Per tramite del suo segretario diacono Ambrogio Fidato abbiamo ricevuto la seguente segnalazione cronichistica da S.E.R. Mons. Eleuterio Favella.
La «magniffica cronica di Roma» segue alla dichiarazione della Reverenda Madre Priora
e del Capitolo del Monastero della Santissima Trinità delle Carmelitane Scalze di Arlington (Texas), di sensibilità tradizionale (QUI e QUI la traduzione in lingua italiana curata dal sito Duc in altum), in cui si replica agli atteggiamenti definiti «prevaricatori» di mons. Michael Fors Olson, Vescovo di Fort Worth, il quale «non ha esitato ad aggredire verbalmente e a umiliare le Religiose che hanno denunciato la violazione del tutto ingiustificata dei loro diritti relativi alla proprietà privata e alla privacy», sottoponendo le monache a «continui abusi».
Per cui le monache, con tale dichiarazione, affermano, «in coscienza, di non riconoscere più l’autorità dell’attuale Vescovo di Fort Worth o dei suoi funzionari e vietiamo a lui e ai suoi emissari di accedere alla proprietà del nostro Monastero o di avere qualsivoglia contatto o relazione con il Monastero, con le Religiose e con le Novizie».
Grati a Sua Eccellenza Reverendissima per il rinnovato privilegio della sua considerazione nel volerci segnalare le «magniffiche croniche di Roma, de’ fratelli Beretta, Felice e mons. Mario», ed inginocchiati al bacio dell’anello, ci professiamo imperituramente suoi servitori umilissimi.
L.V.
«Giunse in Urbe que’ giorni co’ legno francese venuto in Civita nella viggilia della Assontione della Beata Vergine il col.mo Albornoz, cardinale di S. Pudenziana che la Santità Sua avea ofiziato de particolar legatione nelle terre spagnuole d’ultramare, il qual tornava dopo longa missione in quelle lande a rifferir alle auguste oreglie i fatti e gli atti che sotto il guberno del re catholico nelle Ammeriche eranvi tra le giese particulari e praeserte del caso del ven.le monisterio del Carmelo che si considera nella major consistentia delle missioni ispagnuole presso il gran fiume ditto Rio Grande et che tiene come priora la rev. Madre Maria del Pilar Coimbra de la Coronilla, coggina prima dell’em.mo Azevedo, archiepiscoppo di Salamanca e gran cancellero di quel magn.co Istudio, che l’Augusto tenea già in gran dispitto a cagion di certi rosarji & preci & pricissioni che l’Em.mo avea facultato in quella sua distinta diocese e provincia ecclesiasticha, et se disse che Albornoz avea rifferito che le pie moniali di quel monisterio eran in gran contrasto con l’ordinario del loco, che ebbe collation di quella diocese per l’augusta mano del regnante Pomtiffice che in esso vedea gran prelato & hom degnissimo per portar la guerra dell’Introibbo in quelle terre, a confusione de’ preti riggidi, de’ frati sgranarosarji, delle moniali claustrali et del popolo che costì usava espor carteglorie & reliquie & pizzi super altaria contra le dispositioni del Beatissimo, et se disse che le pie moniche s’erano ammutinate, facendo assegnamento sulla parentela della re.ma Priora col cardenal salmantino, epperò quando la voce giunse, per tramite di mons. Crocifero Carlo Erba, nella consueta reposition del Santissimo Segnor post prandium all’oratorio di Santo Pellegrino, nella festa del gloriosissimo San Roccho, pella qual divotione Sua beatitudine avea ammesso 14 portate al desinare, al pari del Natale di Nostro Segnor Giesu Christo o della Ss.ma Pasqua di Risurretione, sbottò il signor Papa ne’ consueti suoi moti di bonanza et charitade, ch’ogn’uom in Roma canosce et etiam nelli felicissimi Stati, dicendo che l’oltraggio major alla Santa Sedia le mentovate monaiche non avean facto tanto con l’usar missal proibbito & breviario interdetto & sacramentali vetati, ma bensì che a corollario di essa insubbordinatione, eran circa anni tre che le ditte moniali avean suspeso l’invio del cathedratico apostolicho ad esso Papa, consistente in duodeci manze di prima scelta, a signification delle tribbù d’Israello, et duodeci vitelle, a monimento delli duodeci Appostoli de N. Segnore, nonché il versamento dell’annual liquidatione de un censo dovuto pella conversione dell’indiani di Pelle Rossa, consistente in una caracca di carne salata di bove detto bisunte, ch’havvi in grandissima copia in quelle terre, da consegnarsi alla viggilia dell’Annunciazione con apposito procuratore al porto di Ripa Grande e che tutti i ridetti vettigalia le col.me moniche avean negato alla Santità Sua in modo a dir poco ofensivo & disprezzatorio di talché, per mezzo del mentovato vescovo in loco, era stato comminato interdetto sul pio romitorio, ma solo sulle coccine & refettorio & stalle & gallinaro & porcilaia, di tanto che l’Albornoz aveva proposto al Ss.mo Signor di estender l’interdicto etiam al novitiato & abbatiato & chiesa monasticha ma avea contestato il sig. Papa che a elli poco ne cale de giesa, de novitiato et priorato veruno inquantoché mancan le manze & vitelle & carni de bove per l’augusta mensa la qual cosa era per il Beatissimo core major oltraggio alla degnità di esso Pomtiffice, alla santità del vincolo d’oboedientia monasticha e alla tutela dell’eclesiastica desciplina et che unica santion che pensava de cominar al ridetto monisterio era il sequestro de’ censi & beni & pertinentie & mandre & armenti con l’ordene di pane & aqua per 24 mesi alle mentovate moniche corali et etiam alle convers et novitie et servi del pio stabbilimento, ché riggidi debbon mangiar de meno et li sgranarosarji sciacquar in aqua frescha lor celabro ostinato & cattivo, praeserte quando contrario ai sapienti riflessi dell’Augustissima mente che tutta la giesa deve tener come fiato del Santo Spirto et considerar ut magisterio infallibile etiam li sternuti & borborigmi & scoregge pomtefficali, ancho quando non emessi sul trono apostolecho etc.»
da «Le magniffiche croniche di Roma sotto l’augustissimo ponteficato del Ss.mo Signor Nostro papa Francesco» de’ fratelli Beretta, Felice e mons. Mario, appresso la stamperia Medicea, con privileggio - Libro VI
I Francescani dell'Immacolata ....uno dei momenti più esaltanti del post cv2.
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