Liturgia prima e dopo: "“Bisogna che venga la defezione e che si manifesti l’uomo dell’empietà, il figlio della perdizione, l’avversario che si innalza al di sopra di ogni essere che viene chiamato Dio ed è oggetto di venerazione, fino ad assidersi nel tempio di Dio proclamando di essere lui stesso.” (Tessalonicesi 2,3s). Non ha forse la profezia di Paolo una verifica visibile nel celebrante rivolto verso il popolo, spesso con l’Eucaristia alle spalle, se il tabernacolo non è confinato lontano dagli occhi? Il centro non è più Cristo Signore, ma l’uomo suo ministro e la comunità che lo circonda riunita alla sua mensa".
Luigi
Il Cammino dei Tre Sentieri, 25 GIUGNO 2023
Ormai lo dicono apertamente anche i più convinti sostenitori della riforma liturgica: il cambio della Messa è stato funzionale ad un nuovo modo d’intendere il Cristianesimo e il rapporto dell’uomo con Dio. Il cardinale Arthur Roche, in una trasmissione della BBC, ha recentemente affermato: “Sapete, la teologia della Chiesa è cambiata. Mentre prima il sacerdote rappresentava, a distanza, tutto il popolo – era incanalato, per così dire, attraverso questa persona che era l’unica a celebrare la Messa – ora non è solo il sacerdote a celebrare la liturgia, ma anche coloro che sono battezzati con lui. È un’affermazione molto forte”.
Ma precisamente perché tutto questo è avvenuto? Leggiamo da un articolo di Orio Nardi pubblicato su “Presenza Divina” del Giugno 2023:
Il libro-intervista a padre Rinaldo Falsini (edizione Ancora, anno 2005) consente di cogliere il fondo ispiratore della svolta liturgica postconciliare: il passaggio dall’adorazione all’umanesimo, da Dio all’Uomo. Falsini afferma: “Credo che molti non abbiano compreso a fondo le linee del Concilio, la sua svolta innovatrice. Non hanno capito che era una vera e propria svolta epocale.” Svolta epocale? Quindi la Chiesa avrebbe sbagliato in diciannove secoli di tradizione liturgica? La liturgia preconciliare evidenziava la priorità di Dio, chiaramente affermata fino a San Pio X, al Gueranger, a Pio XII nell’encilica Mediator Dei, e anche da Ratzinger nel volume Lo spirito della liturgia. (…). Il disegno modernista non appare in tutta la sua evidenza, ma è come un albero che mantiene il fogliame in apparenza rigoglioso mentre la linfa è intossicata. In esso si verifica in radice quanto scrive l’Apostolo ai cristiani di Tessalonica: “Bisogna che venga la defezione e che si manifesti l’uomo dell’empietà, il figlio della perdizione, l’avversario che si innalza al di sopra di ogni essere che viene chiamato Dio ed è oggetto di venerazione, fino ad assidersi nel tempio di Dio proclamando di essere lui stesso.” (Tessalonicesi 2,3s). Non ha forse la profezia di Paolo una verifica visibile nel celebrante rivolto verso il popolo, spesso con l’Eucaristia alle spalle, se il tabernacolo non è confinato lontano dagli occhi? Il centro non è più Cristo Signore, ma l’uomo suo ministro e la comunità che lo circonda riunita alla sua mensa.
1) l'affermazione di Roche è molto estrema, ma un fondo di verità c'è: prima del Concilio il sacerdote (e al massimo pochi altri) celebrava la sua liturgia nel presbiterio, e il popolo faceva altro: meritavano la Passione, recitava il rosario, si emozionata all'elevazione... insomma, erano due mondi paralleli.
RispondiEliminaCon il Concilio si è tentato di fare in modo che la celebrazione liturgica fosse opera di tutto il Popolo di Dio.
Non ci siamo riusciti, anche perché permane la mentalità che la Liturgia sia 'roba del prete' e i fedeli non devono metterci bocca.
2) il sacerdote rivolto verso il tabernacolo è innovazione degli ultimi 500 anni
No , il prete verso il tabernacolo è al minimo dalla riforma gregoriana (XI secolo)
EliminaHo ancora i miei nonni e ti posso assicurare che senza conoscere tutto il latino , capivano tutta la celebrazione e sono contrariati di non avere più il vetus Ordo nel nostro paese (sono sempre andati in Chiesa e hanno avuto il vetus Ordo fino ai loro 25 anni)
Beh… mi pare che la preghiera sia sempre stata orientata, quindi il tabernacolo al centro è solo stata una perfezione nell’opera liturgica, ma il “verso il popolo” è una bella invenzione del mondo moderno e luterano, pertanto una povertà e privazione nella perfezione dell’opera liturgica
EliminaSe è vero che, come mi insegnate, la Messa è l’attualizzazione del Sacrificio della Croce, Gesù agonizzante guardava e parlava con chi stava di fronte a lui. Quindi la posizione verso il popolo e dialogica che è stata preferita dalla riforma liturgica non mi sembra così campata per aria.
EliminaSignori io continuo a leggere articoli su articoli che parlano di qualsiasi argomento riguardante la deriva della Chiesa Cattolica, ma io continuo a chiedermi e a chiedervi: che si fa? Cosa deve accadere perché la Chiesa Cattolica venga purificata e torni ad essere tale nella sua essenza?
RispondiEliminaDopo il carnevale viene sempre la quaresima.Adesso per forza di cose il carnevale è agli sgoccioli.
EliminaLa butto lì: solo messe tridentine e tutti i problemi scompaiono.
Elimina