Post in evidenza

AGGIORNAMENTO del programma del 13º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum #sumpont2024

Cari amici, a pochi giorni dall ’inizio de l  13º Pellegrinaggio  Populus Summorum Pontificum   a Roma da venerdì 25 a domenica 27 ottobre  ...

martedì 14 novembre 2023

Mons. Kruijen (ex DDF) una fede arcobaleno può piacere, ma non salva

Ancora sui tentativi, all'interno della Chiesa, di sdoganare l'omosessualità.
Luigi

Luisella Scrosati, La Nuova Bussola Quotidiana, 4-11-23

L’intervista al cardinale Gerhard Müller ha messo in luce che il tema più ricorrente al Sinodo è stato non la sinodalità, ma l’omosessualità. Nonostante le rassicurazioni del Relatore Generale, il cardinale Jean-Claude Hollerich, durante la prima assemblea generale il tentativo di porre delle premesse “emotive” per il cambiamento della dottrina della Chiesa in materia è stato evidente. E il Papa ha dato man forte, ricevendo suor Jeannine Gramick e lo staff di New Ways Ministry proprio durante il Sinodo.
È pertanto più che benvenuto l’articolo di mons. Christophe Kruijen, sacerdote della diocesi di Metz, fino al 2016 consultore alla Congregazione per la Dottrina della Fede, pubblicato per il n. 165 della rivista Sedes Sapientiæ (vedi qui) con il titolo Changer la doctrine de l’Église en matière d’homosexualité? Quelques notes critiques.

Checché se ne dica, l’insegnamento della Chiesa cattolica sull’omosessualità manifesta uno straordinario rispetto e promozione della dignità della persona che vive un orientamento sessuale disordinato, proprio mentre afferma che gli atti sodomiti non possono mai essere ordinati ad un bene. Kruijen ha il pregio di riassumere ed affrontare quelle che sono le obiezioni più comuni all’insegnamento della Chiesa in materia, obiezioni che, a furia di essere ripetute come fossero ovvie, stanno gradualmente sgretolando le convinzioni, fino a poco tempo fa sostanzialmente assodate, dei cattolici.

L’autore ne presenta sei; in questo articolo ci soffermeremo su quelle che ci sembrano le tre più insidiose che stanno facendo breccia. La prima viene così riassunta: «La dottrina della Chiesa per ora rimane ancora una condanna degli atti omosessuali, ma non dell’omosessualità, perché questa non è una scelta». Questa posizione che, a prima vista, potrebbe sembrare una forma di rispetto nei confronti di chi si ritrova con un orientamento che non ha scelto, nasconde in realtà una concezione riduttiva della persona umana. Il punto è capire che non è possibile affermare l’omosessualità di una persona “fin dalla nascita” alla stregua di come se ne possa affermare la mascolinità o femminilità. Dio ha creato l’uomo maschio e femmina: non c’è una terza opzione. Ritenere che l’omosessualità di una persona sia una sorta di “terza identità”, che dunque legittimerebbe atti conseguenti, è un grave errore. Spiega mons. Kruijen: «la Chiesa si rifiuta di fare delle persone omosessuali una categoria a parte di esseri umani, come se solo loro siano privi della possibilità di disporre di sé (…). Al contrario, ella li ritiene dotati di libertà come le persone eterosessuali e pertanto capaci di dominare i propri atti».

La persona, proprio perché tale, emerge sui propri atti, e dunque è capace di orientarli e dominarli. Come scriveva Santa Caterina da Siena, citata nell’articolo, riportando le parole di Dio Padre, «l’anima è libera, liberata dal peccato nel sangue di mio Figlio, e non può essere obbligata se non vuole acconsentire con la volontà che è legata al libero arbitrio» (Dialogo della Divina Provvidenza, 51). Quanti affermano una sorta di necessità per la persona con orientamento omosessuale di vivere la propria sessualità in contraddizione con la legge di Dio rivelano di avere una concezione errata dell’uomo e una completa sfiducia nella grazia. «Ad una visione antropologica determinista e fondamentalmente fatalista, la Rivelazione biblica e il conseguente insegnamento della Chiesa oppongono un approccio più fiducioso nelle risorse della natura umana (soprattutto aiutata dalla grazia)».

Questa visione pessimistica e fatalista dell’uomo è sottesa anche ad altre nuove “aperture” morali nelle relazioni tra uomo-donna, spostando così la vita morale verso una continua de-responsabilizzazione dell’agente morale, alla ricerca di ciò che possa ridurne l’imputabilità, piuttosto che concentrarsi su ciò che porta al perfezionamento della natura umana. Dalla morale delle virtù si scivola inesorabilmente verso la morale delle scuse e delle attenuanti.

