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venerdì 10 novembre 2023

Perché il matrimonio è per sempre?

Anche se certe note a piè pagina, in certe Esortazioni Apostoliche, direbbero altro...
Luigi


Diciamoci la verità. Sostenere che il matrimonio debba durare per sempre sembra oggi un’affermazione di nostalgici vetero-romanticoni oppure di ingenui baciapile. Un pio desiderio che si scontra sia con i dati mondiali che vedono l’istituto del matrimonio sempre più naufragare sugli scogli del divorzio, sia con la percezione collettiva che identifica il matrimonio in una sorta di lotteria nazionale, in cui la probabilità di aver acquistato il biglietto giusto è infima.
Eppure ci sono motivi di ordine razionale, che precedono quelli di matrice religiosa, che ci dicono che il matrimonio per sua natura è per sempre, oppure non si chiama matrimonio. E quindi che ci sono prove per sostenere che il divorzio è una scelta irragionevole e di conserva contraria alla morale. Vediamo alcuni di questi motivi.

“Per tutta la vita”

In prima battuta dobbiamo affermare che sono gli sposi stessi – rectius: i nubendi – che ci informano che il matrimonio è indissolubile, cioè che dura per tutta la vita. Parrebbe paradossale ma è proprio così. Infatti sono gli sposi stessi che al momento del consenso – elemento costitutivo del matrimonio – si promettono condotte e fanno proprie delle scelte le quali indicano senza tema di smentita che quello che si sta realizzando è una specialissima unione che persisterà tutta la vita. Andiamo ad analizzare quali sono questi elementi.

Nel consenso i nubendi esprimono una scelta esclusiva: “prendo te” si promettono vicendevolmente (ecco la proprietà dell’unità del matrimonio). Non dicono: “prendo te e poi semmai un altro, un’altra”, ma dicono solo “prendo te”. Questo sta a significare che quel “te” è per sempre, che la relazione con te durerà tutta la vita, dato che poi non ci sarà posto per “un altro te”.

Altro elemento ancora più significativo: la scelta di quel te è voluta come scelta duratura nel tempo. Nel consenso matrimoniale religioso per esempio si dice: “prometto di amarti, onorarti ed esserti fedele per tutti i giorni della mia vita” (simili espressioni si possono rinvenire anche in altri riti matrimoniali).

Sono gli sposi stessi che scelgono per se stessi questo specialissimo tipo di vincolo: un vincolo che duri per tutta la vita. L’espressione “tutti i giorni” non è stata imposta a loro con la forza, ma è stata eletta da loro stessi in piena libertà come modello di relazione.

Altro motivo per asserire che il matrimonio è indissolubile: il consenso matrimoniale esprime una scelta non sottoposta a condizioni, una scelta assoluta.

Gli sposi non dicono: “scelgo te fino a quando non mi stancherò, fino a quando non ti ammalerai, fino a quando sarai giovane e bello, fino a quando non trovo uno migliore”. Nulla di tutto questo. La scelta è libera da condizionamenti. Infatti nel consenso religioso ad esempio vediamo che gli sposi promettono di essere fedeli “nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia…”. Questo a significare che saranno uno per l’altra per sempre, in qualsiasi situazione in cui si troveranno. Nulla mai nel tempo – così hanno deciso – romperà questo loro legame.

Altra ragione per dire che il matrimonio non può che essere indissolubile: la scelta di amarsi non è una scelta qualsiasi, come per esempio la scelta di quale colore dipingere le pareti di casa. Questa scelta viene elevata per espresso volere dei nubendi a promessa-giuramento. E le promesse, come si sa, sono irrevocabili, altrimenti non si chiamerebbero promesse.

Promettere di arrivare a un appuntamento prestabilito e poi cambiare idea sta a significare che si è venuti meno alla promessa fatta, si è tradita la parola data. Detto in altri termini sono i nubendi stessi che scelgono che questo patto tra loro duri per sempre, proprio perché sigillato da una promessa, cioè da una volontà irrevocabile. E se la volontà è irrevocabile ciò comporta che il matrimonio non può che durare tutta la vita. Chi non vuole per sé questo tipo di scelta, infatti va a convivere, cioè sceglie una relazione che per sua natura è precaria.

Aggiungiamo una ulteriore prova per sostenere che il matrimonio o dura per sempre o non è un ma-trimonio. La promessa di essere fedeli. La fedeltà o è per sempre o non è fedeltà. L’unico modo cioè per essere fedeli è per tutta la vita. Infatti dire: “ti sarò fedele fino a quando non ti tradirò” significa affermare che “non è detto che ti sarò fedele”. Questo equivale a dire: “ti sarò fedele fino a quando non ti sarò infedele”: affermazione contraddittoria e autoconfutatoria.

La fedeltà esiste solo nella prospettiva della durata vitalizia. Per chiudere questa prima serie di motivazioni possiamo sottolineare, come già prima accennato, che sono gli sposi stessi che scelgono le regole del gioco, non altri a loro posto.

L’amore non è a tempo, ma per sempre

Ma vi sono altri motivi, sempre di ordine razionale, per sostenere che il matrimonio sia indissolubile. L’indissolubilità è condizione necessaria per soddisfare due tra le tre finalità del matrimonio: l’educazione e l’amore tra gli sposi. In merito all’educazione: occorre che la coppia rimanga insieme stabilmente perché si possa educare il figlio in modo corretto ed efficace. La persistenza nel tempo del rapporto di coniugio è garanzia ed elemento indispensabile per assicurare l’educazione della prole.

In merito all’amore tra gli sposi: è necessaria stabilità per instaurare un progetto di vita insieme. La relazione d’amore non può essere estemporanea o transeunte, perché nulla di profondo e di grande si potrebbe costruire.

Ma se tutte queste motivazioni non bastassero vi è un’ultima ragione che le sintetizza e le supera. La ragione più importante: l’amore o è per sempre o non è amore. Si può volere bene a tempo, si può provare simpatia o affetto a tempo, ma non si può amare a tempo.

Sull’amore non c’è scritto: “da consumarsi preferibilmente entro il…”. Questo concetto non è frutto di vuoto sentimentalismo ma poggia su basi filosofiche e quindi razionali. Se l’amore indica la relazione migliore tra due persone, cioè il legame più profondo, più intenso, più alto che possa esistere (stiamo parlando sia dell’amore umano che dell’amore di carità) è evidente che tale rapporto deve possedere tutte le qualità migliori espresse al massimo grado.

Una relazione a tempo non è la relazione migliore che si possa immaginare e quindi una relazione a tempo non può fregiarsi della qualifica di “amore”, perché “amore” sta a indicare il rapporto in assoluto migliore che può legare due persone. Pensare a un amore a termine, significa errare sul concetto di amore. Tutte fantasie buone solo per chi ha la lacrima facile? Crediamo di no. La tristezza di vitae il dolore di coloro che si separano o che scelgono il divorzio ci provano a contrario che tutte queste argomentazioni sono vere.