardinale Victor Manuel Fernández, stretto collaboratore di Papa Francesco, lo aveva appena pubblicato quel giorno. Il documento è un doppio esercizio per affermare e sminuire contemporaneamente l'insegnamento cattolico sulla natura delle benedizioni e sulla loro applicazione alle relazioni "irregolari". Ed è stato subito interpretato come un cambiamento significativo nella pratica della Chiesa. Padre James Martin, un sostenitore di lunga data delle problematiche LGBTQ, è stato prontamente fotografato mentre benediceva una coppia gay in un articolo del New York Times in cui si leggeva
Padre Martin aveva atteso per anni il privilegio di poter dire una preghiera del genere, per quanto semplice, all'aperto.

"È stato molto bello", ha detto martedì, "poterlo fare pubblicamente".

La decisione del Papa è stata accolta come una vittoria storica dai sostenitori dei cattolici gay, che la descrivono come un significativo gesto di apertura e di cura pastorale, e come un promemoria del fatto che un'istituzione la cui età si misura in millenni può cambiare.
L'articolo del Times prosegue riconoscendo che "la decisione non ribalta la dottrina della Chiesa secondo cui il matrimonio è tra un uomo e una donna". Né "permette ai sacerdoti di celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso". Ma il sapore dominante e l'obiettivo di fondo dell'articolo sono stati colti al meglio dai vari gay intervistati, che hanno parlato di "avvicinamento" della Chiesa alla legittimità delle relazioni omosessuali e di coppie omosessuali che "rivendicano il nostro spazio".

Da dove cominciare?

In primo luogo, un ruolo chiave del Papa è quello di unificare la Chiesa, non di dividerla, soprattutto su questioni di fede e di morale. Egli ha il dovere di unificare i vescovi e non di dividerli.

In secondo luogo, un compito essenziale di un pastore amorevole è quello di correggere e accompagnare. Le benedizioni devono incoraggiare, ma anche, quando necessario, sfidare. Le persone che vivono unioni omosessuali e altre unioni non matrimoniali hanno bisogno di un accompagnamento stimolante da parte della Chiesa. Papi, vescovi, sacerdoti e diaconi sono chiamati dalla loro vocazione a essere profeti e pastori. Papa Francesco sembra spesso separare questi ruoli, mentre Gesù stesso li ha sempre incarnati entrambi nel suo ministero. Le sue parole alla donna colta in adulterio non furono semplicemente "I tuoi peccati sono perdonati", ma anche "Va' e non peccare più".

In terzo luogo, le relazioni che la Chiesa ha sempre considerato peccaminose sono ora spesso descritte come "irregolari". Questo neutralizza la realtà del comportamento moralmente difettoso e porta alla confusione su ciò che possiamo o non possiamo chiamare "peccato".

Infine, mentre il documento non cambia di fatto l'insegnamento della Chiesa sul matrimonio, sembra cambiare l'insegnamento della Chiesa sulla peccaminosità dell'attività omosessuale. Il matrimonio non è il punto della Fiducia Supplicans. Il punto è la natura morale delle unioni omosessuali, e questa è una distinzione cruciale.

I vescovi in questo Paese e all'estero hanno rilasciato dichiarazioni che ribadiscono l'insegnamento cattolico in materia di sessualità umana e relazioni tra persone dello stesso sesso. I vescovi nigeriani hanno osservato che "non c'è alcuna possibilità nella Chiesa di benedire le unioni e le attività dello stesso sesso" perché "andrebbero contro la legge di Dio [e] gli insegnamenti della Chiesa". Sono già apparse alcune critiche acute al documento vaticano (insieme ad altre piuttosto caustiche), ad esempio qui, qui, qui e qui. Altre sono in preparazione. Ma tutti questi commenti cercano di mitigare i danni già fatti. Sia che l'ascoltatore sia deliziato o irritato dall'ultimo testo vaticano, la ricaduta pratica è un'ondata di confusione nel flusso sanguigno della Chiesa a Natale, una stagione destinata alla gioia, ma ora intricata di frustrazione, dubbio e conflitto.

