Di lui avevamo proposto tempo fa la lettura di "Il demone meridiano" 1914 (ed. Solfanelli o scaribaile gratuitamente da Totus Tuus).
Per chi fosse incuriosito può trovare qui il nostro post con alcuni estratti dal libro e una breve analisi sulle derive della Chiesa del tempo (e anche attuale) vittima delle eresie del modernismo che inizarono in allora ad affliggerla, e contro cui tanto lottò, condannandole vigorosamente, S. Pio X (di cui dopodomani celebreremo la memoria).
Qui la presentazione dell'editore:
Cos’è il “demone meridiano”? È la tentazione di chi ha raggiunto il meriggio della vita [di chi ha superato “il mezzo del cammin di nostra vita”]. Per Louis Savignan, affermato storico e bandiera degli intellettuali cattolici, tornato da Parigi nella natia Alvernia quando gli viene offerto di candidarsi al Parlamento, tale tentazione consiste da un lato nel poter trascurare gli studi per la politica, dall’altro la morale per amare la donna con cui era stato fidanzato vent’anni prima e da cui era stato abbandonato.
Nel frattempo, a Parigi, un prete modernista celebra (cinquant’anni prima del Concilio!) con un nuovo rito in lingua volgare e il figlio di Savignan inclina pericolosamente verso questa eresia.
Sullo sfondo, la lotta della Chiesa contro il nemico esterno (la politica anticlericale massonica) e quello interno (il modernismo).
Il demone meridiano, considerato il capolavoro di Bourget, ha un intreccio perfettamente funzionante, ma è soprattutto un raffinato scavo psicologico e, infine, un grande romanzo ideologico. La maestria del suo autore non fa mai scadere il lavoro nel didascalismo (difetto purtroppo quasi congenito alla maggior parte della narrativa cattolica).
Oggi, invece, c’è da combattere il tradizionalismo con i suoi estremismi e le sue chiusure.
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