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martedì 21 novembre 2023

USA: clero sempre più conservatore

Buone notizie dagli Stati Uniti: "Più della metà dei sacerdoti ordinati a partire dal 2010 si considera ‘conservatrice’ o ‘molto conservatrice’. Nessun sacerdote ordinato dopo il 2020 si è definito ‘molto progressista’. Oggi, ben l’85% del clero più giovane si descrive come “conservatore” o “molto conservatore” dal punto di vista teologico, con solo il 14% che si identifica “moderato”".
QUI e QUI MiL  due utilissimi approfondimenti sul tema.
Luigi C.

TFP,  Julio Loredo, 15-11-23

Il Catholic Project, un’iniziativa della Catholic University of America, dedita allo studio delle tendenze dentro la Chiesa cattolica negli Stati Uniti, ha pubblicato di recente i risultati di una ricerca condotta presso il clero a livello nazionale. I risultati sono a dir poco sorprendenti.
Lo studio, di ventiquattro pagine, mostra una fortissima tendenza conservatrice fra il clero, specie quello più giovane. Intitolato “Polarizzazione, dinamiche generazionali e impatto della crisi degli abusi”, lo studio conferma e aggiorna le tendenze già riscontrate nel 2010 dal National Study on Catholic Priests, condotto sempre dal Catholic Project.

Il documento attinge a interviste con 131 vescovi e con più di diecimila sacerdoti. Leggiamo nel Sommario: “Lo studio evidenzia un espressivo divario tra l’auto-identificazione politica e teologica dei sacerdoti più anziani e quella dei sacerdoti più giovani. In sintesi, la percentuale di nuovi sacerdoti che si considerano politicamente di ‘sinistra’ o teologicamente ‘progressisti’ è in costante calo a partire dal Concilio Vaticano II, e ora è quasi scomparsa. (…) Anni fa, la coorte dei preti ‘progressisti’ o ‘molto progressisti’ contava per il 68% del totale. Oggi queste categorie sono quasi sparite”.

Più della metà dei sacerdoti ordinati a partire dal 2010 si considera ‘conservatrice’ o ‘molto conservatrice’. Nessun sacerdote ordinato dopo il 2020 si è definito ‘molto progressista’. Oggi, ben l’85% del clero più giovane si descrive come “conservatore” o “molto conservatore” dal punto di vista teologico, con solo il 14% che si identifica “moderato”.

Leggiamo nella Conclusione: “Stiamo assistendo a un grande cambiamento nel modo in cui i sacerdoti negli Stati Uniti vedono sé stessi e il loro sacerdozio. I preti più giovani sono molto più propensi dei loro colleghi più anziani a descriversi come politicamente conservatori o moderati. I preti più giovani hanno anche molte più probabilità di considerarsi teologicamente ortodossi o conservatori rispetto ai preti più anziani. I preti che si autodefiniscono liberali o progressisti, considerati sia politicamente che teologicamente, stanno diminuendo con ogni successiva leva da più di 50 anni. I preti che si autodefiniscono liberali o progressisti sono quasi scomparsi dalle categorie più giovani dei preti”.

Con tale sfondo, possiamo capire i timori di certi ambienti ecclesiasti di fronte all’azione pastorale di vescovi come mons. Joseph Strickland, recentemente rimosso dalla sua diocesi da Papa Francesco.