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lunedì 6 novembre 2023

Il dizionario che mondanizza la Dottrina Sociale della Chiesa

Sembra quasi che la Dottrina Sociale della Chiesa nasca con papa Francesco ("rarissime le citazioni del magistero precedente") e l’allineamento della Chiesa a molte tesi mondane.
"Questo nuovo dizionario è invece disancorato dalla tradizione e tutto incentrato su un’attualità interessata e manipolata. Sbandiera proposte di cambiamento, ma sono le stesse volute da chi guida la vaporiera".
Giovanni Paolo II si starà rivoltando nella tomba.
Luigi

Stefano Fontana, La Nuova Bussola Quotidiana, 16-10-23

Vatican News, l’agenzia di stampa del Vaticano, ha iniziato da tempo a pubblicare interventi tematici sulla Dottrina sociale della Chiesa. La rubrica, che continuamente viene aggiornata, si chiama “Dizionario di Dottrina sociale della Chiesa”. Esperti dei vari settori tematici trattano in breve, come si conviene alla comunicazione digitale, le varie voci. L’iniziativa si presta a qualche considerazione critica. Ma prima può essere utile ricordare qualcosa del recente passato.

Negli anni Novanta del secolo scorso, la questione di un dizionario della Dottrina sociale della Chiesa era oggetto di ampio dibattito tra gli addetti ai lavori. La posta in gioco era la natura disciplinare della Dottrina sociale della Chiesa (DSC). Il magistero diceva contemporaneamente che essa fa parte della teologia morale e che è da considerarsi una “categoria a sé”. Chi appoggiava il rilancio della DSC impostato da Giovanni Paolo II puntava a valorizzarla come un sapere a sé stante, pur con l’impronta della teologia morale. Costoro chiedevano quindi l’istituzione di percorsi accademici specifici fino alla licenza in DSC, proponevano un’associazione dei cultori di questa materia distinta da quella dei moralisti e, appunto, spingevano per la redazione di un dizionario di Dottrina sociale della Chiesa, coprendo così un ritardo rispetto a famosi dizionari da tempo pubblicati nelle altre branche della teologia. In questo contesto nacque il Dizionario dell’Università Cattolica di Milano, uscito nel 2004 dopo una lunga gestazione, e quello a cura di monsignor Giampaolo Crepaldi e padre Enrique Colom edito dalla LAS, con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Nel 2004 fu anche pubblicato il Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, ma questa è un’altra storia. Va da sé che quanti contestavano che la DSC fosse un vero e proprio sapere o che addirittura la consideravano ideologica, puntavano a non distinguerla dalla teologia morale, della quale esistevano già dizionari, punto e basta. Era un capitolo dell’eterna lotta tra due visioni teologiche contrapposte.

Con questa premessa, arriviamo ora al nuovo dizionario online del Vaticano. Dagli anni Novanta i tempi sono alquanto cambiati e questo dizionario lo testimonia molto bene. Esso si configura in base a due aspetti. Il primo è che fa sembrare che la DSC sia nata con Francesco. Rarissime le citazioni del magistero precedente. Questa caratteristica corrisponde alla consapevolezza diffusa che con Francesco si è imposto un nuovo paradigma che riguarda anche la DSC. E in effetti è così, solo che tale nuovo paradigma, a parere di chi scrive, non è in continuità con il precedente e questo viene confermato proprio da questo dizionario online che non tiene conto della tradizione della DSC e considera la data di elezione di Francesco al pontificato come un nuovo inizio, se non una nuova Pentecoste.

Il secondo aspetto è l’allineamento alle prevalenti tesi mondane sulle problematiche sociali attuali. Un simile atteggiamento era prevedibile, data l’idea che tutto inizia con Francesco e dato che il magistero sociale di Francesco è pure esso allineato con le tesi mondane prevalenti.

Nella voce “moneta digitale” non si accenna ai grandi pericoli di controllo dei comportamenti dei cittadini e di possibili ricatti di un’economia basata su una moneta totalmente artificiale. Nella voce “rischio ambientale” si dice che finalmente la Laudato si’ pone il problema nel modo più completo e, per dire questo, si parte dall’esperienza del Covid, tema ripreso in molte voci e sempre secondo la versione ufficiale diffusa dal potere. Nella voce “fake news” non si dice che a diffonderle sono prima di tutto le istituzioni, ma esattamente il contrario: un tempo erano le istituzioni, ora sarebbero i cittadini stessi. Nella voce “tributi ambientali” si sostiene l’idea che la tutela dell’ambiente meriti aumenti fiscali con piena adesione a questa “transizione” che pure fa prevedere nuove povertà indotte. Nella voce “cittadinanza sostenibile”, con ampie citazioni dalla solita Laudato si’, si parla di sostenibilità ambientale secondo la corrente di pensiero oggi prevalente e non si accenna alla sostenibilità “umana” in relazione a famiglia e procreazione. La voce “migrazioni internazionali” espone le note idee di Francesco su un’accoglienza strutturata e un cambiamento del sistema internazionale per poterla permettere. Nel dizionario online del Vaticano non manca nemmeno la voce “il discorso d’odio”, declinato anche questo in modo politicamente molto corretto, ossia per far sì che chiunque dica una qualsiasi verità su omosessualità e transessualità possa essere accusato di hate speech.

I dizionari degli anni Novanta non hanno prodotto granché, ma erano comunque un segno di un interesse per la DSC nella sua complessità, compresa la sua tradizione, e alimentavano la prospettiva che essa potesse incidere per cambiare qualcosa nella società. Questo nuovo dizionario è invece disancorato dalla tradizione e tutto incentrato su un’attualità interessata e manipolata. Sbandiera proposte di cambiamento, ma sono le stesse volute da chi guida la vaporiera.