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martedì 8 agosto 2023

Francia: la 'Famille chrétienne', rivista contro corrente (ma fedele alo spirito di don Alberione)

Qualche bella notizia dai nostri amici di Campari & de Maistre.
Dalle colonne della rivista francese "Famille Chrétienne" un giovane viceparroco parigino, don Luc de  Bellescize, scrivendo ai nuovi cardinali e ai vescovi del Sinodo, li implora: "Parlateci della nostra Madre Terra, ma prima del Padre dei cieli! Parlateci del mondo, certo, ma prima parlateci di Dio!
E ancora chiede ai vescovi di “annunciare la fede ricevuta dagli apostoli”. E a vescovi e cardinali di essere “confermati nella fede” senza ambiguità nè relativismi. 
Preoccupatevi delle periferie" scrive "ma prima di tutto incoraggiate quei cristiani che portano il peso del giorno e sono rimasti sulla barca di Pietro. Preoccupatevi delle persone LGBTQI+, perché la Chiesa non può lasciare indietro nessuno. Ma prima di tutto incoraggiate le coppie fedeli che hanno la volontà di dare la vita e di crescere i loro figli nella fede”. 
Luigi

di Fabrizio Cannone, 27-7-23

Pochissimi italiani sanno che il settimanale Famiglia Cristiana fu fondato nel lontano 1931 da don Giacomo Alberione (1884-1971), con uno spirito fortemente apologetico, patriottico, anticomunista e antimassonico. E talune copertine uscite ai tempi della Repubblica sociale oggi sarebbero impubblicabili, per non dire oscene. Dopo la guerra, durante la lunghissima direzione di don Giuseppe Zilli (1954-1980) fu superato il milione di lettori.
I successivi direttori, don Leonardo Zega e don Antonio Sciortino posero però, definitivamente, il settimanale dei religiosi paolini nella scia del progressismo cattolico più avanzato. E tutti ricordano le battaglie del settimanale contro la Lega, contro Berlusconi, pro immigrazione e pro Lgbt. Tanto che il cardinal Camillo Ruini dovette intervenire.

Ancora oggi quindi Famiglia cristiana, magari con toni più soft, si colloca pacatamente ma convintamente, alla sinistra di papa Francesco.

In Francia però, in una Chiesa ben più avanzata di quella italiana, è nato nel 1978 un settimanale analogo e omologo, dal nome di Famille chrétienne. Che però da anni, come nota Wikipedia, “si situa politicamente a destra”. Lo spirito apologetico del beato Alberione rivive così nelle colonne francesi continuando e sviluppando il carisma delle origini.

Nell’ultimo numero del settimanale, un giovane sacerdote, viceparroco a Parigi [di S. Vincenza de Paoli, n.d.r.], donLuc de Bellescize, ha preso il coraggio a quattro mani e ha scritto una “Lettera aperta ai nuovi cardinali in occasione delle GMG e del Sinodo”.

Parlando ai 21 nuovi porporati annunciati dal papa il 9 luglio, padre Luc e con lui l’intera redazione della rivista, manifestano la loro “inquietudine” per il “cammino che sta prendendo il Sinodo sulla sinodalità” e per le stesse Giornate Mondiali della Gioventù. Le quali furono istituite nel 1985 da Giovanni Paolo II per “dare ai giovani il desiderio di seguire Cristo”, mentre ora sembrano divenute altro. Quasi quasi una “Woodstock” per cattolici!

E questo mentre la pratica religiosa è ai minimi storici in Francia, in Germania, in America e tende ad una drastica riduzione anche in Italia, come dimostra ampiamente il dossier pubblicato sull’ultimo numero del Timone, dal titolo “Italiani di poca fede” (n. 230, luglio-agosto 2023).

In Francia oltre al laicismo forsennato del governo di Emmanuel Macron, c’è il problema di un episcopato che in buona parte appare piuttosto remissivo, a fronte delle tante derive etiche e sociali.

Giustamente quindi, padre Luc e Famille chrétienne chiedono ai “nuovi cardinali” e un po’ a tutti i responsabili della Chiesa di “sostenere la fede” del gregge. E denunciare lo spirito mondano che invade la Chiesa e la rende, “anemica e fluttuante come un'adolescente narcisista che si palpa l'ombelico”. E che anzi tende ad autodistruggersi, a forza di “ridefinirsi in continuazione, senza sapere dove sta andando perché ha dimenticato troppo da dove viene”.

Parole forti, ma oculate per chi conosce la società francese e la ghettizzazione che subiscono i cattolici nei luoghi pubblici. Ghettizzazione a cui reagiscono con coraggio i tradizionalisti, gli identitari, i carismatici, le nuove realtà come Fontgombault, les Béatitudes e la Communauté st. Martin, ma molto meno le diocesi.

A proposito delle GMG che si svolgeranno a Lisbona dal primo al 6 agosto, dopo le dichiarazioni inaudite del vescovo di Lisbona, il coraggioso settimanale chiede agli ecclesiastici di “annunciare la fede ricevuta dagli apostoli”. E a vescovi e cardinali di essere “confermati nella fede”. E non spinti nelle ambiguità a basso prezzo: mezzo cattoliche, mezzo mondane o relativiste.

Preoccupatevi delle periferie, scrive padre Luc de Bellescize, riferendosi ad un tipico refrain di papa Francesco, ma prima di tutto incoraggiate quei cristiani che portano il peso del giorno e sono rimasti sulla barca di Pietro”. Cosa che è di tanto maggior valore, quanto più il numero dei praticanti si fa ridotto.

Ancora: “Preoccupatevi delle persone LGBTQI+, perché la Chiesa non può lasciare indietro nessuno. Ma prima di tutto incoraggiate le coppie fedeli che hanno la volontà di dare la vita e di crescere i loro figli nella fede”. La qual cosa, appare oggi a molti cristiani, un mezzo miracolo.

In sintesi e con il linguaggio tipico dei profeti inascoltati dell’Antico Testamento: “Parlateci della nostra Madre Terra, ma prima del Padre dei cieli! Parlateci del mondo certo, ma prima parlateci di Dio!”.

1 commento:

  1. Grazie a questo sacerdote, così con queste parole dovrebbero uscire gli altri, quelli che ancora non hanno perso la fede.

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