Il nuovo arcivescovo di Lima (Perù), noto per le sue posizioni eterodosse e grande protetto di Francesco: "La nomina nel 2019 di mons. Castillo come Arcivescovo metropolita di Lima e Primate del Perù fu una vera bomba. Infatti, egli era stato censurato da Papa Benedetto e dimesso da docente presso l’Università Cattolica di Lima, a causa delle sue posizioni marxiste. Mons. Castillo, che mai ha nascosto le sue simpatie per la sinistra, anche estrema, è un fervoroso seguace di quella Teologia della liberazione condannata da Papa Giovanni Paolo II".
Il DDF non ha nulla da dire?
Luigi C.
di Julio Loredo, TFP, 23-11-23
Nella solenne omelia in occasione della processione del Señor de los Milagros, a Lima, Perù, una delle più importanti manifestazioni religiose del mondo, l’arcivescovo di Lima, mons. Carlos Castillo Mattasoglio, si è lasciato andare a divagazioni teologiche che, fino a poco tempo fa, avrebbero richiamato l’attenzione della Congregazione per la Dottrina della Fede. Adesso, invece, sotto l’egida del cardinale “Tuccio” Fernández, sembra che valga il “liberi tutti”, al meno per quelli allineati con Papa Francesco. Sentiamo le sue parole:
“A volte noi preti diciamo: ‘Devi essere responsabile, altrimenti Dio ti può punire’. (…) Ma Dio non può essere così. (…) Le immagini che abbiamo nell’Antico Testamento di un Dio che castiga i popoli inviando sciagure, sono state messi lì da scrittori successivi, che pensavano che Dio doveva mostrarsi più forte, altrimenti non sarebbe stato ubbidito. Non tutto nella Bibbia è rivelazione. Vi sono anche cose umane. È Rivelazione soltanto che Dio è amore, e solo amore”.*
In altre parole, dalle Sacre Scritture io prendo soltanto ciò che ritengo sia Rivelazione, secondo certe mie personali concezioni, e rifiuto il resto come aggiunte umane successive.
La nomina nel 2019 di mons. Castillo come Arcivescovo metropolita di Lima e Primate del Perù fu una vera bomba. Infatti, egli era stato censurato da Papa Benedetto e dimesso da docente presso l’Università Cattolica di Lima, a causa delle sue posizioni marxiste. Mons. Castillo, che mai ha nascosto le sue simpatie per la sinistra, anche estrema, è un fervoroso seguace di quella Teologia della liberazione condannata da Papa Giovanni Paolo II. Nominandolo alla più alta carica ecclesiastica del Perù, Papa Francesco – amico di lunga data di mons. Castillo – ha voluto dare un forte segno di appoggio a questa corrente.
Un atteggiamento diametralmente opposto a quello assunto nei confronti di mons. Joseph Strickland, ormai ex vescovo di Tyler, Texas. È bastato che egli manifestasse qualche perplessità col Sinodo sulla sinodalità e, in generale, con certi indirizzi dell’attuale pontificato, perché fosse sommariamente dimesso dalla sua carica, nonostante fosse un vescovo molto amato, specie per il suo impegno sociale presso i più poveri.
Due pesi e due misure?
* Tratto dal video diffuso dalla Curia Metropolitana di Lima.
Gli epuratori saranno epurati.
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