Un’altra riflessione affronta l’obiezione che, con Papa Francesco, l’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità si sarebbe in realtà sviluppato. Mons. Kruijen richiama la teologia del Magistero, «talvolta minimizzato all’estremo (quando dà fastidio), talvolta massimizzato quasi possa elevarsi al di sopra di Dio stesso (quando si desidera che confermi le nostre posizioni)». Ricorrendo al chiaro linguaggio della teologia, il Magistero è infatti norma normata e non norma normans: il Magistero è normato dalla Parola di Dio, che sola è la norma suprema. Il che significa in sostanza che «le dottrine professate dalla Chiesa non sono vere perché il Papa le afferma, ma è perché sono vere che il Papa ha la missione di custodirle santamente ed esporle fedelmente».

La plenitudo potestatis del Romano Pontefice non ha nulla a che vedere con l’assolutismo. Nell’omelia importantissima in occasione del suo insediamento sulla Cattedra romana, Benedetto XVI ricordava con insistenza, non senza una particolare lungimiranza, questa sottomissione del Papa alla Parola di Dio. Mons. Kruijen riporta altresì un documento ufficiale della Congregazione per la Dottrina della Fede proprio sul primato del Successore di Pietro: «Il Romano Pontefice è — come tutti i fedeli — sottomesso alla Parola di Dio (…). Egli non decide secondo il proprio arbitrio, ma dà voce alla volontà del Signore, che parla all'uomo nella Scrittura vissuta ed interpretata dalla Tradizione; in altri termini, la episkopè del Primato ha i limiti che procedono dalla legge divina e dall'inviolabile costituzione divina della Chiesa contenuta nella Rivelazione».

Infine, viene affrontata la pericolosa obiezione che quanti condannano l’omosessualità avrebbero un approccio eccessivamente letterale e fondamentalista alle Sacre Scritture. Il punto è che, proprio riferendosi ai testi biblici di entrambi i Testamenti, «l’insieme della tradizione bimillenaria della Chiesa ha visto in questi atti un grave attentato al sesto comandamento del Decalogo». Ed il Magistero della Chiesa ha così coerentemente condannato gli atti omosessuali. Proprio questo ancoraggio nella Parola di Dio vanifica in partenza tutti i tentativi di modifica dell’insegnamento della Chiesa. Risulta pertanto sorprendente e velleitaria la risposta che il cardinale Christoph Schönborn ha dato lo scorso 23 ottobre circa la possibilità che il Papa modifichi il Catechismo in merito. Per non parlare dell’uscita del cardinale Hollerich lo scorso anno.

«Dal punto di vista dei principi della dottrina cattolica, è dunque falso dire, come alcuni fanno oggi, che l’insegnamento della Chiesa in materia d’omosessualità potrebbe e dovrebbe essere modificato alla luce delle conoscenze scientifiche attuali o, più banalmente, dei cambiamenti sociali contemporanei. Questo insegnamento, infatti, non poggia su ragionamenti umani, ma sulla Rivelazione divina», conclude Kruijen. È chiaro dunque che l’accettazione di un cambiamento su questo punto innescherebbe una devastante dinamica, che «provocherà inevitabilmente delle revisioni o delle perdite dottrinali sempre più numerose ed estese. Una tale dilapidazione del deposito della fede sfocerebbe in definitiva nella distruzione del cristianesimo stesso, a favore di una religiosità le cui norme non derivano più, in ultima istanza, dalla Rivelazione, ma dalle opinioni dominanti (mainstream) sempre mutevoli in funzione delle epoche e dei luoghi».

Un cristianesimo così potrà anche piacere, ma c’è un problema: non è in grado di salvare.

11 commenti:

  1. Veramente nessuno vuole sdoganare niente, ma, come è giusto che sia, l’atteggiamento dei cattolici verso le persone LGBTQ+ sta cambiando. Ed era ora.
    Gli unici che hanno problemi sulla cosa sono, guarda un po’, quelli della messa in latino, nonostante anche tra di loro i gay non manchino.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io non sono un fanatico della Messa in latino, anzi. Riconosco gli insegnamenti del Concilio V II, (senza disconoscere i precedenti). Ma è molto difficile che fino a Benedetto XVI incluso, pontefici e santi, come san Giovanni Bosco, san Filippo Neri, lo stesso san'Ignazio e tutti i santi, non abbiano capito un'H del Cristianesimo, (incluso san Giovanni Paolo II) e ora, dopo 2000 anni, arriva uno che ci spiega finalmente cos'è il Cristianesimo! Come se san Francesco d'Assisi, san Domenico, sant'Agostino, fino al Beato Carlo Acutis, passando per santa Madre Teresa, non fossero mai esistiti. Eppure, tutte queste persone, e molte altre, ritenevano giustamente l'omosessualità un peccato mortale e una cosa contro natura. Forse solo su una cosa si "sbagliavano", sul "contro natura". E' un'anomalia di natura, ma appunto è un'anomalia, che non rientra nell'ordine del progetto finale di Dio, come ogni altra anomalia. Diverso sarebbe stata un'ulteriore distinzione fra peccato e peccatore, l'accoglienza, un richiamo alla Carità, quello è giusto! Ma qui sembra che si vada oltre. Qui sembra che si dica: finora, non hanno capito niente, anzi, hanno sbagliato! Ora vi dico io come si deve fare per essere veri cristiani! O per 2000 anni hanno preso un granchio e lo Spirito Santo ha dormito e adesso si è svegliato, o è adesso, che Lo stanno mettendo da parte! Su queste basi pseudoculturali, si innesta l'avvento dell'anticristo, mica su altro. Ovviamente, in prospettiva futura, e non necessariamente imminente.

