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venerdì 11 agosto 2023

Difesa della Messa tradizionale: 98ª settimana. Nuove manifestazioni di preghiera davanti agli uffici dell'Arcidiocesi di #Parigi #traditioniscustodes

Riceviamo e pubblichiamo.
Luigi

98a SETTIMANA: LE SENTINELLE CONTINUANO LA PREGHIERA PER LA DIFESA DELLA MESSA TRADIZIONALE DAVANTI AGLI UFFICI DELL'ARCIDIOCESI DI PARIGI

La nuova liturgia come trionfo della “Santa Defigurazione”, il culto di una “Chiesa dei vinti».

Stavo rileggendo "Lo sconosciuto mi divora", un libro di Xavier Grall, poeta, scrittore e giornalista cattolico bretone, che per un tempo ha scritto delle croniche su Le Monde, La Vie catholique, Témoignage Chrétienne, un personaggion fuori di ogni casella o classifica e strabiliante come si suol dire oggi. Di quest'opera scritta prima della sua morte, nel 1981, dove si rivolgeva alle sue cinque figlie, presento questi passaggi, scritti in un'epoca in cui la riforma liturgica era ancora fresca e gioiosa, da un uomo che era tutto l'opposto di un fondamentalista: “Figlie mie, fuggirete dalla bruttezza in tutto, anche nelle cose liturgiche. Non entrate in questi strazianti santuari dove l'operaismo presiede al rito per la sventura della Chiesa e degli stessi proletari. Ogni uomo può reclamare la sua coppa di splendore, necessaria quanto il riso e il pane. La bruttezza in una chiesa è il Diavolo nell'acquasantiera. La bellezza porta la firma di Dio. Starete attenti a non confondere l'umiltà con il cattivo gusto, come fanno oggi tanti chierici. Ciò che vale per le risate, vale per la fede. I nuovi clericali, i militanti della Santa Defigurazione, quando li scacceremo dalle nostre cripte? Si potrebbe pensare che una specie di masochismo si sia impadronito dei cristiani. Nascondiamo i tabernacoli, abbassiamo la luce, mettiamo la lampada sotto il moggio» (p. 50).

E circa le esequie del fratello: “In piedi, seduti, in ginocchio, alzatevi, i sacerdoti a quest'ora hanno dei riti esigenti. […] Il magnifico Libera me che una volta portava al liberare tante lacrime e con esse, la nostra insigne speranza, oggi nessuna bocca lo canta. Un addio in un capannone, cosa potrebbe esserci di più triste. È forse più desiderabile una Chiesa dei vinti che una comunità gloriosa e trionfante? E qui tutto è sconfita» (p. 131).

Eppure Xavier Grall non sapeva cosa stava per venir dopo, le "messe a buffet" nelle sale da pranzo degli EPAD, le messe deliranti "facciamo la festa" durante le cresime e le professioni di fede, né soprattutto, soprattutto, l'infinita banalità piccolo-borghese che è il normale nelle celebrazioni, piene di quell'operaismo da lui denunciato.

Xavier Grall, che a volte riusciva ad avere accenti bernanosiani, potrebbe oggi vituperare contro il grande spettacolo delle Giornate Mondiali della Gioventù, inventato con la migliore intenzione del mondo da Giovanni Paolo II, ma dove la liturgia è organizzata intorno a un attore-celebrante, un mega-star, il Papa lui stesso in questo caso, che presiede a grandi manifestazioni la cui essenza è l'incontro dei giovani del mondo molto più che il rinnovamento incruento del sacrificio di Cristo.

Xavier Grall ha compatito la sfortuna di questi lavoratori a cui veniva servito l'operaismo. Possiamo anche noi compatire oggi la sfortuna di questi giovani ai quali viene servito il giovanilismo demagogico, con la massima banalizzazione dell'Eucaristia: a Estoril, durante la messa presieduta dal cardinale Omella, arcivescovo di Barcellona, si usavano ciotole per patatine fritte come pissidi, avvolte in pellicola trasparente alimentare per proteggere le ostie… Durante questa celebrazione della GMG, le cui lanterne si spegnono adesso, siamo arrivati al fondo della profanazione. Ma c'è un fondo?

Sì, la nuova liturgia come trionfo della “Santa Defigurazione”, il culto di una “Chiesa dei vinti". E vorremmo ancora sradicare la liturgia tridentina la cui sacralità e bellezza tutta divina sono di per sé giustificazioni della sua stessa necessità i questo mondo robotizzato, secolarizzato, sfigurato dalla bruttezza. Ridateci le messe soppresse! È quello che chiediamo instancabilmente, a Parigi, con i nostri rosari del mercoledì, alle 17 a Saint-Georges de La Villette, e tutti i giorni feriali, dal lunedì al venerdì, di fronte agli uffici dell'amministrazione diocesana, 10 rue Cloître-Notre- Dame, dalle 13:00 alle 13:30