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lunedì 6 novembre 2023

Pubblicato il 15mo Rapporto sulla Dottrina sociale nel Mondo

Riceviamo e pubblichiamo.
Luigi

Deep State: la politica manovrata dall'ombra.
Pubblicato il 15mo Rapporto
sulla Dottrina sociale nel Mondo

È notizia recentissima che le manifestazioni di questi giorni in Europa contro Israele sono possibili anche per i finanziamenti della Open Society di George Soros, anzi ora del figlio di Soros. Ecco un esempio di Deep State, o Stato profondo come anche si dice in Italia: il privato che da dietro le quinte manovra la politica internazionale. Proprio a questo attualissimo argomento è dedicato il 15.mo Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel mondo dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân, curato da Riccardo Cascioli, Stefano Fontana e Giampaolo Crepaldi (Cantagalli, euro 16). Il titolo è chiarissimo: “Un Deep State planetario? La politica governata dall’ombra”.

Chi finanzia le ONG che girano per il Mediterraneo? Perché spesso i giudici delle Corti internazionali giudicano enti della società civile di cui in precedenza erano dirigenti? Come funziona il sistema dele “porte girevoli” tra l’Unione Europea e i grandi gruppi privati? Come è possibile che l’FBI abbia indagato su un Presidente in carica e che Twitter abbia censurato informazioni significative durante l’ultima campagna elettorale americana? Perché enti privati come la BCE svolgono funzioni politiche di primordine? Quanto influiscono le grandi fondazioni americane sulla linea politica degli organismi internazionali come per esempio l’OMS? A cosa si riduce la democrazia se ci celebrano le elezioni ma poi tutto rimane come prima perché le decisioni vere si prendono non alla luce del sole ma nel segreto?

Il Rapporto contiene un ampio intervento del Cardinale Raymond Leo Burke sul potere politico nella Dottrina sociale della Chiesa, una presentazione del vescovo Crepaldi, una Sintesi introduttiva dei Curatori e poi 12 articoli di specialisti, dal francese Bernard Dumont, direttore della rivista “Caholica” a Grégor Puppink, direttore del Centro Europeo per la Legge e la Giustizia (ECLJ), da Gianfranco Battisti, esperto in relazioni internazionali dell’Università di Trieste, a Ivo Colozzi, sociologo della Università di Bologna, da Aldo Rocco Vitale, che analizza il fenomeno dal punto di vista della filosofia giuridica, a Maurizio Milano, che parla del Forum di Davos, da Riccardo Cascioli, che racconta la propria esperienza da inviato sulla scena internazionale, fino a Julio Loredo e José Antonio Ureta, che approfondiscono dal punto di vista della teologia cattolica il grande tema della “cospirazione”, dato che lo Stato profondo assomiglia proprio a questo. Infine, due giornalisti de La Nuova Bussola Quotidiana intervengono su due fenomeni attuali: Stefano Magni sulla censura politica dei grandi social, e Anna Bono sul ricatto nei confronti dei Paesi africani condizionando gli aiuti allo sviluppo all’approvazione di leggi contro la vita e la famiglia.

Anche il Rapporto di quest’anno sceglie quindi una tematica viva e coinvolgente, dopo aver trattato di ambientalismo, di modello cinese e di lotta alla proprietà privata negli anni scorsi. I vari interventi sono ricchi di dati, ma il Rapporto non si accontenta di questo, vuole anche fare luce mediante i principi di riflessione della Dottrina sociale della Chiesa. 15 anni rappresentano ormai una coerente “tradizione” di uno strumento di riflessione culturale unico nel suo genere. Il vescovo Crepaldi, nella sua presentazione si sofferma su questo traguardo dei 15 anni dei Rapporti ed anche su un altro anniversario significativo: i 20 anni di vita dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân. Per queste due coincidenze cronologiche questo 15mo Rapporto assume un aspetto in qualche modo celebrativo.

Tornando al tema dello Stato profondo, l’analisi del Rapporto non concede nulla alla dietrologia, al complottismo o a teorie cospirative create ad arte. Vuole piuttosto indagare obiettivamente i fatti e leggerli secondo una prospettiva di verità. Se lo Stato profondo è per definizione “nell’ombra”, questo non vuol dire che di esso non si conoscano elementi oggettivi da valutare. Quando nel 1916 Mike Lofgren pubblicò il suo libro sul Deep State americano, lui che era stato funzionario del Parlamento, venne a galla un “sistema” simile al rapporto tra il burattinaio e i burattini. Lofgren espose i condizionamenti che il Deep State esercitò nei confronti delle amministrazioni Bush jr, Clinton e Obama. Lo Stato profondo si nasconde, ma non ci riesce del tutto e molti segnali del suo potere vengono alla luce per vari canali, come accade appunto in questi giorni per i finanziamenti di Soros ad Hamas e ai manifestanti europei in suo favore. Gli autori del Rapporto hanno indagato su questi segnali emergenti nei diversi ambiti e ne è uscito un quadro completo e piuttosto inquietante. Il Rapporto merita di essere letto perché parla dell’oggi e di cose che sui giornali non sempre arrivano, quantomeno in forma così sistematica.

Qualcuno dice che in fondo uno Stato profondo è sempre esistito. È vero, ma oggi qualcosa è cambiato per due motivi: il fenomeno si è fatto globale e, agendo dall’ombra, non si vuole più solo trarre dei profitti privati ma si vuole riplasmare la società. E qui il tema del Deep State si collega con quello del Grande Reset.
Stefano Fontana

Vedi QUI l’indice del 15.mo Rapporto
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