      Elimina
    2. Anonimo ore 18:07 15/11/23. Ma che film ha visto? Si informi meglio e constaterà che lo sdoganamento delle ideologie omosessualiste ci sono nella Chiesa. Compito della Chiesa è la salvezza delle anime secondo il mandato ricevuto da Gesù, il quale fa la volontà del padre nostro che è nei Cieli. Prima di scrivere sciocchezze tanto per manifestare il suo disappunto, rifletta meglio. Stia bene!

      Elimina
    3. Noi della messa in latino seguiamo la Bibbia, che in materia parla chiaro e non in ambiguo ecclesialese!! È vero che la Bibbia è preconciliare....ma noi seguiamo la Bibbia!! La Bibbia ha misericordia del peccatore, ma gli chiede di cambiare vita e non giustifica lo stile di vita peccaminoso come oggi si vuol fare rinnegando la Bibbia per compiacere il mondo!! E questo vale in materia di omosessualità e in tutti gli altri campi!!

      Elimina
    4. "l’atteggiamento dei cattolici verso le persone LGBTQ+ sta cambiando"
      In realtà, no. I Cattolici non cambiano in alcun modo atteggiamento verso i pubblici, orgogliosi e rivendicati peccatori contro natura.
      Chi si concede certe sbracate "aperture" non è certo cattolico, e non ha bisogno di "cambiare atteggiamento" perché da sempre approva, sostiene (e condivide pure) certe tendenze.

      Elimina
    5. Esatto. E l'anonimo commentatore delle 18.07 è probabilmente uno di quelli. Con la coda di paglia come i suoi capocchia che lo istruiscono su cosa fare/ dire e soprattutto senza argomenti validi x controbattere.

      Elimina
    6. Veramente "quelli della messa in latino" non sono gli unici... Notevole la mancanza di logica causa-effetto, voluta o non voluta, da parte dell'autore di quel commento, che collega due cose che non hanno relazione tra loro (andare alla messa in rito tradizionale e affermare determinate cose). Sembra quasi il modo per nascondere il nocciolo della questione, rifuggirlo con quella frase liquidatori. Forse per mancanza di argomenti puntuali non affronta la questione dal punto di vista della verità. È vero o no che la Verità rivelata ci insegna che l'atto omosessuale è peccato? (risposta sincera:si è vero). Che argomentazione è quella adotta che ha il solo scopo di attaccare delle persone, mentre l'autrice dell'articolo sostiene un discorso volto a ri-affermare cosa è peccato e cosa non lo è (non a suo dire ma sulla base delle Scritture e dell'insegnamento della Chiesa). E infine, trovo discutibile il "persone LGBTQ+", che di nuovo categorizza ed etichetta delle persone, atteggiamento tipicamente lontano all'approccio cristiano, non esistendo, peraltro, persone così dette, ma semmai persone e basta.

      Elimina
    7. Strano che, nella sua lunga requisitoria, l’anonimo delle 7.37, non abbia stigmatizzato anche le evidenti parole d’odio del commento delle 11.44.
      Doppiopesismo, al solito.

      Elimina
    8. Anonimo17 novembre 2023 alle ore 00:09
      Scusi ora deve dire in quali parole si può vedere "odio". Noi vediamo solo "dissenso" (che fino a prova contraria è lecito e legittimo. Anche fossero parore di "critica", quale sta il problema? In Italia si può ancora criticare. Lo sa? Poter dire come stanno le cose per la dottrina cattolica (i rapporti omosessuali sono peccato) rientra nelle libertà garantite dalla Costituzione.
      QUindi, non vediamo parole di "odio". A meno che lei non conosca il significato di tale parola. Attendiamo ci illumini su questa parola usata sempre più a sproposito, con il solo intento di cercare di tappare la bocca a chi non si piega al pensiero dominante del politicamente corretto pro omosessualità....

      Elimina
  2. D'accordo su tutto, non ci piove. Nessuno di voi ha saputo delle disposizioni dell'arcivescovo di Sassari? questo sito era sempre attento... ha vietato il Messale antico

    RispondiElimina
  3. E' un bell'articolo, che fa giustizia di molte equivoche e ambigue tesi e opinioni in ambito ecclesiale.
    Tuttavia l'epoca che ci tocca in sorte di vivere e' talmente buia che difendere la Dottrina e la Morale Cattolica sta diventando esercizio di formalismo estremista, con venature di fanatismo religioso.
    Ebbene, non si tratta di giudicare, ma di servire la Verità che non ama compromessi, ricordiamolo ai troppi immemori.

    Gz

    RispondiElimina