In risposta alle proteste contro il documento, Papa Francesco ha detto al personale vaticano, come riportato dalla PBS [Public Broadcasting Service, una televisione no-profit statunitense - NdT], che è stato 
importante continuare a progredire e a crescere nella comprensione della verità. Il timore di attenersi alle regole può dare l'impressione di evitare i problemi, ma finisce solo per danneggiare il servizio che la Curia vaticana è chiamata a rendere alla Chiesa, ha detto.

"Rimaniamo vigili contro le posizioni ideologiche rigide che spesso, con la scusa delle buone intenzioni, ci separano dalla realtà e ci impediscono di andare avanti", ha detto il Papa. "Siamo invece chiamati a metterci in cammino e a viaggiare, come i Magi, seguendo la luce che sempre desidera condurci avanti, a volte lungo sentieri inesplorati e strade nuove".
Le lamentele sulle "rigide posizioni ideologiche" sono ora la risposta predefinita della Santa Sede a qualsiasi riserva ragionata o critica onesta delle sue azioni. Ogni Papa ha preferenze, antipatie e malumori personali. È la natura dell'argilla umana. Come ho detto altrove, e spesso, Papa Francesco ha importanti punti di forza pastorali che hanno bisogno del nostro sostegno con la preghiera. Ma le sue lamentele pubbliche sminuiscono la dignità dell'ufficio petrino e dell'uomo che lo abita. Inoltre, non rispetta il rispetto collegiale dovuto ai fratelli vescovi che mettono in discussione l'attuale corso del Vaticano. E ancora, non è da Dio. Caratterizzare la fedeltà al credo e alla pratica cattolica come un "attenersi timorosamente alle regole" - le parole appartengono alla PBS, ma l'intento è chiaramente del Papa - è irresponsabile e falso. I fedeli meritano di meglio di un simile trattamento. Vale anche la pena di notare che "sentieri inesplorati e nuove strade" possono facilmente condurre al deserto piuttosto che a Betlemme.

Nell'ultimo decennio l'ambiguità su alcune questioni di dottrina e pratica cattolica è diventata un modello per l'attuale pontificato. Le critiche del Papa ai cattolici americani sono state troppo spesso ingiuste e disinformate. Gran parte della Chiesa tedesca è di fatto in scisma, eppure Roma ha prima incautamente tollerato il "cammino sinodale" della Germania, e poi ha reagito troppo lentamente per evitare i risultati negativi. In un momento in cui la paternità e la leadership spirituale cristiana maschile sono in crisi, il Santo Padre ha chiesto alla sua Commissione Teologica Internazionale di lavorare sulla "de-mascolinizzazione" della Chiesa. La sfida più urgente che i cristiani si trovano ad affrontare nel mondo di oggi è di tipo antropologico: chi e cosa è un essere umano; se abbiamo qualche scopo superiore che giustifica la nostra speciale dignità come specie; se siamo qualcosa di più di animali insolitamente intelligenti che possono inventare e reinventare se stessi. Eppure il nostro obiettivo per il 2024 è un sinodo sulla sinodalità.

Dicendo queste cose, naturalmente, si può essere tacciati di "slealtà". Ma la vera slealtà è non dire la verità con amore. E la parola "amore" non è un pallone gonfiato di buona volontà. È un guscio vuoto senza la verità che lo riempie. In Brasile, nel 2013, il Santo Padre ha incoraggiato i giovani a "fare casino". Questo è avvenuto in modi sicuramente non voluti dal Papa. Ma alla fine, i leader pastorali sono responsabili delle loro parole e delle loro azioni. Perché, come disse San Paolo tanto tempo fa, "Dio non è autore di confusione, ma di pace".

Charles J. Chaput, O.F.M. Cap., arcivescovo emerito di Filadelfia


La fotografia è stata tratta da https://www.ncronline.org/opinion/ncr-voices/archbishop-chaput-asks-who-am-i-not-judge

 

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